Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/196: differenze tra le versioni

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Al tempo che poca o niuna contezza si aveva<ref>[Invece delle parole che precedono, l’ediz. Nobili porta: «Mentre il piú degli uomini ebbero poco o niun conoscimento...»]</ref> della rotondità della terra, e dell’altre varie dottrine ch’appartengono alla cosmografia, gli uomini non sapendo quello che durante la notte il sole<ref>[Nell’ediz. Nobili: «il sole nel tempo della notte».]</ref> operasse o patisse, fecero intorno a questo particolare molte e belle immaginazioni, secondo la vivacità e la freschezza di quella fantasia che oggidi non si può chiamare altrimenti che fanciullesca, ma pure in ciascun’altra età degli antichi poteva poco meno che nella puerizia. E se alcuni s’immaginarono che il sole si spegnesse la sera e che la mattina si raccendesse, altri si persuasero che dal tramonto si posasse, e dormisse fino all’{{Pt|ag-|}}
Al tempo che poca o niuna contezza si aveva<ref>[Invece delle parole che precedono, l’ediz. Nobili porta: «Mentre il piú degli uomini ebbero poco o niun conoscimento...»]</ref> della rotondità della terra, e dell’altre varie dottrine ch’appartengono alla cosmografia, gli uomini non sapendo quello che durante la notte il sole<ref>[Nell’ediz. Nobili: «il sole nel tempo della notte».]</ref> operasse o patisse, fecero intorno a questo particolare molte e belle immaginazioni, secondo la vivacità e la freschezza di quella fantasia che oggidi non si può chiamare altrimenti che fanciullesca, ma pure in ciascun’altra età degli antichi poteva poco meno che nella puerizia. E se alcuni s’immaginarono che il sole si spegnesse la sera e che la mattina si raccendesse, altri si persuasero che dal tramonto si posasse, e dormisse fino {{Pt|all’ag-|}}