Pagina:Campanella, Tommaso – Lettere, 1927 – BEIC 1776819.djvu/124: differenze tra le versioni
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Hai visto poi come il primo Senno onde tutte le conoscenze pendeno, tiene assai piú cura d’ogni cosella, che la nostra anima in noi, che pur li peli e gli escrementi usa con mirabil arte a diverse utilitá, secondo meglio poi dalla filosofia nostra, che portasti teco, averai considerato. |
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Hai visto poi come il primo Senno onde tutte le conoscenze |
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pendeno, tiene assai piú cura d’ogni cosella, che la nostra |
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anima in noi, che pur li peli e gli escrementi usa con mirabil |
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arte a diverse utilitá, secondo meglio poi dalla filosofia nostra, |
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che portasti teco, averai considerato. |
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Talché il primo Senno tenerá piú conto degli uomini che dell’altre particelle del mondo, poiché senza dubbio son piú nobili e si serveno de’ bruti e piante, e mare ed aria, e del fuoco istesso, da cui procede l’anima brutale, come di cose vili e basse ad ogni lor uso. Dunque, è verissimo che questo Senno abbia dato legge a gli uomini dopo che prevaricâro quella che in natura innestò primamente, e finalmente sendo inaccessibile questa sapienza infinita si fece accessibile a noi, e come noi, uomo; e che negar questo è negar la providenza sua necessaria, e l’amor che porta ai suoi effetti piú ch’il padre a’ figli, o io alli miei libri senza comparazione; e che sendo egli in ogni cosa, non l’è viltá esser nell’uomo in un modo particolare e dirsi uomo, poiché in un certo modo ''Iuppiter est quodeumque vides, quodeumque movetur''. |
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Talché il primo Senno tenera piú conto degli uomini che |
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dell’altre particelle del mondo, poiché senza dubbio son piú |
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nobili e si serveno de’ bruti e piante, e mare ed aria, e del |
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fuoco istesso, da cui procede l’anima brutale, come di cose |
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vili e basse ad ogni lor uso. Dunque, è verissimo che questo |
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Senno abbia dato legge a gli uomini dopo che prevaricáro |
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quella che in natura innestò primamente, e finalmente sendo |
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inaccessibile questa sapienza infinita si fece accessibile a noi, |
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e come noi, uomo; e che negar questo è negar la providenza |
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sua necessaria, e l’amor che porta ai suoi effetti piú ch’ il padre |
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a’ figli, o io alli miei libri senza comparazione; e che sendo |
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egli in ogni cosa, non l’è viltá esser nell’uomo in un modo |
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particolare e dirsi uomo, poiché in un certo modo Iuppiler |
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est quodeumque vides, quodeumque movetur. |
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Poi hai visto che tiene necessariamente una scola in terra delle sue veritá; e che non può esser altra questa se non la chiesa romana, autorizata con successione certa di mille seicento anni, con miracoli, riscontri, testimonianze e martirio; e che nullo può dal possesso suo levarla, se non ha tanti miracoli, profezie, testimoni e martiri quanti fũro quelli co’ quali san Pietro tolse il pontificato a Cesare, e Cristo a Caifa, ed Elia ed Eliseo a’ sacerdoti di Ieroboamo, e Mosè a’ sacerdoti egizii etc. E come a Lutero ed a Calvino, mancando queste prove e non ci essendo altro che pugna di parole, come fûr in Arrio, Sabellio, Pelagio, o forza d’armi come in Macone. in Tamerlano, in Cinghi, in Alessandro, non deve darsi credito d’ambasciator divino; perché Dio autoriza con altissimi modi i suoi profeti che manda a ristorare i secoli. Dalle quali poche parole piú dette con litteratura umana che divina da me, per ch’allora io non aveva visto angeli e diavoli che mi facessero per evidenza cristiano, com’ero prima per fredda fede, |
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Poi hai visto che tiene necessariamente una scola in terra |
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delle sue veritá; e che non può esser altra questa se non la |
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chiesa romana, autorizata con successione certa di mille seicento anni, con miracoli, riscontri, testimonianze e martirio; |
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e che nullo può dal possesso suo levarla, se non ha tanti miracoli, profezie, testimoni e martiri quanti furo quelli co’ quali |
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san Pietro tolse il pontificato a Cesare, e Cristo a Caifa, ed |
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Elia ed Eliseo a’ sacerdoti di Ieroboamo, e Mosè a’ sacerdoti |
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egizii etc. E come a Lutero ed a Calvino, mancando queste |
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prove e non ci essendo altro che pugna di parole, come fúr |
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in Arrio, Sabellio, Pelagio, o forza d’armi come in Macone. |
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in Tamerlano, in Cinghi, in Alessandro, non deve darsi credito d’ambasciator divino; perché Dio autoriza con altissimi |
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modi i suoi profeti che manda a ristorare i secoli. Dalle quali |
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poche parole piú dette con litteratura umana che divina da me, |
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per ch’allora io non aveva visto angeli e diavoli che mi facessero per evidenza cristiano, com’ero prima per fredda fede, |