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spettanti all’antiquaria, avete letto, e riletto; e del quale, se, medianti le profonde vostre greche, e romane erudizioni, e fino gusto nel discernere i preziosi antichi monumenti dell’arte, e i pregi loro particolari, avete saputo più che altri mai lodare il buono; ne avete insieme veduto i difetti, e desiderato che venissero emendati. Lo spirito vostro infatti non è già nato per giacersi in una oziosa vita in mezzo ai comodi, e alle delizie, o per impiegarsi nella sterile contemplazione de’ titoli, delle signorie, delle grandezze, che vi possono al pari di tanti altri esteriormente adornare; e quì prendere le principali sue compiacenze, lasciandosi trarre nell’incantesimo di credersi di una specie più che umana, onde considerare le cose degli altri uomini come straniere a sè, e che possano appena di quando in quando meritare una leggiera occhiata per gran degnazione. No certamente. Voi siete nato fatto piuttosto per far ricredere col saggio vostro diportamento chi la pensasse così. È per Voi somma delizia ogni seria occupazione, e l’immergervi nella lettura de’ più dotti antichi, e moderni scrittori; non vi sono titoli cari a Voi se non se quelli di letterato, e di filosofo; non v’è signoria per Voi gradita se non quella, che benefica i vostri simili; non v’è grandezza di vostra soddisfazione, che quella di fomentare, e di proteggere coloro, i quali o per via delle industrie, o per via delle scienze tendono a rendersi benemeriti di tutto


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