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maniera amichevole con cui ripetutamente mi ricorda, per l’importanza che attribuisce alle mie opere, e per la cura con la quale egli ha esaminati tutti i miei scritti per trovare i punti che si riferiscono alla mia rappresentazione del mondo, e li ha poi riuniti insieme. Che qua e là gli si siano offerte inesattezze d’espressione o anche apparenti contraddizioni, mi si vorrà, spero, perdonare, tenendo conto del carattere più popolare di molti di tali scritti e della larga estensione che abbracciano.

Poco ho da contraddire al quadro che il sig. Weber abbozza della mia rappresentazione del mondo, ed io mi rassegno tranquillamente ch’egli con dure parole, mi accusi di errori inauditi, poichè nella posizione in cui ci troviamo uno rispetto all’altro, non si può parlare di accordo tra me e lui. Riguardo alla mia rassegnazione scettica, che io, come egli mi avverte, ho falsamente chiamato pirronismo in nuova veste, egli sostiene il punto di vista di un dualismo sopranaturalistico, che si getta senza riserve fra le braccia delle dottrine religiose positive, fino al dogma della Trinità.

Che io «comprenda nella natura come ultimo membro normale di essa anche l’uomo» egli considera «come uno dei più mostruosi errori che siano mai stati fatti nel dominio della scienza» poichè «l’uomo non è costituito monisticamente, come le bestie, ma dualisticamente, consta di spirito e natura, anima e corpo» (P. 201-233). Il sig. Weber pretende che noi accettiamo in tutte le nostre rappre-