Pagina:Salgari - I naufragatori dell'Oregon.djvu/24

20 emilio salgari


– Lo chiedete ad un marinaio?... È l’Oregon che sta per salire il fiume.

– E che mi conduce le due persone che voi dovrete derubare e far sparire. Volete seguirmi al porto?

– Vorreste presentarmele?...

– No, sarebbe pericoloso. Ve le farò vedere, poi voi andrete ad arruolare i vostri furfanti.

– Andiamo, signor Wan-Baer. Fulmini di Giove!... Ecco una bella giornata!... Quale disgrazia che sia giunta così tardi!... La fortuna mi doveva questa rivincita!...

L’armatore e l’uomo di mare lasciarono la stanza, attraversarono parecchi salotti ammobigliati sontuosamente, poi una lunga fila di magazzini dove erano accumulate, alla rinfusa, casse, botti ed una quantità enorme di colli d’ogni specie e uscirono su di una larga via, fiancheggiata da un fiume e da un grande numero d’abitazioni di stile chinese.

Quel fiume era il Passig, il quale divide Manilla, la capitale del vasto arcipelago delle isole Filippine, in due città distinte, quella spagnuola e quella indigeno-chinese; quelle case erano il sobborgo di Bidondo, il popoloso quartiere dei chinesi, dei commercianti e degli armatori.

— Il signor Wan-Baer e O’Paddy si diedero il braccio e si diressero, discorrendo tranquillamente, come le più oneste persone del mondo, verso il grandioso ponte che unisce il sobborgo alla città spagnuola, passando sopra il Passig.

Uno sguardo, innanzi tutto, a questi due uomini. Il signor Wan-Baer, un olandese, come lo dice il nome, era un uomo sulla cinquantina, tozzo di forme, con una faccia larga e rosea, con due occhi piccoli, d’un azzurro cupo, ma con certi riflessi verdastri come quegli degli animali notturni. La sua bocca era eternamente aperta ad un sorriso che pareva bonario ed in tutto l’insieme sembrava un pacifico discendente di quegli abitanti del paese delle dighe.

Sbarcato a Manilla giovanissimo, in breve aveva saputo guadagnarsi una fortuna considerevole. Abile speculatore, freddo calcolatore, astuto negoziante, a trent’anni già possedeva vasti magazzini e piantagioni considerevoli ed a quaranta una diecina di velieri coi quali trafficava coi porti della China.

Il suo degno compagno, un irlandese naturalizzato americano