Su e giù sulla piazza di Pescia/Dalla Beppina detta di Simone

Dalla Beppina detta di Simone

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Appalto Calamandrei Alla macelleria Calamandrei
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Dalla Beppina detta di Simone

Che emporio di belezza! Trine, nastri, guanti, flocchi d’ogni genere, quanti ne porta al collo e sulla testa la Signorina elegante il di dì festa!

Le ragazzine amano queste galanterie e si adornano per piacere ai giovanotti che sono sulle ali di spiccare i primi passi amorosi.

— Caterinella, vai questa sera al ballo alle stanzine?

— Ascolta Beppina, il ballo è f unica risorsa per trovar marito, spero questa sera che qualche gabbierotto scappato alle reti lo arrivi a impainare!

Una ragazina quindicenne.

— Beppina, mi dà due soldi di liscetto per lustrarmi le gote?

— Vanesia! alla tua età simili porcherie?

Lasciale fare a chi ha voglia di un terzo marito, a chi non crede al lunario e specula sulla freschezza della carne (il nodo viene al pettine) al primo capello bianco.

«O gesù mio!

Non c’è pietà nè misericordia, non resta altro che abbandonare il rosso e servirsi del cerone da scarpe. [p. 18 modifica]— Beppina ...

Donnina, che dite di hello.

— Suo tìglio vorrebbe discorrere con mia figlia Alice, cosa ne direbbe lei?

— Io! non dico proprio nulla. A me sembra un buon figliolo. Molto buono!

— E lei la sposa la ritirerebbe in casa?

Giusto! assai siamo ristretti, non ci mancherebbe altro che regalarmi una chiocciata di bambini.

Se prende moglie se la ritrova. Metta su casa da sè.

— Ma che posizione ha?

È pittore ...

— Pittore!!! Beppina non ci siamo visti!

— Signora, una dozzina di bottoni di frutto.

Di pesche o di susine?

— Ma lei mi pone sul tappeto del ridicolo!

Io? ma ti pare! Il tuo muso non si presta allo scherzo ... se mai mai, son le gambe ad arco a tutto sesto.

— È tutta rabbia perchè son bella ne avete voglia di sputare veleno! La gente guarda in me la venere dipinta dal Tiziano! Giriamo discorso. Quante galanterie avete qui in vetrina; una vecchia può ripicchiarsi a giovane e alle fedi di battesimo farci la gira a qualche zittellona stantia che abbia trascorsa la gioventù senza speranza di matrimonio.

— Signora Beppina, che bella collezione di guanti e che generi di lusso. Un guanto è la spada morale del duello, infatti, prima d’impegnare le armi il guanto dà il segnale della sfida!

— Ma in amore non è così; fa più piacere una mano nuda che rivestita di pelle d’animale! Però lodo quella nobil Signora che stiaffò il guanto in faccia [p. 19 modifica] a! Maramaldo pronunziando quelle nobili e austere parole ...

«Non ballerò mai col vile assassino del Ferruccio!»

— I guanti son le camicie di forza della mano: come farebbe un malandrino a scassinare una porta colle dita impigliate nei guanti? Le maledizioni ficcherebbero giù a tutto spiano. Ma i più furbi pregiudicati son quelle persone in guanti gialli ! E dire che l’umanità gli fa tanto di cappello, mentre sarebbero degni di galera!

— Signora padrona, favorisca un nastro tricolore ! Cosa voi farne, un’altra Italia ?

— Domani torna Beppino dalla guerra ed è tutto fiamme per la patria; se mi vede sul petto questo fiammifero di coccarda, per me s’infiammerà sempre più d’ amore.

— Ma dunque gli voi proprio bene a quel tuo amoroso?

S’immagini, sull'animo mio non e’ è puzzare d’inganno. Il vostro emporio di bellezze novità della stagione, una figlia può scegliere e la mamma pagare. Non è così dell’avaro babbo, per risparmiare un centesimo farebbe uno stralcio al Monte di pietà, pietà, ma veramente sia tale o vizio? Tiriamo le somme. Questa sera ballano alla trucia, Giovanni manda per suo figlio a impegnare paiolo e brocca a quella pietà per andare a divertirsi; dimani avete la miseria che vi bussa alla porta! (il soccorso di Pisa!). La storia ci ammaestra1. I fiorentini, per la loro misericordia, fecero trucidare i Pistoiesi per non averli soccorsi in tempo. Valentino Borgia colla sua tirannia ridusse al buono le Bomagne.

Note

  1. Pensieri di Macchiavelli.