Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/29: differenze tra le versioni

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difesa di Rimino, e molto piú a volere muovere nuova guerra, non satisfece punto in questa legazione, e non parve fussi vivo in mostrare al duca la opinione della cittá, e mantenere sanza rispetto l’onore di quella. Potette esserne piú cagione: o perché conoscessi che sendo quel signore di natura sdegnoso, lo eseguire le commissione in quel modo gli era commesso, fussi per fare piú danno che frutto, o pure perché si ingegnassi di farsi quel signore benevolo per avere da lui qualche beneficio per un suo figliuolo non legittimo, prete; come ebbe di poi l’anno sequente subito fu tornato a Firenze, che gli détte una badia in Cremona, di entrata di trecento ducati o meglio. Insomma e’ tornò a Firenze con nome di essere affezionato al duca, e cosí era con effetto. Ed in quegli tempi medesimi, pe’ dispareri nascevano in queste cose del papa, si fece in Firenze una dieta, che vi furono gli imbasciadori del re e del duca, dove lui molto favorí la parte del duca; il che intendendo il re dal suo imbasciadore, cominciò a volergli male; e poco di poi sendo lo imperadore Federigo a Ferrara che tornava da Roma per sua boti, e cercando el duca Galeazzo ottenere da lui la investitura del ducato, e richiedendo el favore della cittá, vi fu mandato a Ferrara imbasciadore messer Luigi per aiutare questa materia, la quale non ebbe effetto.
difesa di Rimino, e molto piú a volere muovere nuova guerra,

non satisfece punto in questa legazione, e non parve fussi vivo
Sendo poi a San Miniato vicario, e sendo la cittá nelle pratiche fra re e duca, e sendosi deliberata a Napoli allo imbasciadore una lettera di natura che esequendosi, la cittá si congiugneva col re e spiccavasi dalla amicizia di Milano, sopragiunse messer Luigi innanzi che la lettera fussi andata, e tanto operò che la si revocò e non andò. Messer Tommaso Soderini era allora di piú autoritá che alcuno dello stato, ed aveva insino allora, doppo la morte di Piero di Cosimo, governato Lorenzo; ma allora Lorenzo, non piacendogli questa sua grandezza, cominciò a ristrignersi piú con messer Luigi, e lui lo favori forte, in modo che nel 1470 si affaticò piú che altro cittadino per la grandezza e sicurtá di Lorenzo, e tanto che si ristrinse per cinque anni el modo di creare gli accopiatori. Il che détte a Lorenzo una riputazione grandissima,
in mostrare al duca la opinione della cittá, e mantenere sanza
rispetto l’onore di quella. Potette esserne piú cagione: o perché
conoscessi che sendo quel signore di natura sdegnoso, lo eseguire le commissione in quel modo gli era commesso, fussi
per fare piú danno che frutto, o pure perché si ingegnassi di
farsi quel signore benevolo per avere da lui qualche beneficio per un suo figliuolo non legittimo, prete; come ebbe di
poi l’anno sequente subito fu tornato a Firenze, che gli détte
una badia in Cremona, di entrata di trecento ducati o meglio.
Insomma e’ tornò a Firenze con nome di essere affezionato
al duca, e cosi era con effetto. Ed in quegli tempi medesimi,
pe’ dispareri nascevano in queste cose del papa, si fece in
Firenze una dieta, che vi furono gli imbasciadori del re e del
duca, dove lui molto favori la parte del duca; il che intendendo il re dal suo imbasciadore, cominciò a volergli male;
e poco di poi sendo lo imperadore Federigo a Ferrara che
tornava da Roma per sua boti, e cercando el duca Galeazzo
ottenere da lui la investitura del ducato, e richiedendo el favore
della cittá, vi fu mandato a Ferrara imbasciadore messer Luigi
per aiutare questa materia, la quale non ebbe effetto.
Sendo poi a San Miniato vicario, e sendo la cittá nelle
pratiche fra re e duca, e sendosi deliberata a Napoli allo imbasciadore una lettera di natura che esequendosi, la cittá si
congiugneva col re e spiccavasi dalla amicizia di Milano, sopragiunse messer Luigi innanzi che la lettera fussi andata, e
tanto operò che la si revocò e non andò. Messer Tommaso
Soderini era allora di piú autoritá che alcuno dello stato, ed
aveva insino allora, doppo la morte di Piero di Cosimo, governato Lorenzo; ma allora Lorenzo, non piacendogli questa
sua grandezza, cominciò a ristrignersi piú con messer Luigi,
e lui lo favori forte, in modo che nel 1470 si affaticò piú che
altro cittadino per la grandezza e sicurtá di Lorenzo, e tanto
che si ristrinse per cinque anni el modo di creare gli accopiatori. Il che détte a Lorenzo una riputazione grandissima,