Su e giù sulla piazza di Pescia/Sulla farmacia

Sulla farmacia

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Da Luigi Giaccai Negozio Niccolai
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Sulla Farmacia 1

I quadri plastici dei giovani disoccupati, aspiranti a crear l’uggia al povero Giulio Palamidessi.

— Mosconi che si posan qui a spipitare le bellezze floreali delle adorabili fanciulline e a me succhiare in pace la noia... che spedirei volentieri a quel paese!

Tutti giovani che non si ammalano mai di [p. 11 modifica]petecchie, per cui, il povero farmacista non ci lecca il becco di un centesimo.

— Le fanciulle in ballottaggio di marito, appena giunte sulla piazza, sbirciano dagli spigoli delle cantonate il possibile personaggio che farebbe al caso loro, ma piglia Meo! Quelle ragazze hanno troppa pania d’intorno e i passerotti sentono l’odore della loro vanità e tiran di lungo.

— Signor Giulio, la Signorina Materassi desidera una medicina per il mal di cuore.

Senza ricetta del Dottore non posso rilasciargliela, è proibito come le pistole corte!

«Tengo qui una lettera del giovane medico».

— Cara ed amabile creatura, io per lei perdo la testa (o non l’ha mai avuta) ardo... (acqua, bruciano i cerotti!).

— Ho capito la storiella, cose vecchie, sempre nuove: ma allora non sono io il vostro curatore.

— Chi dunque?

Il sindaco e il proposto del paese.

Chi sale le scale comunali per il santo matrimonio, lascia alla porta le caldane amorose, e per alcuni giovani, il nodo nunziale è la granata che spazza ben tre giorni!

Alle carezze (povere spose) subentrano le petecchie2 della vita coniugale.

— Signor Giulio, un cerotto che bruci! Che bruci, questo è frasario e fra se (manca cerotto qui in bottega?).

Una calza espulsiva (questi polpacci tiran troppo a ingrassare; la gioventù ama il magro).

— L’ho tutte terminate! Rivolgetevi alle [p. 12 modifica]fanciulline, fate bene fratelli, che stanno attaccate alle mode per mostrare il nudo degli stinchi imbottiti e chi troppa cicciaccia.

— Signor Farmacista una Siringa.

Mignatta servetta, servilo tu quell’avventore.... (proprio mignatta).

Ah! se i barattoli delle Farmacie portassero scritto in fronte o avessero il dono della favella come Canente, che per essere troppo ciarliera gli Dei la convertirono in voce, ci sarebbe da sapere tutte le bugie contenute in quel vasellame.

E la colpa di chi è? Non dei Farmacisti, ma sibbene di chi desidera di essere canzonati dalla scienza medica.

Se un dottore vi dice: Bevete troppo vino! LT ha fatta pulita! È lo stesso che dare una pedata a tutte le prescrizioni mediche (asino di dottore). Notizia che fa il giro del paese e così la nostra abilità resta assottigliata e quel povero dottore si riduce (per aver detta la verità) alla miseria stecchita.

— Signor Giulio, una canna da serviziali... e un piffero per chiamare le pecore a raccolta!

Mi avete rotto i c.....!

Note

  1. Si capisce si tratta di uno scherzo.
  2. Freddura