Sui confini della scienza della natura/Prefazione alla seconda edizione delle "due conferenze"
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PREFAZIONE
alla seconda edizione delle “due conferenze„
Fu ancora necessaria una nuova edizione de «I confini della scienza della natura» la sesta in nemmeno dodici anni, e «I sette enigmi del mondo» escono qui per la quarta volta in non ancora quattro anni. Di pari passo con tanta partecipazione dei lettori alla rettifica dei confini da me tentata, va lo zelo critico della stampa di ogni gradazione. Ai naturalisti e ai filosofi si aggiungono perfino, ad attaccare le mie opinioni, cattolici militanti a visiera alzata, e gesuiti protestanti con la visiera calata ma facilmente riconoscibili, i quali però a dir il vero si rivolsero più contro il secondo capoverso, finalmente compreso, del discorso su «I confini». Altri scienziati furono tanto gentili da prendersi una parte dei colpi diretti contro di me. Così pronunciò poco fa una chiara e persuasiva parola il Sig. Fürgen Bona Meyer nella «Ignorabimus Streit»1.
Tolte alcune osservazioni che sono penetrate qua e là, io devo tacere in tale polemica, il libriccino non deve diventare un libro, nè, come si vorrebbe, il testo originale delle mie conferenze deve venir diguazzato nella critica e nella controcritica. Del resto i miei detrattori si contentano sempre di affermazioni contradditorie; nessuno ancora fece qualche obiezione contro le mie fondamentali conclusioni. Lo spirito umano non può andare oltre ad una debole immagine dell’Intelligenza di Laplace. Poichè a questa resterebbero fissi gli stessi confini della conoscenza e insolubili gli stessi enigmi che a noi, così suona immutabile e irremovibile il verdetto: Ignorabimus.
Berlino, dall’Istituto fisiologico dell’Università |
L’AUTORE
Note
- ↑ Periodico per il mondo colto. Braunschweig 1881 - Vol. V. p. 168 f.f.