Io, che giudice altrui qui siedo in trono
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Questo testo fa parte della raccolta Biagio Cusano
III
SEDENDO GIUDICE IN TRIBUNALE
Io, che giudice altrui qui siedo in trono,
son fatto reo di deitá terrena;
io, ch’a le colpe altrui parto la pena,
a chi pena mi dá, lasso, perdono.
Quell’io, ne la cui man che punge e frena,
e l’altrui vite e l’altrui morti sono,
a l’empia feritá di tigre armena
de l’egra vita mia l’imperio dono.
Altri al mio spesso riverito sguardo
timido agghiaccia; ed io, se miro mai
un bel volto avvampar, l’adoro e n’ardo.
Giudice, invero, avventurato assai,
se, qual giudice Ideo, giamai riguardo
di mia Venere ignuda i bianchi rai!