Sui confini della scienza della natura/Prefazione alla terza edizione delle "due conferenze"

Prefazione alla terza edizione delle "due conferenze"

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Prefazione alla terza edizione delle "due conferenze"
Prefazione alla seconda edizione delle "due conferenze" Sui confini della scienza della natura

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PREFAZIONE

alla terza edizione delle “due conferenze„


«I confini della scienza della natura» e «I sette enigmi del mondo» escono qui di nuovo in pubblicazione separata, dopo che fino dall’ultima analoga pubblicazione del Marzo 1884, furono stampati anche nella raccolta dei miei «Discorsi»1.

Fra le nuove recensioni di ambedue i Discorsi si distingue siffattamente, tanto per importanza quanto per estensione, un libro del [p. 10 modifica]sig. Theodor Weber in Breslau, destinato precisamente a ciò, che io per esso devo mancare alla regola di tacere nelle polemiche destale dalle mie opere. Il libro ha per titolo: Emil du Bois-Reymond, Una critica del suo concetto del mondo (Gotha 1885, p. 255).

Il sig. Weber aveva già prima fatte le sue osservazioni critiche sulle due Conferenze (Fascicoli mensili di filosofia, di Schaarschmidt. Vol. XIX, p. 80 ff.) e nella pubblicazione dell’anno 1864 p. 59-60 io gli avevo opposte alcune osservazioni, alle quali ora si lega il libro che porta il mio nome. Devo prima di tutto ringraziare vivamente il Sig. Weber per la [p. 11 modifica]maniera amichevole con cui ripetutamente mi ricorda, per l’importanza che attribuisce alle mie opere, e per la cura con la quale egli ha esaminati tutti i miei scritti per trovare i punti che si riferiscono alla mia rappresentazione del mondo, e li ha poi riuniti insieme. Che qua e là gli si siano offerte inesattezze d’espressione o anche apparenti contraddizioni, mi si vorrà, spero, perdonare, tenendo conto del carattere più popolare di molti di tali scritti e della larga estensione che abbracciano.

Poco ho da contraddire al quadro che il sig. Weber abbozza della mia rappresentazione del mondo, ed io mi rassegno tranquillamente ch’egli con dure parole, mi accusi di errori inauditi, poichè nella posizione in cui ci troviamo uno rispetto all’altro, non si può parlare di accordo tra me e lui. Riguardo alla mia rassegnazione scettica, che io, come egli mi avverte, ho falsamente chiamato pirronismo in nuova veste, egli sostiene il punto di vista di un dualismo sopranaturalistico, che si getta senza riserve fra le braccia delle dottrine religiose positive, fino al dogma della Trinità.

Che io «comprenda nella natura come ultimo membro normale di essa anche l’uomo» egli considera «come uno dei più mostruosi errori che siano mai stati fatti nel dominio della scienza» poichè «l’uomo non è costituito monisticamente, come le bestie, ma dualisticamente, consta di spirito e natura, anima e corpo» (P. 201-233). Il sig. Weber pretende che noi accettiamo in tutte le nostre [p. 12 modifica]rappresentazioni «l’idea della creazione nel suo vecchio e vero significato cristiano». D’altra parte il sig. Weber si crede in possesso di informazioni sulla materia e la forza, alle quali noi da parte nostra, a dir il vero, non crediamo.

Mi rallegro sentendo che nella condanna della falsa filosofia della natura egli è d’accordo con me; devo tuttavia rispondere affermativamente alla sua domanda se io dopo la sua presente dimostrazione avrò ancora il coraggio di sostenere che il suo pensiero si manifesta in forme simili a quelle della grande mistificazione di Schelling. Il sig. Weber può con altre osservazioni fabbricare altri castelli in aria che quella falsa filosofia della natura. Ma una frase come questa, che contiene la quintessenza del suo sapere: «Si dovrà pensare che nel momento in cui le potenze immanenti al principio della natura nella sua originaria forma d’esistenza, furono chiamate alle due attuali forze viventi della ricettività e della reattività, il principio stesso (per mezzo d’un processo di disgiunzione) si separò in parti reali», con cui si spiega «lo svilupparsi dell’atomo dall’originario principio della natura non ancora atomizzato ma capace di costituirsi in atomi» (P. 198-200); una tale frase si muove, ho ancora il coraggio di sostenerlo, secondo forme di ragionamento affatto simili a quelle della deplorabile aberrazione dello spirito tedesco.


Berlino, dall’Istituto fisiologico dell’Università

Marzo 1891.

L’AUTORE

Note

  1. I «Confini della scienza della natura» comparvero nel 1872 presso Veit e Comp. a Lipsia nella prima e seconda edizione, nel 1873 nella terza, nel 1876 nella quarta, e poi nel 1882 nella quinta, unitamente a «I sette enigmi del mondo», i quali erano già stati stampati a sè nelle Relazioni mensili dell’Accademia di Berlino, 1880, p. 1045 seg. Nel 1884 tutt’e due le conferenze furono di nuovo pubblicate nella stessa Relazione, nel 1886 ebbero ognuna il loro posto, secondo l’ordine cronologico, nel primo volume dei miei Discorsi, p. 105 seg. e 381 seg. La presente terza edizione delle conferenze contiene così con l’ottava ristampa de «I confini» la sesta degli «Enigmi del mondo».
    Una traduzione francese dei «Confini» era data dalla «Revue scientifique de la France et de l’Étranger». Revue des Cours scientifiques, 2ª Serie, XIV 1874, p. 337 et suiv.; — una inglese da «The Popular Science Monthly». New York 1874, vol. V, p. 17 seg.; — una italiana del D.r Vincenzo Meyer nel «Giornale internazionale delle scienze mediche» che si pubblica a Napoli, anno I — una serba fu pubblicata nel 1873 a Belgrado. — Degli «Enigmi del mondo» diede un compendio francese Th. Ribot nella «Revue philosophique de la France et de l’Étranger. Février 1882 p. 181 et suiv.; — una traduzione inglese «The Popular Science Monthly, New York 1882. Vol. XX, p. 133 e seg.; — un rifacimento italiano del D.r Vincenzo Meyer, il «Giornale internazionale ecc.» anno IV, Fasc. 11 e 12.