Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/273: differenze tra le versioni

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LE INQUIETUDINI DI ZELINDA Ibi


{{sc|Barbara}}. Ah sarebbe per avventura mio padre ?


{{sc|Avvocato}}. Vostro padre ? {{Ids|(con meravìglia)}}
{{sc|Barbara}}. Ah sarebbe per avventura mio padre?

{{sc|Avvocato}}. Vostro padre? {{Ids|(con meravìglia)}}


{{sc|Barbara}}. Sì signore. Credete ch’io non abbia padre?
{{sc|Barbara}}. Sì signore. Credete ch’io non abbia padre?
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{{sc|Avvocato}}. Verrebbe a tempo, se fosse desso.
{{sc|Avvocato}}. Verrebbe a tempo, se fosse desso.


{{sc|Barbara}}. Dov’ è ? presto, fatelo entrare. {{Ids|(a Tognina)}}
{{sc|Barbara}}. Dov’è? presto, fatelo entrare. {{Ids|(a Tognina)}}


{{sc|Tognina}}. Subito. Venga, venga, signore. {{Ids|(alla scena, e parte)}}
{{sc|Tognina}}. Subito. Venga, venga, signore. {{Ids|(alla scena, e parte)}}
{{Ct|t=1.5|v=1|SCENA VI.}}
{{Ct|c=scena|SCENA VI.}}
{{Ct|v=1|Costanzo e detti.}}
{{Ct|c=personaggi|Costanzo ''e detti''.}}
{{sc|Barbara}}. Eccolo, eccolo, il mio caro padre.
{{sc|Barbara}}. Eccolo, eccolo, il mio caro padre. {{Ids|(gli va incontro e s’abbracciano)}}
{{Ids|(gli Va incontro e s’ abbracciano)}}


{{sc|Costanzo}}. Cara figlia, con qual consolazione vi stringo al seno !
{{sc|Costanzo}}. Cara figlia, con qual consolazione vi stringo al seno!


{{sc|Barbara}}. Il vostro arrivo mi colma di giubbilo, di contentezza.
{{sc|Barbara}}. Il vostro arrivo mi colma di giubbilo, di contentezza.
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{{sc|Barbara}}. Povero padre!... Come vanno gli affari vostri?
{{sc|Barbara}}. Povero padre!... Come vanno gli affari vostri?


{{sc|Costanzo}}. Sono ormai in istato di comparir con onore. Grazie
{{sc|Costanzo}}. Sono ormai in istato di comparir con onore. Grazie al cielo, comincio un po’ a respirare... Ma chi è questo signore?
al cielo, comincio un po’ a respirare... Ma chi è questo
signore ?


{{sc|Avvocato}}. Un vostro umilissimo servitore.
{{sc|Avvocato}}. Un vostro umilissimo servitore.


{{sc|Costanzo}}. Perdoni, (lo saluta) Si può sapere chi è? {{Ids|(o Barbara)}}
{{sc|Costanzo}}. Perdoni. {{Ids|(lo saluta)}} Si può sapere chi è? {{Ids|(o Barbara)}}


{{sc|Barbara}}. E un signor avvocato.
{{sc|Barbara}}. È un signor avvocato.


{{sc|Avvocato}}. Un uomo d’onore, che si consola con voi, che si
{{sc|Avvocato}}. Un uomo d’onore, che si consola con voi, che si consola con lei...
consola con lei...


{{sc|Barbara}}. E che vorrebbe le prove dell’esser mio. {{Ids|(caricata)}}
{{sc|Barbara}}. E che vorrebbe le prove dell’esser mio. {{Ids|(caricata)}}
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{{sc|Avvocato}}. Ora son sì convinto... {{Ids|(a Barbara)}}
{{sc|Avvocato}}. Ora son sì convinto... {{Ids|(a Barbara)}}


{{sc|Costanzo}}. Con sua licenza. (all’Avvocato, e tira Barbara in disparte)
{{sc|Costanzo}}. Con sua licenza. X(all’Avvocato, e tira Barbara in disparte) È questi lo sposo che ti domanda? {{Ids|(piano a Barbara)}}
E questi lo sposo che ti domanda ? {{Ids|(piano a Barbara)}}


{{sc|Barbara}}. (No, non è desso).
{{sc|Barbara}}. (No, non è desso).


{{sc|Costanzo}}. (Che fai tu dunque di questa gente per casa ?)
{{sc|Costanzo}}. (Che fai tu dunque di questa gente per casa?)


{{sc|Barbara}}. E l’avvocato di don Flaminio. {{Ids|(Se sapeste... Basta,)}}
{{sc|Barbara}}. È l’avvocato di don Flaminio. (Se sapeste... Basta, ne parleremo). X(a Costanzo) Ecco qui mio padre, signore, ei darà conto di sè, e darà conto di me. {{Ids|(all’AvvocaTo)}}
ne parleremo), (a Costanzo) Ecco qui mio padre, signore, ei
darà conto di sè, e darà conto di me. {{Ids|(all’Avvocalo)}}


{{sc|Avvocato}}. Scusatemi, signora mia, ve ne supplico. Non prendete
{{sc|Avvocato}}. Scusatemi, signora mia, ve ne supplico. Non prendete in mala parte l’uffizio mio, prodotto dal zelo, dalla buona
in mala parte l’uffizio mio, prodotto dal zelo, dalla buona
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