Su e giù sulla piazza di Pescia/Negozio Niccolai

Negozio Niccolai

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Sulla farmacia Appalto Calamandrei
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Negozio Niccolai

— Signora Caterina!

Oh! guarda chi vedo, il Professor Ricciarelli.

— Siamo qua per salutarla ed offrirle questo mazzolino di fiori.

Com’è gentile il Signore! Son primizie di sua figlia Sara e della servetta Maria? [p. 13 modifica]— Appunto, le uso questa garbatezza diavolo (a così bella sposina).

Ci si vede la gentilezza del Papà (rozzo tanghero!) e di Mammà (accidenti al meglio). Che bei garofani! E non è esclusa la simpatica rosa, il gelsomino, e le viole del pensiero.

— Scusi se salto a piè pari i complimenti, o come si dice di palo in frasca, e vengo agli affari di commercio. Vedo qui una bellezza di pellicce....

Se me lo permette faccio un velettino ancora io della frasca al palo e dico: di animali affricani: ma non si fa la prima (vento di maretta). Tutte le Signore son provviste.... qual’è quello sposo che non faccia un regalo alla consorte? son carezze che partono dal cuore.... (chi non l’ha verniciato). E qualche volta dalle mani!

— 0 suo cugino Roberto?

È soldato.

— Addio turchi!1.

Mi faccia il piacere, lasci stare la Turchia.... un popolo antipatico! Un negoziante falsario di quel paese, un oggetto che vale cinque lire, ne dimandano cinquanta e qualche volta il gonzo lo trovano.

— A tal proposito, a Montecatini un reverendo comprò da un turco un tappeto per il valore di quindici lire, lo stesso oggetto (da vero imbroglione) presente il prete, lo rilasciano per dieci franchi. Quel ministro di Dio gli sbacchiò l’involto sulla testa esclamando: Hai ragione che son prete! Con quel complimento il degno signore si fece giustizia sommaria, (sode).

____ [p. 14 modifica]— Signor Silvio Niccolai, comprerei una ciarpa di seta per il mio amoroso.

— Guardi che finezza e che bellezza di stoffa.

Con questo regaluccio si fa onore la Signora Caterina!

— Quanto lustro!

Voi uomini adoprate il turribolo quando ci avete il tornaconto, a cose ordinarie ... rospi maledetti!

— L’altra sera:

— Silvio, si va al teatro, recitano la Pianella.

Con una vocina accomodata e un bocchino accomodatissimo, rispose....

Produzione rancida e stantica quanto le carezze amorose di una sposa maritata tre volte quindicenne.

— Capite! che bella risposta!

Per voi uomini, le coscrizioni delle bellezze sono sotto quindici anni...

Ma se qualche volta vi guardaste allo specchio, le male fatte della luce, non sono nel cristallo, ma nello oggetto che ci si rispecchia!

— Signora Caterina, mi dà cinque metri di passamano per guarnire una sottana di una fanciulla promessa sposa?

— Di cotone o di seta?

— Cosa ne direbbe lei?

— Di seta. Chi sono i Promessi Sposi così fortunati .... (poi saprà il costo)

— La Signorina Soffiacidentro.

— E lo sposo?

— Simone Arrutfapopoli!

— Chi fu quel genio di Sacerdote che ebbe una sì felice idea di scegliere due nomi che sanno d’olio rifritto?

— Il Proposto del paese. [p. 15 modifica]

— Dategli il mirallegro a quali’ asino. Buon’omo in fondo, ma non guarda tanto per la minuta.

Egli dice quando battezza....

— 0 Cecco, o Togno, o Gianni se ti fa è così, altrimenti riporta a casa la creatura!

Come si vede, non dà importanza a queste bagattelle ! È un Sacerdote un poco trascurato, così nel modo di vestire e nel fare...

Qualche volta fa schifo, si pone in dosso abiti da poneraglie!

— Anche sant’Antonio da Padova....

Corbezzoli! Qui siamo nella gerarchia dei Santi. Lo ricordate? Ezzelino da Romano si presentava a quel Taumaturgo col cordone al collo implorando misericordia dei suoi falli (undicimila padovani fatti sgozzare) fu una zizzola di nulla!

Quel santo avrà messo una pecetta, ma Iddio fece giustizia.

Note

  1. Mentre scriviamo questo scherzo fanno la guerra fra l’Italia e la Turchia, cioè nel 1912.