Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/163: differenze tra le versioni

BrolloBot (discussione | contributi)
test caricamento
 
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione||{{Sc|relazione della difesa di parma|157}}}}
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
terra, e’ quali ognora piú instando e con parole sempre piú pungenti, mi parse manco male lasciarli mandare questo trombetto: ma mandai la cosa in lungo verso el dí, el piú che potetti, e con la commissione scritta che fu ''solum'' di escusarsi; e volli mi dessino la fede che per qualunque risposta o imbasciata che riportassi, non apiccherebbono pratica alcuna sanza mio consenso, e non mi farebbono nuova instanzia di udire o rimandare altri.
terra, e’ quali ognora piú instando e con parole sempre piú

pungenti, mi parse manco male lasciarli mandare questo trombetto: ma mandai la cosa in lungo verso el di, el piú che
La notte tutta si continuò nelli medesimi rumori e tumulti, sendo in veritá molto intimoriti quelli della terra, a’ quali non potevo persuadere che li inimici non avevano condotti cannoni: ed erano tanto presi, che volendo io fare lavorare da’ soldati, perché non vi era guastatori, uno riparo da quella banda dove ci pareva verisimile che avessino a battere se pure avessino cannoni, non fu mai possibile, con ogni instanzia che io facessi con li anziani, che mi ritrovassino zappe ed instrumenti che bisognano: di sorte che io ero certissimo che se avessino cannoni, le cose nostre non avevano remedio, e come la terra fussi stata certa che n’avessino pure dua, saria stato impossibile retenerli che non corressino a capitulare.
potetti, e con la commissione scritta che fu solum di escusarsi;

e volli mi dessino la fede che per qualunque risposta o imbasciata che riportassi, non apiccherebbono pratica alcuna sanza
Questo timore ed andamenti delli uomini della terra veduti ed intesi da’ nostri soldati, messono tanto sospetto in loro che non potevo assicurarli; perché dubitavano che la cittá non voltassi, ed a uno tempo medesimo avere a combattere con li inimici ed a guardarsi le spalle, o almanco non essere abbandonati da loro. Perché la guardia della terra era partita: la cittadella insino al ponte di Cavrazuca, al signor Francesco dal Monte; di quivi insino presso a porta di Bologna a Francesco Salamone; e ’l resto a Prete Bacinone: e nella guardia di ognuno di questi concorrevano e’ deputati della terra con le sue squadre; e’ quali se ci avessino abandonato, non si poteva col nostro poco numero guardare el circuito tutto della terra, ed in uno tempo medesimo resistere alla battaglia, la quale si giudicava si avessi a dare in piú luoghi. Tutte queste difficultá mi erano maggiore, perché ero nuovo in quella cittá,
mio consenso, e non mi farebbono nuova instanzia di udire
o rimandare altri.
La notte tutta si continuò nelli medesimi rumori e tumulti, sendo in veritá molto intimoriti quelli della terra, a’
quali non potevo persuadere che li inimici non avevano condotti cannoni: ed erano tanto presi, che volendo io fare
lavorare da’ soldati, perché non vi era guastatori, uno riparo
da quella banda dove ci pareva verisimile che avessino a
battere se pure avessino cannoni, non fu mai possibile, con
ogni instanzia che io facessi con li anziani, che mi ritrovassino zappe ed instrumenti che bisognano: di sorte che io ero
certissimo che se avessino cannoni, le cose nostre non avevano remedio, e come la terra fussi stata certa che n’avessino pure dua, saria stato impossibile retenerli che non corressino a capituiare.
Questo timore ed andamenti delli uomini della terra veduti
ed intesi da’ nostri soldati, messono tanto sospetto in loro che
non potevo assicurarli; perché dubitavano che la cittá non
voltassi, ed a uno tempo medesimo avere a combattere con
li inimici ed a guardarsi le spalle, o almanco non essere abbandonati da loro. Perché la guardia della terra era partita:
la cittadella insino al ponte di Cavrazuca, al signor Francesco
dal Monte; di quivi insino presso a porta di Bologna a Francesco Salamone; e ’l resto a Prete Bacinone: e nella guardia
di ognuno di questi concorrevano e’ deputati della terra con
le sue squadre; e’ quali se ci avessino abandonato, non si
poteva col nostro poco numero guardare el circuito tutto della
terra, ed in uno tempo medesimo resistere alla battaglia, la
quale si giudicava si avessi a dare in piú luoghi. Tutte queste
difficultá mi erano maggiore, perché ero nuovo in quella cittá,