Storie allegre/Chi non ha coraggio non vada alla guerra/IV

Chi non ha coraggio non vada alla guerra - IV

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IV.


Leoncino aveva perduto la voce. Stava ritto in mezzo alla sala, con la testa bassa, col mento conficcato nello stomaco, e di tanto in tanto dava dell’occhiatacce ai suoi compagni, come dire: «Quando saremo fuori di qui, faremo i conti e me la pagherete!...»

― Dunque, si può sapere che cos’è accaduto? ― domandò il babbo.

― Te lo racconterò io ― disse Raffaello, quello che faceva da cavalleria.

― No: io! ― gridò Gigino, il rappresentante la fanteria. [p. 135 modifica]

― Nossignori, tocca a me! ― strillò Arnolfo, il trombettiere. Io sono il più piccino di tutti; dunque ho più diritto degli altri.

― Lasciate parlare Arnolfo ― disse il babbo ― e zitti tutti! ―

Il piccolo trombettiere, non sapendo lì per lì trovar subito la parola per dar principio al suo racconto, cominciò a fare con la bocca mille versi e a gesticolare con le mani; alla fine poi, trovata la parola, prese a dire come seguitando un racconto:

― Sicchè dunque, quando il nostro generale ci disse: «Avanti!» noi tutti si rispose: «Andiamo!»

― Andiamo? Ma dove volevate andare? ― domandò il babbo.

― O che non lo sai? S’andava a far la guerra....

― La guerra contro chi?

― La guerra contro Cartagine.

― E chi è questa Cartagine?

― È una grossa quercia, che rimane a metà del bosco.

― E perchè la chiamate Cartagine?

― Bella forza! Perché noi siamo i Romani e andiamo sempre a bastonarla.

― Ora ho capito tutto! ― disse il babbo. ― Prosegui il racconto.

― Sicchè dunque, quando si fu per i campi, sarebbe toccato a me a camminare avanti, ma siccome Leoncino è un prepotente per la ragione che ha la sciabola dorata e la striscia bianca al berretto, allora mi saltò addosso col dire: «Il generale sono io, e tu devi venire dietro a me» ― Ma questa l’è una riffa: ne convieni babbo? Scusa, babbino, tu che te ne intendi, quando si fa la [p. 136 modifica]guerra, chi è che va avanti, il generale o quello che suona la tromba? Io dico che quello che suona la tromba gli è sempre il primo di tutti.... ne convieni?... Se no, la guerra sarebbe una bella ingiustizia.

— Via! via! via! — gridò il babbo. — Non ci perdiamo in tante lungaggini.

— Mi spiccio in due parole. Sicchè dunque, lui, secondo il solito, volle andare avanti, e noi tutti dietro a passo di corsa. Quando tutt’a un tratto, che è che non è, il nostro generale in capo si ferma..., fa due salti indietro, e cacciando un urlo che pareva il fischio del vapore, si mette a scappare. E come scappava!... Se tu avessi visto come scappava!... Ti ricordi, babbo, del gatto del nostro ortolano, quando gli si faceva vedere la frusta? Tale e quale.

— E la cagione di questo spavento?

— Figuratevi! Aveva visto fra l’erba una tartaruga!