Sentenza Tribunale penale di Perugia - Vicenda Federconsorzi/8
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- Nella stessa fatidica data del 27-5-1992 l’Avv. Casella a nome di un gruppo di creditori, costituito essenzialmente dalle maggiori banche, inviò agli organi della procedura una lettera nella quale esponeva per la prima volta ufficialmente le linee guida del piano ideato dal prof. Capaldo.
Secondo quanto indicato nella lettera si prospettava la costituzione da parte dei soggetti creditori di Federconsorzi di una nuova società con capitale di 30 miliardi di lire, ripartito tra i soci in proporzione dei rispettivi crediti e con possibilità di partecipazione di altri creditori, disponibili a cedere il loro credito e a sottoscrivere in denaro congrui aumenti di capitale.
Per conto della costituenda società si offriva di acquistare in massa tutti i beni della Federconsorzi al prezzo complessivo di 2.150 miliardi di lire, somma da pagarsi in tre rate nell’arco di diciotto mesi, offrendosi peraltro adeguate garanzie e prevedendosi la possibilità di compensazione con somme spettanti in base a riparti parziali. Si assicurava il soddisfacimento integrale dei creditori fino a 20 milioni di lire e in varie percentuali di quelli fino ad un miliardo di lire.
Mentre sui giornali cominciò un dibattito sulla congruità dell’offerta di acquisto in massa, il Ministro Goria si trovò costretto a nominare un nuovo commissario governativo, che fu individuato nel dott. Mario Piovano, il quale si insediò alla metà di giugno del 1992, con la promessa di una provvisoria collaborazione, nella fase di passaggio, del dott. Cigliana. Fu peraltro deciso che i commissari uscenti curassero per il periodo di loro spettanza la relazione quadrimestrale al Ministro.