Storia delle arti del disegno presso gli antichi (vol. I)/Dedica

Carlo Fea

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Storia delle arti del disegno presso gli antichi (vol. I) Prefazione
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AL SIGNOR CAVALIERE

D. GIUSEPPE NICCOLA DE AZARA

CONSIGLIERE DI SUA MAESTÀ CATTOLICA

E SUO MINISTRO PRESSO LA S. SEDE

EC. EC.



CARLO FEA.



LL
A libertà, ch’io mi prendo, Nobilissimo Signore, di offerirvi la nuova edizione della Storia delle Arti del Disegno di Giovanni Winkelmann, non dovrebbe, per quanto io possa lusingarmi, esservi dispiacevole. Con questa io vi ricordo un uomo celebre, che Voi pregiaste, che Voi onoraste, e tra gli altri amici vostri distingueste; vi presento in nuovo aspetto un libro, che Voi, per il piacere grande, che provate nelle materie [p. ii modifica]spettanti all’antiquaria, avete letto, e riletto; e del quale, se, medianti le profonde vostre greche, e romane erudizioni, e fino gusto nel discernere i preziosi antichi monumenti dell’arte, e i pregi loro particolari, avete saputo più che altri mai lodare il buono; ne avete insieme veduto i difetti, e desiderato che venissero emendati. Lo spirito vostro infatti non è già nato per giacersi in una oziosa vita in mezzo ai comodi, e alle delizie, o per impiegarsi nella sterile contemplazione de’ titoli, delle signorie, delle grandezze, che vi possono al pari di tanti altri esteriormente adornare; e quì prendere le principali sue compiacenze, lasciandosi trarre nell’incantesimo di credersi di una specie più che umana, onde considerare le cose degli altri uomini come straniere a sè, e che possano appena di quando in quando meritare una leggiera occhiata per gran degnazione. No certamente. Voi siete nato fatto piuttosto per far ricredere col saggio vostro diportamento chi la pensasse così. È per Voi somma delizia ogni seria occupazione, e l’immergervi nella lettura de’ più dotti antichi, e moderni scrittori; non vi sono titoli cari a Voi se non se quelli di letterato, e di filosofo; non v’è signoria per Voi gradita se non quella, che benefica i vostri simili; non v’è grandezza di vostra soddisfazione, che quella di fomentare, e di proteggere coloro, i quali o per via delle industrie, o per via delle scienze tendono a rendersi benemeriti di tutto [p. iii modifica]l’uman genere. Lo sa pria di tutti l’inclito vostro Monarca delle Spagne Carlo III., che tanto in Voi confida per l’esecuzione de’ suoi alti affari in questa Dominante del mondo cattolico. Lo sa questa Dominante medesima, che vi riguarda per un modello di saviezza, di prudenza, e di attività. Lo sapevano, il mentovato Winkelmann, che potè colle vostre conferente vieppiù ripulire la raccolta ammirabile delle sue osservazioni; e l’Apelle sassone Mengs, che sovra tutti sperimentò gli effetti più dolci della vostra amicizia, e potè ripromettersi in Voi di un protettore delle sue onoratissime fatiche; mentre a Voi egli dovette in gran parte le sue fortune, e la celebrità del suo nome in vita, e dopo morte ancora, tanto per il busto, che gli erigeste ad eterna memoria nel Panteon fra quello di Winkelmann, dell’altro Raffaello, di Flaminio Vacca, di Annibale Caracci, e di tanti altri gran nomi; quanto per aver pubblicate a benefizio dei coltivatori delle Arti del Disegno in una vaghissima edizione le di lui opere riordinate, e corredate delle più belle vostre annotazioni. Lo conoscono con distinzione gli estimatori delle antichità, i quali a Voi sen vengono, o per farvi giudice de’ loro dubbj, o per ammirare que’ pezzi ragguardevolissimi, e singolari, che conservate come in nobil museo, frutti in parte delle premure vostre adoprate per lo scavo della villa già appartenente alla celebre antica famiglia de’ Pisoni in Tivoli, [p. iv modifica]e dell’altro della villa Negroni sul monte Esquilino; come lo sono anche le belle pitture ivi trovate. Lo conosco io segnatamente, che volendo riprodurre coi torchi romani a nuova luce quest’opera, non solo mi esortaste a migliorarla, ma per adornarla vieppiù, graziosamente mi comunicaste i disegni di varj de’ suddetti vostri monumenti più preziosi; mi faceste a parte de’ lumi vostri; e con grande liberalità, e cortesía apriste a mia disposizione, ed uso la copiosissima vostra biblioteca, e per la scelta de’ volumi, e per la rarità delle edizioni tutta degna di un vostro pari. In vista dunque di tutti questi motivi, e di questo vostro carattere sì glorioso per la rispettabilissima Persona vostra, e di tanto lustro alla degnissima vostra Nazione, posso con ragione assicurarmi del riguardo amoroso, in cui terrete questa mia qualunque siasi offerta; posso accertarmi della perpetua vostra grazia nel proteggere questi non meno, che gli altri più sublimi studj, a’ quali per maggior interesse della repubblica dedicato mi sono; e posso perciò sperare, che mi farete sempre più ripetere con verità, che io vi fono obbligatissimo, e devotissimo fra tutti gli altri ammiratori.