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— Signor Silvio Niccolai, comprerei una ciarpa di seta per il mio amoroso.

— Guardi che finezza e che bellezza di stoffa.

Con questo regaluccio si fa onore la Signora Caterina!

— Quanto lustro!

Voi uomini adoprate il turribolo quando ci avete il tornaconto, a cose ordinarie ... rospi maledetti!

— L’altra sera:

— Silvio, si va al teatro, recitano la Pianella.

Con una vocina accomodata e un bocchino accomodatissimo, rispose....

Produzione rancida e stantica quanto le carezze amorose di una sposa maritata tre volte quindicenne.

— Capite! che bella risposta!

Per voi uomini, le coscrizioni delle bellezze sono sotto quindici anni...

Ma se qualche volta vi guardaste allo specchio, le male fatte della luce, non sono nel cristallo, ma nello oggetto che ci si rispecchia!

— Signora Caterina, mi dà cinque metri di passamano per guarnire una sottana di una fanciulla promessa sposa?

— Di cotone o di seta?

— Cosa ne direbbe lei?

— Di seta. Chi sono i Promessi Sposi così fortunati .... (poi saprà il costo)

— La Signorina Soffiacidentro.

— E lo sposo?

— Simone Arrutfapopoli!

— Chi fu quel genio di Sacerdote che ebbe una sì felice idea di scegliere due nomi che sanno d’olio rifritto?

— Il Proposto del paese.