Secondo libro dei Re (Diodati 1821)/capitolo 20
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2 Allora Ezechia voltò la faccia verso la parete, e fece orazione al Signore, dicendo:
3 Deh! Signore, ricordati ora che io son camminato nel cospetto tuo in verità, e di cuore intiero; ed ho fatto quello che ti è a grado. Ed Ezechia pianse d’un gran pianto.
4 Ora avvenne che, non essendo ancora Isaia uscito del cortile di mezzo, la parola del Signore gli fu indirizzata, dicendo:
5 Ritornatene, e di’ ad Ezechia, conduttor del mio popolo: Così ha detto il Signore Iddio di Davide, tuo padre: Io ho udita la tua orazione, io ho vedute le tue lagrime; ecco, io ti guarisco; di qui a tre giorni tu salirai alla Casa del Signore.
6 E aggiugnerò quindici anni al tempo della tua vita, libererò te, e questa città, dalla mano del re degli Assiri, e sarò protettor di questa città, per amor di me stesso, e di Davide, mio servitore.
7 Poi Isaia disse: Prendete una massa di fichi secchi. Ed essi la presero, e la misero sopra l’ulcera. Ed egli guarì.
8 Ora Ezechia avea detto ad Isaia: Qual segno mi dài che il Signore mi guarirà, e che io salirò di qui a tre giorni alla Casa del Signore?
9 E Isaia avea detto: Questo sarà il segno che tu avrai da parte del Signore, ch’egli adempierà la parola ch’egli ha pronunziata. Vuoi tu che l’ombra vada innanzi dieci gradi, ovvero che ritorni dieci gradi indietro?
10 Ed Ezechia disse: Egli è leggier cosa che l’ombra dichini per dieci gradi; questo no; anzi ritorni l’ombra dieci gradi indietro.
11 Allora il profeta Isaia gridò al Signore. E il Signore fece ritornar l’ombra indietro per li gradi, per li quali già era discesa nell’orologio di Achaz, cioè, per dieci gradi.
12 IN quel tempo Berodac-baladan, figliuolo di Baladan, re di Babilonia, mandò lettere e presenti ad Ezechia; perciocchè egli avea inteso ch’egli era stato infermo.
13 Ed Ezechia diede orecchio a quegli ambasciatori, e mostrò loro tutta la casa delle sue cose preziose, l’argento e l’oro, e gli aromati, e gli olii odoriferi preziosi, e la casa de’ suoi vasellamenti, masserizie, e tutto quello che si ritrovava ne’ suoi tesori. Non vi fu cosa alcuna in casa, nè in tutto il dominio di Ezechia, ch’egli non mostrasse loro.
14 E il profeta Isaia venne al re Ezechia, e gli disse: Che hanno detto quegli uomini? ed onde son venuti a te? Ed Ezechia disse: Son venuti di lontan paese, di Babilonia.
15 E Isaia disse: Che hanno veduto in casa tua? Ed Ezechia disse: Hanno veduto tutto quello ch’è in casa mia; non vi è cosa alcuna ne’ miei tesori, che io non abbia loro mostrata.
16 Ed Isaia disse ad Ezechia: Ascolta la parola del Signore:
17 Ecco, i giorni vengono che tutto quello ch’è in casa tua, e quello che i tuoi padri hanno raunato in tesoro, fino a questo giorno, sarà portato in Babilonia; non ne sarà lasciato di resto cosa veruna, dice il Signore.
18 Ed anche si prenderanno de’ tuoi figliuoli, usciti di te, i quali tu avrai generati,
Ts. 9.G. 2 Cron. 32. 21. 2 Cron. 32. 24, ecc. Is. 38. 1, ecc. < 1 Re 3. G. [[Giudici (Diodati 1821)/capitolo 6#capitolo6versetto
17|Giud. 6.
17]], 8/, 30. /Gios. 10. 12, U. 9 Is. 9. 1, ecc. 2Cron. :]2. :i7--31. 2 Re 24 13 • 25 13 ecc. per essere eunuchi nel palazzo del re di Babilonia.
19 Ed Ezechia disse ad Isaia: La parola del Signore, che tu hai pronunziata, è buona. Poi disse: Non vi sarà egli pur pace e sicurtà a’ miei dì?
20 Ora, quant’è al rimanente de’ fatti di Ezechia, e tutta la sua prodezza, e come egli fece lo stagno, e l’acquidotto, e fece venir l’acqua nella città; queste cose non sono esse scritte nel libro delle Croniche dei re di Giuda?
21 Ed Ezechia giacque co’ suoi padri; e Manasse, suo figliuolo, regnò in luogo suo.