Pagina:Deledda - La giustizia, Milano, Treves, 1929.djvu/46: differenze tra le versioni
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In quel punto entrò Maria, e il gattino le andò incontro miagolando. |
In quel punto entrò Maria, e il gattino le andò incontro miagolando. |
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— Perchè ti sei levata? — rimproverò donna Maurizia. |
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— Non vi pare ora? E poi ho sentito che mi chiamavano: chi era? |
— Non vi pare ora? E poi ho sentito che mi chiamavano: chi era? |
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— Prendi, disse la madre porgendole la scodella scintillante. |
— Prendi, disse la madre porgendole la scodella scintillante. |
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— Chi è venuto? |
— Chi è venuto? — ripetè Maria guardando lo ''spirito d’uovo'' senza sorbirlo; e il gattino le si arrampicava sul grembiale. |
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— Scendi giù, Mimìa, impose donna Maurizia con l’indice teso. — Era quella sciocca di Serafina. Tuo cognato pare che ieri notte, andatosene di qui, abbia fatto qualche stravizio ed ha la febbre di nuovo. |
— Scendi giù, Mimìa, impose donna Maurizia con l’indice teso. — Era quella sciocca di Serafina. Tuo cognato pare che ieri notte, andatosene di qui, abbia fatto qualche stravizio ed ha la febbre di nuovo. |
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— Dio mio, il vino! |
— Dio mio, il vino! — pensò Maria, e per il rimorso e per il calore interno della bevanda che lentamente sorbiva, arrossì fin sulle mani. — Ma che stravizio poteva fare? — osservò timidamente. |
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— E che stravizio fanno i viziosi? |
— E che stravizio fanno i viziosi? — gridò |
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