Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. I, 1934 – BEIC 1926061.djvu/104: differenze tra le versioni

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è sempre disonesta, e la veritá s’ha a dire ne vada anche il capo. È vero: la verita s’ha a dire sempre e tutta quanta. Ora se io accusavo me solo, non la dicevo tutta, né quelli se ne contentavano; se la dicevo tutta accusavo gli altri, e li avrei fatti andare in galera, sarei stato un denunziante vigliacco. Io negavo arditamente perché avevo la profonda convinzione di avere operato secondo virtú, e di trovarmi a fronte d’un ladrone che voleva assassinare me ed i miei amici. Quella bugia a me pareva, ed era, cosa moralissima: la veritá sarebbe stata scellerata e vile. Io stetti sempre sul niego, e stetti in criminale. Il commessario m’interrogò cinque volte, ed io sempre no, «non conosco nessuno, coteste lettere non sono scritte da me. Ci vuol tanto a falsificare un carattere?» Egli infine si persuase che con me era tempo perso, e non mi fece piu chiamare.
è sempre disonesta, e la veritá s’ha a dire ne vada anche il capo. È vero: la verita s’ha a dire sempre e tutta quanta. Ora se io accusavo me solo, non la dicevo tutta, né quelli se ne contentavano; se la dicevo tutta accusavo gli altri, e li avrei fatti andare in galera, sarei stato un denunziante vigliacco. Io negavo arditamente perché avevo la profonda convinzione di avere operato secondo virtú, e di trovarmi a fronte d’un ladrone che voleva assassinare me ed i miei amici. Quella bugia a me pareva, ed era, cosa moralissima: la veritá sarebbe stata scellerata e vile. Io stetti sempre sul niego, e stetti in criminale. Il commessario m’interrogò cinque volte, ed io sempre no, «non conosco nessuno, coteste lettere non sono scritte da me. Ci vuol tanto a falsificare un carattere?» Egli infine si persuase che con me era tempo perso, e non mi fece piu chiamare.


Ero giá in quel carcere da trentadue giorni che avevo contati ad uno ad uno, ad ora ad ora, e non sapevo nulla di mia moglie e dei mio figliuolo rimasti in Catanzaro. Venne il custode e disse: «Vostra moglie è venuta, e vi attende sopra». «Come, è venuta?» «Sissignore, e attende il commessario per vedervi». «Ed ha condotto mio figlio?» «L’ha condotto». «Dunque io la vedrò». «Se viene il commessario». «E verrá il commessario?» «La signora dice che gliel’ha promesso. Verrá o manderaá persona con suo ordine. Intanto preparatevi e state di buon animo». Andato via il custode, io salii su la finestrella, e posi gli occhi su quel pezzetto di via che di lá si vedeva, e che mena al carcere. Guardai fiso fiso per tre ore con un’angoscia mortale, e non iscorsi mai persona che paresse il commessario: dopo tre ore vidi una donna con un bambino, che andando via levarono gli occhi in alto. Li riconobbi, cacciai la mano fuori i cancelli, e li salutai: ella mi salutò con la mano, il bimbo andava guardando e salutava con la manina: la sentinella si avanzò; essi andarono via. Io mi gettai sui farto e piansi amaramente. Dopo un pezzo venne il custode a dirmi che ella se n’era andata perché non era venuto né il commessario né un suo ordine.
Ero giá in quel carcere da trentadue giorni che avevo contati ad uno ad uno, ad ora ad ora, e non sapevo nulla di mia moglie e dei mio figliuolo rimasti in Catanzaro. Venne il custode e disse: «Vostra moglie è venuta, e vi attende sopra». «Come, è venuta?» «Sissignore, e attende il commessario per vedervi». «Ed ha condotto mio figlio?» «L’ha condotto». «Dunque io la vedrò». «Se viene il commessario». «E verrá il commessario?» «La signora dice che gliel’ha promesso. Verrá o manderá persona con suo ordine. Intanto preparatevi e state di buon animo». Andato via il custode, io salii su la finestrella, e posi gli occhi su quel pezzetto di via che di lá si vedeva, e che mena al carcere. Guardai fiso fiso per tre ore con un’angoscia mortale, e non iscorsi mai persona che paresse il commessario: dopo tre ore vidi una donna con un bambino, che andando via levarono gli occhi in alto. Li riconobbi, cacciai la mano fuori i cancelli, e li salutai: ella mi salutò con la mano, il bimbo andava guardando e salutava con la manina: la sentinella si avanzò; essi andarono via. Io mi gettai sui farto e piansi amaramente. Dopo un pezzo venne il custode a dirmi che ella se n’era andata perché non era venuto né il commessario né un suo ordine.