Sermoni (Chiabrera)/V
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V
AL SIGNOR AGOSTINO DRAGO.
Drago, che fra solenni tribunali,
Ove lo stato nostro è sempre in forse,
Meni la vita tua, come nocchiero
In mezzo all’Oceán, che sempre mugghia;
5Dimmi sulla tua fe: giammai ti prende
Pietate alcuna della nostra etade?
Duolti di noi, quando per l’ampie sale
Corre la gente di sè stessa in bando?
O palagi, soggiorno non d’Astrea,
10Ma di calamità! per quella parte
Corre la vedovella a cui vien tolta
L’insidïata dote; e per quest’altra
Ne conduce i pupilli il buon Tutore
A dimandar mercè contro i Potenti.
15Qui piange Pietro a cui sentenza avversa
Ha rotto il collo; e là trïonfa Marco
Che borsa empierà d’aurea moneta.
Rimiransi apparir gravi Avvocati
Con codazzo di gente, e siede in alto
20Il Giudice, a veder, qual Radamanto,
O qual Minosso: egli la fronte increspa
Tutto accigliato; non rivolge il guardo,
Salvo severo; e se d’udir s’annoja,
La maestà del volto ei non scompone,
25Ma colla man fa segno: io non so poi
Pur di quella sua man ciò che facesse,
Ben lusingato in solitaria stanza,
Che alfin la mano per pigliar: dirai,
Drago gentil, che la mia penna è tinta
30Di scuro fiel; così mi versi Clio
Largamente la fonte di Parnaso,
Come io del biasmo altrui non mi rallegro
Atto cortese è perdonare: io mossi
A favellar di liti, e di palagi
35Per dar chiara corona a quei Gentili
Che sanno quivi consolar gli afflitti:
E fra tutti costor tu non risplendi
Men che piropo, e non per tanto alcuno
Sul viso ti dirà, come è sciocchezza
40Non pescar nel gran fiume della Plata.
Ma non abbandonar la bella impresa,
E fatti sordo a’ consiglier malvagi.
Mortal ricchezza a mille rischi esponsi,
E rimansi di qua; vera virtude
45Sicura n’accompagna oltra il sepolcro.