Signor, tanto me piacquer tuoi salute
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Questo testo fa parte della raccolta XXII. Ser Cecco Nuccoli
XIII
Rimpiange il tempo perduto nella vana passione.
Signor, tanto me piacquer tuoi salute,
ch’io mille grazie ne rendel al messo;
e ben mostre nel dir che sol se’ esso
4colui, ch’avanze sovr’ogne vertute.
Ma i giorni e l’ore e notte, ch’i’ho perdute,
dògliomen molto, e biasemo ine stesso;
e pato mille morte via piú spesso,
8che quei, che stanno fra l’ardente Iute.
Ma eli ’è sola una spem, che ci persevra
l’alma nel corpo, inmaginando forse
11ch’Amor di su’ opinion tria molt’e levra.
Né mai per tal camin pássoce ’n forse,
né lascerò l’andar, tanto so’empio:
14in prima s’arfarebbe per me il tempio.
Sonetto fatto in riso e pianto e lutto,
a chi te legge non ti scovrir tutto.