Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/106: differenze tra le versioni

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Sull’ultima vetta, là dove l’occhio dovrebbe dominare una immensa distesa di monti e di pianure, quel maledetto velo di nebbia si interpone come un sipario bianco tra lo spettatore e la scena. È già una sensazione curiosa questa che si prova davanti allo sterminato velo che vi toglie una veduta certamente magnifica; ma se la fortuna vi consente un quarto d’ora propizio, se un soffio di vento spazza via sotto ai vostri occhi la nebbia e vi si scopre quasi improvvisamente lo splendido e desiderato spettacolo, la sensazione esce dal novero delle ordinarie ed entra nella categoria di quelle singolari e maravigliose che gli anglo-sassoni vengono a cercare sulle nostre alpi col pericolo imminente di fiaccarsi la noce del collo.
Sull’ultima vetta, là dove l’occhio dovrebbe dominare una immensa distesa di monti e di pianure, quel maledetto velo di nebbia si interpone come un sipario bianco tra lo spettatore e la scena. È già una sensazione curiosa questa che si prova davanti allo sterminato velo che vi toglie una veduta certamente magnifica; ma se la fortuna vi consente un quarto d’ora propizio, se un soffio di vento spazza via sotto ai vostri occhi la nebbia e vi si scopre quasi improvvisamente lo splendido e desiderato spettacolo, la sensazione esce dal novero delle ordinarie ed entra nella categoria di quelle singolari e maravigliose che gli anglo-sassoni vengono a cercare sulle nostre alpi col pericolo imminente di fiaccarsi la noce del collo.