Isaia (Diodati 1821)/capitolo 38
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Malattia e guarigione miracolosa di Ezechia.
2 Allora Ezechia voltò la faccia verso la parete, e fece orazione al Signore.
3 E disse: Deh! Signore, ricordati ora che io son camminato nel tuo cospetto in verità, e di cuore intiero; ed ho fatto quello che ti è a grado. Ed Ezechia pianse di un gran pianto.
4 Allora la parola del Signore fu indirizzata ad Isaia, dicendo:
5 Va’, e di’ ad Ezechia: Così ha detto il Signore Iddio di Davide, tuo padre: Io ho udita la tua orazione, io ho vedute le tue lagrime; ecco, io aggiungerò quindici anni al tempo della tua vita.
6 E libererò te, e questa città, dalla mano del re degli Assiri; e sarò protettore di questa città.
7 E questo ti sarà, da parte del Signore, il segno ch’egli adempierà questa parola, ch’egli ha pronunziata:
8 Ecco, dice il Signore, io di presente farò ritornar l’ombra dell’orologio, la quale è già discesa nell’orologio dal sole di Achaz, indietro di dieci gradi. E il sole ritornò indietro di dieci gradi, per li gradi, per li quali già era disceso.
Cantico di Ezechia.
9 Quest’è quel che scrisse Ezechia, re di Giuda, dopo che fu stato infermo, e fu guarito della sua infermità:
10 Io diceva allora che i miei giorni erano ricisi: Io me ne vo alle porte del sepolcro; io son privato del rimanente de’ miei anni.
11 Io diceva: Io non vedrò più il Signore, il Signore, nella terra de’ viventi2; io non riguarderò più alcun uomo Con gli abitanti del mondo.
12 La mia età è passata, ella è andata via, toltami come la tenda di un pastore3; io ho tagliata la mia vita, a guisa di un tessitore; egli mi ha tagliato, mentre io era sol mezzo tessuto; dalla mattina alla sera, tu avrai fatto fine di me.
13 Io faceva conto che infra la mattina egli mi avrebbe fiaccate tutte le ossa, come un leone; dalla mattina alla sera, tu avrai fatto fine di me. 14 Io garriva come la gru, o la rondine; io gemeva come la colomba; i miei occhi erano scemati, riguardando ad alto; io diceva: O Signore, ei mi si fa forza, da’ sicurtà per me.
15 Che dirò io? Conciossiachè egli mi abbia parlato, ed egli stesso abbia operato. Io me ne andrò pian piano tutti gli anni della mia vita A cagion dell’amaritudine dell’anima mia.
16 O Signore, altri vivono oltre a questo numero d’anni; ma in tutti questi, ne’ quali è terminata la vita del mio spirito, tu mi manterrai in sanità ed in vita.
17 Ecco, in tempo di pace, mi è giunta amaritudine amarissima; ma tu hai amata l’anima mia, per trarla fuor della fossa della corruzione; perciocchè tu hai gittati dietro alle tue spalle tutti i miei peccati.
18 Perciocchè il sepolcro non ti celebrerà, la morte non ti loderà; quelli che scendono nella fossa non ispereranno nella tua verità4.
19 I viventi, i viventi saran quelli che ti celebreranno, come io fo al dì d’oggi; il padre farà assapere a’ figliuoli la tua verità.5
20 Il Signore mi salverà, e noi soneremo i miei cantici, tutto il tempo della vita nostra, nella Casa del Signore.
21 Or Isaia avea detto: Piglisi una massa di fichi secchi, e facciasene un impiastro sopra l’ulcera, ed egli guarirà.
22 Ed Ezechia avea detto: Quale è il segno, che io salirò alla Casa del Signore?
Note
- ↑ Fino al ver. 8: vedi 2 Re 20. 1—11, e rif.
- ↑ Sal. 27. 13.
- ↑ Giob. 7. 6.
- ↑ Sal. 6. 5; 88. 11; 115. 17.
- ↑ Deut. 6. 6, 7. Sal. 78. 3, 4.