Sotto il velame/Le tre fiere
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Giovanni Pascoli - Sotto il velame (1902)
Le tre fiere
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LE TRE FIERE
Indice-Sommario
- Capitolo I. Dante fuor della selva (che figura il vestibolo e il limbo), riacquistata la prudenza, trova le tre fiere e «tanto giù cade», ritornando verso la selva dell’oscurità e della viltà.
- Capitolo II. Se la selva è il peccato originale, le tre fiere sono il peccato attuale, che si esplica in tre disposizioni cattive, che nell’inferno sono punite nell’ordine in cui si presentano le tre fiere, e l’una è più leggera, e le altre due sono simili tra loro, e fanno ingiuria; e prima è la violenza e poi la frode, e la violenza ha del leone e la frode ha della lupa; e il leone ha una brama sola come la violenza, e la lupa tante, come la frode, ed è bestia malvagia e malvagia e ria tanto la frode quanto la lupa.1
- Capitolo III. Cicerone è l’autor di Dante nella divisione della malizia in vis e fraus, e Cicerone raffronta la vis, al leone, e la fraus alla volpe, che Dante muta in lupa, per sue buone ragioni.2
- Capitolo IV. La lonza è incontinenza, come è dichiarato dal rimedio che val contro essa, e contro la femmina balba del purgatorio (che è la lonza rovesciata, per così dire).
- Capitolo V. La lonza è l’incontinenza di concupiscibile che si muta in incontinenza d’irascibile, e la femmina balba viceversa.
- Capitolo VI. La corda gettata a Gerione che cosa significhi; e come confermi che la lonza è l’incontinenza.
- Capitolo VII. Perchè Dante non scinse la corda nel primo cerchietto o nel terzo? La lupa non è l’avarizia; perchè qual peccato rappresenterebbero le altre due fiere, più lieve di questo che è un mal tenere? È l’avarizia sì, ma come peccato quasi d’ingiustizia e facile a tramutarsi in ingiustizia.
- Capitolo VIII. E così la lupa riassume le altre due fiere, componendosi di triplice inordinazione, nell’appetito, nel volere e nell’intelletto.
- Capitolo IX. È cupidità che si liqua in mal volere. Conclusione con accenni alla equivalenza delle tre disposizioni ai sette peccati.
Note
- ↑ Aggiungi in fine, che Gerione, sozza imagine di frode, è detto bestia malvagia come la lupa.
- ↑ A pag. 119, nota 2, continua la nota così: Crudeltà è divisa in due maniere. L’una è forza e l’altra è bugia. Forza è come di leone, bugia è come di volpe (nel cod. e simia, nel francese è gorpil): l’una e l’altra è pessima cosa e inumana etc. Il Moralium dogma è nell’ed. Romagnoliana del Tesoro tradotto.