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L’armatore e l’uomo di mare lasciarono la stanza, attraversarono parecchi salotti ammobigliati sontuosamente, poi una lunga fila di magazzini dove erano accumulate, alla rinfusa, casse, botti ed una quantità enorme di colli d’ogni specie e uscirono su di una larga via, fiancheggiata da un fiume e da un grande numero d’abitazioni di stile chinese.
L’armatore e l’uomo di mare lasciarono la stanza, attraversarono parecchi salotti ammobigliati sontuosamente, poi una lunga fila di magazzini dove erano accumulate, alla rinfusa, casse, botti ed una quantità enorme di colli d’ogni specie e uscirono su di una larga via, fiancheggiata da un fiume e da un grande numero d’abitazioni di stile chinese.


Quel fiume era il Passig, il quale divide Manilla, la capitale del vasto arcipelago delle isole Filippine, in due città distinte, quella spagnola e quella indigeno-chinese; quelle case erano il sobborgo di Bidondo, il popoloso quartiere dei chinesi, dei commercianti e degli armatori.
Quel fiume era il Passig, il quale divide Manilla, la capitale del vasto arcipelago delle isole Filippine, in due città distinte, quella spagnuola e quella indigeno-chinese; quelle case erano il sobborgo di Bidondo, il popoloso quartiere dei chinesi, dei commercianti e degli armatori.


— Il signor Wan-Baer e O’Paddy si diedero il braccio e si diressero, discorrendo tranquillamente, come le più oneste persone del mondo, verso il grandioso ponte che unisce il sobborgo alla città spagnola, passando sopra il Passig.
— Il signor Wan-Baer e O’Paddy si diedero il braccio e si diressero, discorrendo tranquillamente, come le più oneste persone del mondo, verso il grandioso ponte che unisce il sobborgo alla città spagnuola, passando sopra il Passig.


Uno sguardo, innanzi tutto, a questi due uomini. Il signor Wan-Baer, un olandese, come lo dice il nome, era un uomo sulla cinquantina, tozzo di forme, con una faccia larga e rosea, con due occhi piccoli, d’un azzurro cupo, ma con certi riflessi verdastri come quegli degli animali notturni. La sua bocca era eternamente aperta ad un sorriso che pareva bonario ed in tutto l’insieme sembrava un pacifico discendente di quegli abitanti del paese delle dighe.
Uno sguardo, innanzi tutto, a questi due uomini. Il signor Wan-Baer, un olandese, come lo dice il nome, era un uomo sulla cinquantina, tozzo di forme, con una faccia larga e rosea, con due occhi piccoli, d’un azzurro cupo, ma con certi riflessi verdastri come quegli degli animali notturni. La sua bocca era eternamente aperta ad un sorriso che pareva bonario ed in tutto l’insieme sembrava un pacifico discendente di quegli abitanti del paese delle dighe.