Pagina:Settembrini - Protesta del popolo delle Due Sicilie.djvu/25: differenze tra le versioni

Accolturato (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 9: Riga 9:




Noi abbiamo un codice di leggi civili e penali che è forse dei migliori che sieno in Europa, ma esso è nulla al perchè la Polizia fa tutto, può tutto, e non riconosce alcuna legge. Negli affari civili i debitori di mala fede, i truffatori, gli usurai, le spie, e gli altri tristi, quando o vedono che han torto per giustizia cercano i favori o la protezione di qualche impiegato di Polizia o del Ministro. Ed il Ministro chiama a sè le parti, giudica ed esegue alla gendarmesca, non curandosi nè di patti nè di convenzioni, nè di sentenze di tribunali. Chi si lagna e parla o di leggi, eccogli i gendarmi, le manette, il carcere; dove resta finchè non si persuade che il volere della Polizia è la sola legge cui si deve ubbidire. Un mercante scrisse a Leopoldo Principe di Salerno pregandolo umilmente gli restituisse i seimila ducati che gli aveva prestati; la risposta gliela portarono i gendarmi che condussero in carcere quell’insolente che domandava il suo. Un padre di famiglia vivea col frutto di un picciol capitale: il debitore dà un sottomano ad un impiegato di Polizia ed eccoti quel misero in carcere e per uscirne dovette rinunziare lo a gran parte del suo danaro e dare una mancia a quei schifosi carnefici detti impiegati di Polizia. Un uomo dabbene scacciò da sè la moglie che era infedele sedottagli da un impiegato di Polizia; la donna ricorse al Ministro, che fatto buon viso alla sgualdrina fe’ imprigionare<section end="s2" />
Noi abbiamo un codice di leggi civili e penali che è forse dei migliori che sieno in Europa, ma esso è nulla al perchè la Polizia fa tutto, può tutto, e non riconosce alcuna legge. Negli affari civili i debitori di mala fede, i truffatori, gli usurai, le spie, e gli altri tristi, quando vedono che han torto per giustizia cercano i favori o la protezione di qualche impiegato di Polizia o del Ministro. Ed il Ministro chiama a sè le parti, giudica ed esegue alla gendarmesca, non curandosi nè di patti nè di convenzioni, nè di sentenze di tribunali. Chi si lagna e parla o di leggi, eccogli i gendarmi, le manette, il carcere; dove resta finchè non si persuade che il volere della Polizia è la sola legge cui si deve ubbidire. Un mercante scrisse a Leopoldo Principe di Salerno pregandolo umilmente gli restituisse i seimila ducati che gli aveva prestati; la risposta gliela portarono i gendarmi che condussero in carcere quell’insolente che domandava il suo. Un padre di famiglia vivea col frutto di un picciol capitale: il debitore dà un sottomano ad un impiegato di Polizia ed eccoti quel misero in carcere e per uscirne dovette rinunziare a gran parte del suo danaro e dare una mancia a quei schifosi carnefici detti impiegati di Polizia. Un uomo dabbene scacciò da sè la moglie che era infedele sedottagli da un impiegato di Polizia; la donna ricorse al Ministro, che fatto buon viso alla sgualdrina fe’ imprigionare<section end="s2" />
Piè di pagina (non incluso)Piè di pagina (non incluso)
Riga 1: Riga 1:
{{PieDiPagina|||{{smaller|2}} &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;}}