Su e giù sulla piazza di Pescia/Appalto Calamandrei
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Appalto Calamandrei
La Panea dei riposati
Francesco colla punta della bacchetta traccia la carta della Turchia e ossserva: Tripoli è nostra.
Lorenzo esclama: Muraci una villa.
— Io no! Perchè sono agli sgoccioli della vita, ma mio nepote che ha nella zucca il bernoccolo delle grandi imprese, andrà in Tripolitania ....
— A covare i paperi!
Ecco un discorso minuscolo.
— Credi tu che manchino speculatori... basta che sentano l’odore del Dio oro, lo estraggono dalle viscere della terra come i polli il granturco.
Entriamo in bottega e salutiamo le due tortorelle di fanciulle.
Che bella collezione di cartoline!
— Con tanto sale, speriamo, che non vi siano caricature sciocche!
Un Signore: Una cambiale da cinquecento lire.
— Lo sa cosa vuol dire cambiale?
Cambia di posizione, se son debiti è un lumicino.... che vi perseguita sempre; ci sono però degli appetiti che s’infischiano di essere accompagnati colle torce purché legga la calaba dello scroccone!
Un vecchio avventore.
— Due soldi di trinciato e mi. serva bene.
Per due soldi! Quanta esigenza.
— Ma io ho diritto!
Ed io non ho il torto di spedirvi a quel paese.
Un contadino entra sgarbatamente nell’appalto e sorba un calcio al punto che non desiderava.
Una di quelle fanciulline.
— 0 villano, dove vai a conficcare i piedi?
— Mi sembra più logico osservare, la Signora, con quel mappamondo di sedere che disturba l’ingresso.
Non devesi fare la caricatura ad alcune brutte e vecchie abitanti in via vattelo a pesca con una lingua ... le forbici della maldicenza, ci si rimette dell’ onore.
Un altro avventore.
— Un Sigaro cotto bene.
Dal fornaio!
— Ho scherzato, che l’ha presa a traverso?
Niente affatto, è carnevale, ogni burla vale.
— Scusi, queste feste carnevalesche a che si appellano? Un signore qui che sa di latino potrebbe soddisfare ai vostri desideri.
— Feste baccanali in onore di Bacco, Bacco figlio di Giove e di Semele fu educato dalle Muse ed ebbe per balio il vecchio Sileno che lo istruì nella poesia, nell’astronomia, nella musica e nel ballo.
— Io la ringrazio, Signor polpettone, e faccia buon viaggio!