Sera (Prati)
Questo testo è incompleto. |
◄ | Natura | Memoria acerba | ► |
Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
LXI
SERA
Tinto è di rosa il eie): vedi, o Lucia,
nascere quel falcato astro d’argento?
uscir da le grand’ombre un vago accento
non odi tu, senza saper che sia?
qualche sospir, qualche memoria pia
non consegni tu pur, tacita, al vento?
Delle cose infinite il sentimento
piú profondo è in quest’ora, o donna mia.
Noi di lá da quell’astro e sopra quelle
nubi rosate, come qua, d’un nodo
sarem congiunti un di, santa compagna.
Morte a la gloria delle cose belle
conduce noi. Non ci dolghiam del modo,
né qual sia che di noi vada o rimagna.