Supplemento alla Storia d'Italia/II
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Dal Quartier Generale d’Albenga il dì 17 germile anno 4
(6 Aprile anno 1796)
II - Al Direttorio esecutivo.
Io ho trasferito gli alloggiamenti ad Albenga. La mossa che ho trovato incominciata contro Genova ha tratto l’inimico dalle sue stanze d’inverno. Egli ha passato il Po, ed ha portato i posti avanzati a Dey, seguitando la Bormida e la Bocchetta, e lasciandosi Gavi alle spalle. Beaulieu ha pubblicato il Manifesto, che vi mando, ed a cui risponderò il giorno susseguente alla battaglia. Io sono contristato e sommamente malcontento di questa mossa contro Genova, tanto più inopportuna, in quanto che ha obbligato quella Repubblica a mettersi sulle difese, ed ha riscosso l’inimico, che io avrei potuto sorprendere all’improvviso: ciò ne costerà alcuni uomini di più.
Il Re di Sardegna dal canto suo apparecchiasi alle armi; egli ha fatto una leva di soldati prendendoli tra i giovani da’ quindici anni in là.
Io ho trovato ad Oneglia de’ marmi di qualche valore; ho ordinato se ne facesse la stima, e mettessersi all’incanto nella riviera di Genova; lo che potrà procurarci trenta in quarantamila lire.
La compagnia Flachat1, che ha l’appalto dei grani e la compagnia Collot che ha quello della carne, si comportano bene: esse ci danno dei buonissimi grani, ed il soldato comincia ad avere della carne fresca. L’esercito è in una penuria spaventevole: grandi ostacoli mi restano ancora a superare, ma sono superabili: la miseria vi ha fatto mancare la disciplina, e senza disciplina non vi può esser vittoria. Io spero che ciò s’aggiusterà prontamente; già tutto cangia d’aspetto; fra pochi giorni noi saremo agli assalti.
L’altr’jeri ho fatto riconoscere i luoghi verso Cairo; le guardie avanzate dell’inimico sono state rovesciate, ed abbiamo fatto alcuni prigionieri. L’esercito piemontese è forte di cinquantamila uomini di fanteria, e di cinquemila di cavalleria, ed io non posso disporre che di quarantacinquemila uomini in tutto, essendo molte truppe statemi trattenute alle spalle, ed oltre il Rodano.
Chauvet, primo intendente, è morto a Genova: è questa una vera perdita per l’esercito, poiché egli era attivo, intraprendente. L’esercito ha concesso una lagrima alla sua memoria.
Note
- ↑ Si vedrà in seguito come il Generale cambia di opinione [N.d.A.]