Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/367: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|243}}--><section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|244}} dalla copia de’ composti ma delle radici, come nel latino e italiano. E di queste pure la lingua greca abbonda sommamente, ma può anche fare a meno della massima parte, e con poche radici, e infiniti composti formare tutto il discorso. Tale infatti era il costume degli antichi scrittori greci (Luciano e gli altri piú bassi, sono molto piú vari e ricchi di radici). Perché il vocabolario di ciascheduno, osservandolo bene, si compone di molto poche parole, che ritornano a ogni tratto, essendo raro che quegli antichi varino la parola o la frase per esprimere una stessa cosa. Onde segue che siccome la lingua greca per se stessa è immensa, cosí passando da uno scrittore all’altro, ritrovate un altro piccolo vocabolario suo proprio, del quale parimente si contenta, e le espressioni familiari di ciascuno autor greco sono moltissime e continue, ma diverse quelle dell’uno da quelle dell’altro, quasi fossero piú lingue. Dal che si può dedurre che la lingua greca benché ricchissima nondimeno con un piccolo vocabolario può comporre tutto il discorso, e questi vocabolari possono esser molti e diversi, cosa dimostrata dal fatto, e dal vedersi negli scrittori greci piú che in quelli d’altra lingua, che la facilità acquistata nel leggere e intendere uno scrittore, non vi giova interamente nel passare a un altro, dovendovi quasi familiarizzare con un altro linguaggio. Questo appartiene esclusivamente alla lingua, ma anche bisogna<section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|245}} notare che la lingua greca come l’italiana, si presta a ogni sorta di stili, e non ha carattere determinato, ma lo riceve dal soggetto e dallo scrittore, laonde il suo carattere varia, anche in questo senso, e per questo motivo, secondo le diverse opere, come la lingua di Dante o dell’Alfieri paragonata con quella del Petrarca ec (12-13-14 settembre 1820). Vedi p.1029. fine.
<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|244}}--><noinclude>sare </noinclude>a un altro, dovendovi quasi familiarizzare con un altro linguaggio. Questo appartiene esclusivamente alla lingua, ma anche bisogna<section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|245}} notare che la lingua greca come l’italiana, si presta a ogni sorta di stili, e non ha carattere determinato, ma lo riceve dal soggetto e dallo scrittore, laonde il suo carattere varia, anche in questo senso, e per questo motivo, secondo le diverse opere, come la lingua di Dante o dell’Alfieri paragonata con quella del Petrarca ec (12-13-14 settembre 1820). Vedi p.1029. fine.


L’irresoluzione è peggio della disperazione. Questa massima mi venne profferita nettamente e letteralmente in sogno l’altro ieri a notte, in occasione che mio fratello mi pareva deliberato per disperazione di farsi Cappuccino, e io ricusava di allegargli quelle ragioni che gli avrebbero sospeso l’animo, adducendo la detta massima (14 settembre 1820).
L’irresoluzione è peggio della disperazione. Questa massima mi venne profferita nettamente e letteralmente in sogno l’altro ieri a notte, in occasione che mio fratello mi pareva deliberato per disperazione di farsi Cappuccino, e io ricusava di allegargli quelle ragioni che gli avrebbero sospeso l’animo, adducendo la detta massima (14 settembre 1820).


La lirica si può chiamare la cima il colmo la sommità della poesia, la quale è la sommità del discorso umano. Però i francesi che sono rimasti molte miglia indietro del sublime nell’epica, molto meno possono mai sperare una vera lirica, alla quale si richiede un sublime d’un genere tanto piú alto. Il Say nei Cenni sugli uomini e la società, chiama l’ode, la sonata della letteratura. È un pazzo se stima che l’ode non possa esser altro, ma ha gran ragione e intende parlare delle odi che esistono, massime delle francesi.<section end=3 /><section begin=4 />{{ZbPagina|246}} I francesi non solamente non sono atti al sublime, né avvezzi a sentirlo dai loro nazionali, o a produrlo in qualunque forma (applicate questa osservazione ch’é anche letteralmente di Lady Morgan, e universale, ai miei pensieri sopra Bossuet), ma disublimano ancora le cose veramente sublimi, come nelle traduzioni ec.
La lirica si può chiamare la cima il colmo la sommità della poesia, la quale è la sommità del discorso umano. Però i francesi che sono rimasti molte miglia indietro del sublime nell’epica, molto meno possono mai sperare una vera lirica, alla quale si richiede un sublime d’un genere tanto piú alto. Il Say nei Cenni sugli uomini e la società, chiama l’ode, la sonata della letteratura. È un pazzo se stima che l’ode non possa esser altro, ma ha gran ragione e intende parlare delle odi che esistono, massime delle francesi.<section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|246}} I francesi non solamente non sono atti al sublime, né avvezzi a sentirlo dai loro nazionali, o a produrlo in qualunque forma (applicate questa osservazione ch’é anche letteralmente di Lady Morgan, e universale, ai miei pensieri sopra Bossuet), ma disublimano ancora le cose veramente sublimi, come nelle traduzioni ec.<section end=3 />


{{ZbPensiero|246/1}}Dalla teoria del piacere esposta in questi pensieri si comprende facilmente quanto e perché la matematica sia contraria al piacere, e siccome la matematica, cosí tutte le cose che le rassomigliano o appartengono, esattezza, secchezza, precisione, definizione, circoscrizione, sia che appartengano al carattere e allo spirito dell’individuo, sia a qualunque cosa corporale o spirituale.


{{ZbPensiero|246/1}}Tant’é. Le cose per se stesse non sono piccole. Il mondo non è una piccola cosa, anzi vastissima e massimamente rispetto all’uomo. Anche l’organizzazione de’ piú minuti e invisibili animaluzzi è una gran cosa. La varietà della natura solamente in questa terra è infinita; che diremo poi degli altri infiniti mondi? Sicché per una parte si può dire che non la grandezza delle cose, ma anzi la loro nullità cosí evidente e sensibile all’uomo, è una pura illusione. Ma basta che l’uomo abbia veduto la misura di una cosa ancorché smisurata, basta che sia giunto a conoscerne<section end=4 />
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