Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/128: differenze tra le versioni
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<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|4192}}-->ovvero l’ignoranza di quello che si era creduto conoscere; benché del resto, ''faute de bien observer ou raisonner'', molte di siffatte scoperte negative si abbiano per positive. E che gli antichi, in metafisica e in morale principalmente, ed anche in politica (uno de’ cui piú veri principii è quello di lasciar fare piú che si può, libertà piú che si può), erano o al pari, o piú avanzati di noi, unicamente perché ed in quanto anteriori alle pretese <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|4193}} scoperte e cognizioni di verità positive, alle quali noi lentamente e a gran fatica siamo venuti e veniamo di continuo rinunziando, e scoprendone, conoscendone la falsità, e persuadendocene, e promulgando tali nuove scoperte e popolarizzandole (Bologna, 1 settembre 1826). |
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{{ZbPensiero|4193/1}} Ὅτι δὲ αὐτὸς (ὁ Λουκιανὸς) τῶν μηδὲν ἦν ὅλως δοξαζόντων, καὶ τὸ τῆς βίβλου ἐπίγραμμα δίδωσιν ὑπολαμβάνειν᾽ ἒχει γὰρ ᾧδε. ec. Photius, ''Biblioth''. cod. 128. - ''Dare a vedere, dare a conoscere, ad intendere'' ec. Vedi p. {{ZbLink|4196}} |
{{ZbPensiero|4193/1}} Ὅτι δὲ αὐτὸς (ὁ Λουκιανὸς) τῶν μηδὲν ἦν ὅλως δοξαζόντων, καὶ τὸ τῆς βίβλου ἐπίγραμμα δίδωσιν ὑπολαμβάνειν᾽ ἒχει γὰρ ᾧδε. ec. {{AutoreCitato|Fozio di Costantinopoli|Photius}}, ''Biblioth''., cod. 128. - ''Dare a vedere, dare a conoscere, ad intendere'' ec. Vedi p. {{ZbLink|4196}}, fin. |
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{{ZbPensiero|4193/2}} Alla p. {{ZbLink|4153}}. Questo passo di {{AutoreCitato|Agatarchide di Cnido|Agatarchide}} è un nuovo esempio di quello che la critica osserva o deve osservar nella storia, cioè che spessissimo la storia d’una nazione s’è appropriata i fatti, veri o finti, narrati dagli storici di un’altra. Tale è ancor quello di {{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}}, ''Octav Caes. Augustus'', cap. |
{{ZbPensiero|4193/2}} Alla p. {{ZbLink|4153}}. Questo passo di {{AutoreCitato|Agatarchide di Cnido|Agatarchide}} è un nuovo esempio di quello che la critica osserva o deve osservar nella storia, cioè che spessissimo la storia d’una nazione s’è appropriata i fatti, veri o finti, narrati dagli storici di un’altra. Tale è ancor quello di {{AutoreCitato|Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio}}, ''Octav. Caes. Augustus'', cap. XCIV. Auctor est Julius Marathus, ante paucos quam (Augustus) nasceretur menses, prodigium Romae factum publice, quo denuntiabatur regem populo romano naturam parturire; senatum exterritum censuisse ne quis illo anno genitus educaretur; eos qui gravidas uxores haberent, quod ad se quisque spem traheret, curasse ne senatusconsultum ad aerarium referretur (''que le décret ne passât et ne fût mis dans les archives''.{{AutoreCitato|Jean-François de La Harpe| La Harpe}}). Questa istorietta è visibilmente sorella di quella d’Erode e degl’innocenti, qualunque delle due sia l’''ainée''. Né<section end="2" /> |
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[[Categoria:Pagine con testo greco]] |