Archidamo

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Polieno - Stratagemmi (II secolo)
Traduzione dal greco di Lelio Carani (1821)
Archidamo
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Archidamo


Archidamo in Arcadia, volendo dar battaglia il giorno vegnente riempì di coraggio gli Spartani edificando nella notte avanti esso giorno un’ara, ed ornandola di armi lucentissime, e menandovi intorno due cavalli; or dunque avvenne che nell’apparir del giorno i capi di squadra, ed i centurioni riguardando le nuove armi, e l’orme di due cavalli, e il fattovi altare, fecero presupposto che Castore, e Polluce lor dovessero porgere aiuto. Onde gli Spartani prendendo ardire, e mossi da religione, valorosamente combattendo, vinsero quei d’Arcadia.

Archidamo combattendo Corinto, nacque nella città tra i ricchi e poveri contendimento; quelli volendo il governo de’ [nobili], e questi macchinar tradimento. Il che conosc[iuto d]a Archidamo egli rallentò alquanto le forze ed il furore del combattere, né più vi accostò le macchine, nè fece fossi, nè si dava a rovinar la città. Onde i ricchi temendo, che non si volesse con ciò ricompensare il tradimento de' poveri, [inneg]giando animo, mandarono ambasciatori, e la citt[à al] dominio di Archidamo resero, e con essolui per lor sicurezza nell’avvenire si accordarono.

Fu la città de’ Lacedemoni dal terremoto per modo sbattuta , che appena cinque case in piedi rimasero. Veggendo Archidamo correr gli uomini per conservar le loro robe, e temendo che ivi dalla rovina impediti perissero, fece con la tromba dar segno, che i nemici si avvicinavano. Per la qual cosa i Lacedemoni credendo [p. 46 modifica]al segno lor dato; correvano intorno a lui, ed in tal modo si salvarono. Archidamo, gli Arcadi rimasti vincitori, essendo dalle ferite indebolito, subito mandò ambasciatori per ottenere di seppellire i morti, affine che gli altri non perissero in simil guisa. Archidamo condusse di notte lo esercito a Cara per un sentiero acquoso, lungo, e malagevole. Onde essendo i soldati stanchi, ed isdegnati per la fatica, Archidamo quanto ci poteva li confortava, esortandoli a star sicuri. E da poi d’ improvviso i nemici assaltando, molti ne ammazzarono, ed il castello presero. Onde mentre che si apprestava la cena, e rallegravansi della vittoria, Achidamo domandò loro, quando lor pareva che avessero presa la città? A che alcuni rispondendo, quando noi le demmo l’assalto, altri quando avventammo i dardi; ciò non è vero, rispose egli, ma quando camminammo per la lunga e paludosa strada, perciocchè la volontà che inclina alla fatica, fu sempre usa di vincere, e superare qualunque cosa.