A MONSIG. GIOVANNI CIAMPOLI.

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A MONSIG. GIOVANNI CIAMPOLI.
II IV
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III

A MONSIG. GIOVANNI CIAMPOLI.

     Fra i colli alteri, e lungo il regio Tebro,
Ove per ciascun uom tanto si spera,
E tanto si sospira, or che rimena
L’anno cocenti i dì, che fate, Amici?
5Quali son vostre Aurore? e come lieto
Chiudete a sera il Sol nell’Oceano?
Infioransi le mense, e di bel gelo
Illustrate le coppe? il gran Vesevo
Vi mesce, o pure dal gentil Gandolfo
10Viene a’ vostri conforti il buon Leneo?
O fortunati, se speranza incerta
Con dolce tosco non v’ancide; Roma
Appar, non men che Circe, incantatrice:
Vegna il senno d’Ulisse a farci schermo,
15Ciampoli, quanto vegghi! e come tendi
L’arco della tua mente? ed a qual segno?
Rispondi a’ gran Messaggi, e fai che tuoni
Tua cara voce nelle regie stanze,
Lusingando l’orecchie al gran Senato?
20O del sommo Pastor le voglie esponi
A’ re scettrati? e sulla nobil Senna
E sull’Istro superbo, e sull’Ibero
Con meraviglia fai volar tuo nome?
Vento di puro ciel t’empia le vele,
25Castore ti conduca, un mare immenso
Certo ti s’apparecchia: io d’altra parte
Stommi ozïoso in sulle patrie rive.
Qui solitario i miei pensier compongo,
Sicchè da lungi il grand’Urbano adoro:
30Te nel mezzo del cor porto rinchiuso.
E del fumo Roman nulla sovviemmi.