Pagina:Iliade (Romagnoli) II.djvu/42: differenze tra le versioni

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«È qui vicino l’uomo, né a lungo dovrete cercarlo,
«È qui vicino l’uomo, né a lungo dovrete cercarlo,
se pure dargli ascolto vorrete, né sdegno né cruccio
{{R|110}}se pure dargli ascolto vorrete, né sdegno né cruccio
colga ciascuno di voi, perché sono il più giovin di tutti.
colga ciascuno di voi, perché sono il più giovin di tutti.
Ché di buon padre, almeno, figliuolo sono io, di Tidèo,
Ché di buon padre, almeno, figliuolo sono io, di Tidèo,
che in Tebe adesso giace sepolto, e la terra lo cuopre.
che in Tebe adesso giace sepolto, e la terra lo cuopre.
Ebbe Portèo tre figli, che furono scevri di mende,
Ebbe Portèo tre figli, che furono scevri di mende,
ch’ebbero in Pleuróna le case, e in Calídone eccelsa,
{{R|115}}ch’ebbero in Pleuróna le case, e in Calídone eccelsa,
Agrio e Melate: Enèo terzo era, signor di cavalli,
Agrio e Melate: Enèo terzo era, signor di cavalli,
padre del padre mio, che gli altri in valore vinceva.
padre del padre mio, che gli altri in valore vinceva.
Questi rimase qui: mio padre lasciò la sua patria,
Questi rimase qui: mio padre lasciò la sua patria,
e prese stanza in Argo: lo vollero Giove ed i Numi.
e prese stanza in Argo: lo vollero Giove ed i Numi.
Quivi sposò la figlia d’Adrasto, e una casa opulenta
{{R|120}}Quivi sposò la figlia d’Adrasto, e una casa opulenta
ebbe di beni, e gran copia di campi feraci di biade,
ebbe di beni, e gran copia di campi feraci di biade,
e assai filari attorno correvano d’alberi; e aveva
e assai filari attorno correvano d’alberi; e aveva
greggi in gran numero, e tutti vinceva gli Achei con la lancia:
greggi in gran numero, e tutti vinceva gli Achei con la lancia:
è questo il vero: udito narrare l’avrete di certo.
è questo il vero: udito narrare l’avrete di certo.
Non un imbelle, dunque, né figlio di gente dappoco
{{R|125}}Non un imbelle, dunque, né figlio di gente dappoco
credere voi mi dovete, né quello ch’ io dico spregiare.
credere voi mi dovete, né quello ch’ io dico spregiare.
Sebben feriti, a zuffa moviamo, ché muovere è forza.
Sebben feriti, a zuffa moviamo, ché muovere è forza.
E quando lí saremo, restiamo lontan dalla mischia,
E quando lí saremo, restiamo lontan dalla mischia,
lunge dai tiri, perché non s’aggiunga ferita a ferita,
lunge dai tiri, perché non s’aggiunga ferita a ferita,
ed esortiamo gli altri, spingiamoli a pugna, che, ligi
{{R|130}}ed esortiamo gli altri, spingiamoli a pugna, che, ligi
a passïone, stanno lontani, né scendono al campo».
a passïone, stanno lontani, né scendono al campo».
Cosí diceva. E quelli l’udiron, gli diedero ascolto:
Cosí diceva. E quelli l’udiron, gli diedero ascolto:
mossero; e primo andava, signore di genti, l’Atríde.
mossero; e primo andava, signore di genti, l’Atríde.
Né cieco era il signore che cinge, che scuote la terra:
Né cieco era il signore che cinge, che scuote la terra:
vegliava: e venne, assunta parvenza di vecchio, fra loro,
{{R|135}}vegliava: e venne, assunta parvenza di vecchio, fra loro,
e per la destra l’Atríde, signore di popoli, prese,
e per la destra l’Atríde, signore di popoli, prese,
e, a lui parlando, queste gli volse veloci parole:
e, a lui parlando, queste gli volse veloci parole: