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contro Genova, tanto più inopportuna, in quanto che ha obbligato quella Repubblica a mettersi sulle difese, ed ha riscosso l’inimico, che io avrei potuto sorprendere all’improvviso: ciò ne costerà alcuni uomini di più.

Il Re di Sardegna dal canto suo apparecchiasi alle armi; egli ha fatto una leva di soldati prendendoli tra i giovani da’ quindici anni in là.

Io ho trovato ad Oneglia de’ marmi di qualche valore; ho ordinato se ne facesse la stima, e mettessersi all’incanto nella riviera di Genova; lo che potrà procurarci trenta in quarantamila lire.

La compagnia Flachat1, che ha l’appalto dei grani e la compagnia Collot che ha quello della carne, si comportano bene: esse ci danno dei buonissimi grani, ed il soldato comincia ad avere della carne fresca. L’esercito è in una penuria spaventevole: grandi ostacoli mi restano ancora a superare, ma sono superabili: la miseria vi ha fatto mancare la disciplina, e senza disciplina non vi può esser vittoria. Io spero che ciò s’aggiusterà prontamente; già tutto cangia d’aspetto; fra pochi giorni noi saremo agli assalti.

L’altr’jeri ho fatto riconoscere i luoghi verso Cairo; le guardie avanzate dell’inimico sono state rovesciate, ed abbiamo fatto alcuni prigionieri. L’esercito piemontese è forte di cinquantamila uomini di fanteria, e di cinquemila di cavalleria, ed io non posso disporre che di quarantacinquemila uomini in tutto, essendo molte truppe statemi trattenute alle spalle, ed oltre il Rodano.

Chauvet, primo intendente, è morto a Genova: è questa una vera perdita per l’esercito, poiché egli era attivo, intraprendente. L’esercito ha concesso una lagrima alla sua memoria.

  1. Si vedrà in seguito come il Generale cambia di opinione [N.d.A.]