Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1915 – BEIC 1853668.djvu/44: differenze tra le versioni

Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione|38|{{Sc|lauda xxi}}|n=s}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:


{{ct|f=100%|v=1|t=3|XXI}}
{{ct|f=100%|v=1|t=3|XXI}}
{{ct|f=100%|v=1|lh=1.2|{{Sc|De quello che domanda perdonanza da poi la morte}}}}
{{ct|f=100%|v=2|lh=1.2|{{Sc|De quello che domanda perdonanza da poi la morte}}}}
<poem>
<poem>
— O Cristo pietoso, — perdona el mio peccato,
— O Cristo pietoso, — perdona el mio peccato,
ch’a quella son menato — che non posso piú mucciare.
ch’a quella son menato — che non posso piú mucciare.
Giá non posso piú mucciare — ché la morte m’ha ’battuto;
Giá non posso piú mucciare — ché la morte m’ha ’battuto;
tolto m’ha el solazzare — desto mondo ove son suto;
tolto m’ha el solazzare — desto mondo ove son suto;
non ho potuto altro fare, — son denante a te venuto;
non ho potuto altro fare, — son denante a te venuto;
èlme oporto el tuo aiuto — ché ’l Nemico volme accusare.
èlme oporto el tuo aiuto — ché ’l Nemico volme accusare.
— Non è tempo aver pietanza — po’ la morte del peccato;
— Non è tempo aver pietanza — po’ la morte del peccato;
fatta te fo recordanza — che tu fusse confessato;
fatta te fo recordanza — che tu fusse confessato;
non voleste aver leanza — en quel che te fo comandato,
non voleste aver leanza — en quel che te fo comandato,
la iustizia ha ’l principato — che te vole esaminare.
la iustizia ha ’l principato — che te vole esaminare.
Lo Nemico si ce vene — a questa entenzagione:
Lo Nemico ce vene — a questa entenzagione:
— O Signor, pregote bene — che m’entende a ragione;
— O Signor, pregote bene — che m’entende a ragione;
che a questo omo s’avene — ch’io lo mene en pregione,
che a questo omo s’avene — ch’io lo mene en pregione,
s’io provo la cagione — co el se de’ condennare. —
s’io provo la cagione — co el se de’ condennare. —
El Signor che è staterá — responde a questo ditto:
El Signor che è statera — responde a questo ditto:
— La prova, se ella è vera, — entenderolla a distritto;
— La prova, se ella è vera, — entenderolla a distritto;
ché onne bono omo spera — ch’io sia verace e dritto;
ché onne bono omo spera — ch’io sia verace e dritto;
se hai il suo fatto scritto — or ne di’ ciò che te pare.
se hai il suo fatto scritto — or ne di’ ciò che te pare.
— Signore, tu l’hai creato — come fo tuo piacemento;
— Signore, tu l’hai creato — come fo tuo piacemento;
de grazie l’hai ornato, — désteli descernemento;
de grazie l’hai ornato, — désteli descernemento;
nulla cosa ha osservato — de lo tuo comandamento;
nulla cosa ha osservato — de lo tuo comandamento;
a cui fece el servemento — lo ne deve meritare.
a cui fece el servemento — lo ne deve meritare.
Ché molto ben sapea — quando tollea l’usura,
Ché molto ben sapea — quando tollea l’usura,
al povero si daéa — molto manca mesura;
al povero si daéa — molto manca mesura;
ma ne la corte mea — li farò tal pagatura,
ma ne la corte mea — li farò tal pagatura,
ch’el non senti ancura — de que i farò asagiare.
ch’el non sentí ancura — de que i farò asagiare.
</poem>
</poem>