Saul/Atto terzo/Scena IV

Atto terzo

SCENA IV

../Scena III ../Scena V IncludiIntestazione 30 novembre 2016 100% Teatro

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SAUL, GIONATA, MICOL, DAVID.

GIONATA

Deh! vieni, amato padre; a’ tuoi pensieri
Da’ tregua un poco: or l’aura aperta e pura
Ti fia ristoro; vieni: alquanto siedi
Tra i figli tuoi.

SAUL

... Che mi si dice?...

MICOL

Ah! padre!...

SAUL

5Chi sete voi?... Chi d’aura aperta e pura
Qui favellò?... Questa? è caligin densa;
Tenebre sono; ombra di morte.... Oh! mira;

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Più mi t’accosta; il vedi? il Sol dintorno
Cinto ha di sangue ghirlanda funesta....
10Odi tu canto di sinistri augelli?
Lugúbre un pianto sull’aere si spande,
Che me percuote, e a lagrimar mi sforza....
Ma che? Voi pur, voi pur piangete?...

GIONATA

O sommo
Dio d'Israello, or la tua faccia hai tolta
15Dal re Saúl così? lui, già tuo servo,
Lasci or così dell’avversario in mano?

MICOL

Padre, hai la figlia tua diletta al fianco.
Se lieto sei, lieta è pur ella; e piange,
Se piangi tu.... Ma, di che pianger ora?
20Gioja tornò.

SAUL

David, vuoi dire. Ah!... David....
Deh! perché non mi abbraccia anch’ei co’ figli?

DAVID

Oh padre!... Addietro or mi tenea temenza
Di non t’esser molesto. Ah! nel mio core
Perchè legger non puoi? son sempre io teco.

SAUL

25Tu... di Saulle... ami la casa dunque?

DAVID

S’io l’amo? Oh ciel! degli occhi miei pupilla

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Gionata egli è; per te, periglio al mondo
Non conosco, nè curo: e la mia sposa,
Dica, se il può, ch’io nol potrei, di quanto,
30Di quale amore io l’amo....

SAUL

Eppur, te stesso
Stimi tu molto....

DAVID

Io, me stimare?... In campo
Non vil soldato, e tuo genero in corte
Mi tengo; e innanzi a Dio, nulla mi estimo.

SAUL

Ma, sempre a me d’Iddio tu parli; eppure,
35Ben tu il sai, da gran tempo, hammi partito
Da Dio l’astuta ira crudel tremenda
De’ sacerdoti. Ad oltraggiarmi, il nomi?

DAVID

A dargli gloria, io ’l nomo. Ah! perché credi,
Ch’ei più non sia con te? Con chi nol vuole,
40Non sta: ma, a chi l’invoca, a chi riposto
Tutto ha se stesso in lui, manca egli mai?
Ei sul soglio chiamotti; ei vi ti tiene:
Sei suo, se in lui, ma se in lui sol, ti affidi.

SAUL

Chi dal ciel parla?... Avviluppato in bianca
45Stola è costui, che il sacro labro or schiude?
Vediamlo.... Eh no: tu sei guerriero, e il brando

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Cingi: or t’inoltra; appressati; ch’io veggia,
Se Samuéle o David mi favella. —
Qual brando è questo? ei non è già lo stesso
50Ch’io di mia man ti diedi....

DAVID

È questo il brando,
Cui mi acquistò la povera mia fionda.
Brando, che in Ela a me pendea tagliente
Sul capo; agli occhi orribil lampo io ’l vidi
Balenarmi di morte, in man del fero
55Goliát gigante: ei lo stringea: ma stavvi
Rappreso pur, non già il mio sangue, il suo.

SAUL

Non fu quel ferro, come sacra cosa,
Appeso in Nobbe al tabernacol santo?
Non fu nell’Efod mistico ravvolto,
60E così tolto a ogni profana vista?
Consecrato in eterno al Signor primo?...

DAVID

Vero è; ma....

SAUL

Dunque, onde l’hai tu? Chi ardiva
Dartelo? chi?...

DAVID

Dirotti. Io fuggitivo,
Inerme in Nob giungea: perchè fuggissi,
65Tu il sai. Piena ogni via di trista gente,

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Io, senza ferro, a ciascun passo stava
Tra le fauci di morte. Umíl la fronte
Prosternai là nel tabernacol, dove
Scende d’Iddio lo spirto: ivi, quest’arme,
70(Cui s’uom mortal ríadattarsi al fianco
Potea, quell’uno esser potea ben David)
La chiesi io stesso al sacerdote.

SAUL

Ed egli?...

DAVID

Diemmela.

SAUL

Ed era?

DAVID

Achimeléch.

SAUL

Fellone.
Vil traditore!... Ov’è l'altare?... oh rabbia!...
75Ahi tutti iniqui! traditori tutti!...
D’Iddio nemici; a lui ministri, voi?...
Negr’alme in bianco ammanto.... Ov’è la scure?...
Ov’è l’altar? si atterri.... Ov’è l'offerta?
Svenarla io voglio....

MICOL

Ah padre!

GIONATA

Oh ciel! che fai?

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80Ove corri? Che parli?... Or, deh! ti placa:
Non havví altar; non vittima: rispetta
Nei sacerdoti Iddio, che sempre t’ode.

SAUL

Chi mi rattien?... Chi di seder mi sforza?...
Chi a me resiste?...

GIONATA

Padre....

DAVID

Ah! tu il soccorri,
85Alto Iddio d’Israéle: a te si prostra,
Te ne scongiura il servo tuo.

SAUL

La pace
Mi è tolta; il Sole, il regno, i figli, l’alma,
Tutto mi è tolto!... Ahi Saúl infelice!
Chi te consola? al brancolar tuo cieco,
90Chi è scorta, o appoggio?... I figli tuoi, son muti;
Duri son, crudi.... Del vecchio cadente
Sol si brama la morte: altro nel core
Non sta dei figli, che il fatal diadema,
Che il canuto tuo capo intorno cinge.
95Su strappatelo, su: spiccate a un tempo
Da questo omai putrido tronco il capo
Tremolante del padre.... Ahi fero stato!
Meglio è la morte. Io voglio morte....

MICOL

Oh padre!...

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Noi vogliam tutti la tua vita: a morte
100Ognun di noi, per te sottrarne, andrebbe....

GIONATA

— Or, poichè in pianto il suo furor già stemprasi,
Deh! la tua voce, a ricomporlo in calma,
Muovi, o fratello. In dolce oblio l’hai ratto
Già tante volte coi celesti carmi.

MICOL

105Ah! sì; tu il vedi, all’alitante petto
Manca il respiro; il già feroce sguardo
Nuota in lagrime: or tempo è di prestargli
L’opra tua.

DAVID

Deh! per me, gli parli Iddio. — 1
»O tu, che eterno, onnipossente, immenso,
110 »Siedi sovran d’ogni creata cosa;
»Tu, per cui tratto io son dal nulla, e penso,
»E la mia mente a te salir pur osa;
»Tu, che se il guardo inchini, apresi il denso
»Abisso, e via non serba a te nascosa;
115 »Se il capo accenni, trema lo universo;

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»Se il braccio innalzi, ogni empio ecco è disperso.
»Già su le ratte folgoranti piume
»Di Cherubin ben mille un dì scendesti;
»E del tuo caldo irresistibil nume
120 »Il condottiero d’Israello empiesti:
»Di perenne facondia a lui tu fiume,
»Tu brando, e senno, e scudo a lui ti festi:
»Deh! di tua fiamma tanta un raggio solo
»Nubi-fendente or manda a noi dal polo.
125 »Tenebre e pianto siamo....

SAUL

Odo io la voce
Di David?... Trammi di mortal letargo:
Folgor mi mostra di mia verde etade.

DAVID

»Chi vien, chi vien, ch’odo e non veggo? Un nembo
»Negro di polve rapido veleggia
130 »Dal torbid’euro spinto. —
»Ma già si squarcia; e tutto acciar lampeggia
»Dai mille e mille, ch’ei si reca in grembo....
»Ecco, qual torre, cinto
»Saúl la testa d'infuocato lembo.
135 »Traballa il suolo al calpestío tonante
»D’armi e destrieri:
»La terra, e l’onda, e il cielo è rimbombante
»D’urli guerrieri.
»Saúl si appressa in sua terribil possa;

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140 »Carri, fanti, destrier sossopra ei mesce:
»Gelo, in vederlo, scorre a ogni uom per l’ossa;
»Lo spavento d’Iddio dagli occhi gli esce.
»Figli di Ammón, dov’è la ria baldanza?
»Dove gli spregi, e l’insultar, che al giusto
145 »Popol di Dio già feste?
»Ecco ora il piano ai vostri corpi angusto;
»Ecco, a noi messe sanguinosa avanza
»Di vostre tronche teste:
»Ecco ove mena in falsi iddii fidanza. —
150 »Ma, donde ascolto altra guerriera tromba
»Mugghiar repente?
»È il brando stesso di Saúl, che intomba
»D’Edom la gente.
»Così Moáb, Soba così sen vanno,
155 »Con l’iniqua Amaléch, disperse in polve:
»Saúl, torrente al rinnovar dell'anno,
»Tutto inonda, scompon, schianta, travolve.

SAUL

Ben questo è grido de’ miei tempi antichi,
Che dal sepolcro a gloria or mi richiama.
160 Vivo, in udirlo, ne’ miei fervidi anni.... —
Che dico?... ahi lasso! a me di guerra il grido
Si addice omai?... L’ozio, l’oblío, la pace,
Chiamano il veglio a sè.

DAVID

Pace si canti. —

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»Stanco, assetato, in riva
165 »Del fiumicel natìo,
»Siede il campion di Dio,
»All’ombra sempre-viva
»Del sospirato alloro.
»Sua dolce e cara prole,
170 »Nel porgergli ristoro,
»Del suo affanno si duole
»Ma del suo rieder gode;
»E pianger ciascun s’ode
»Teneramente,
175 »Soavemente
»Sì, che il dir non v’arriva.
»L’una sua figlia slaccia
»L’elmo folgoreggiante;
»E la consorte amante,
180 »Sottentrando, lo abbraccia:
»L’altra, l’augusta fronte
»Dal sudor polveroso
»Terge, col puro fonte:
»Quale, un nembo odoroso
185 »Di fior sovr’esso spande:
»Qual, le man venerande
»Di pianto bagna:
»E qual si lagna,
»Ch’altra più ch’ella faccia.
190 »Ma ferve in ben altr’opra

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»Lo stuol del miglior sesso.
»Finchè venga il suo amplesso,
»Qui l’un figlio si adopra
»In rifar mondo e terso
195 »Lo insanguinato brando:
»Là, d’invidia cosperso,
»Dice il secondo: e quando
»Palleggerò quest’asta,
»Cui mia destra or non basta?
200 »Lo scudo il terzo,
»Con giovin scherzo,
»Prova come il ricopra.
»Di gioja lagrima
»Su l’occhio turgido
205 »Del re si sta:
»Ch’ei di sua nobile
»Progenie amabile
»È l’alma, e il sa.
»Oh bella la pace!
210 »Oh grato il soggiorno,
»Là dove hai dintorno
»Amor sì verace,
»Sì candida fè!
»Ma il Sol già celasi;
215 »Tace ogni zeffiro;
»E in sonno placido
»Sopito è il re. —

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SAUL

Felice il padre di tal prole! Oh bella
Pace dell'alma!... Entro mie vene un latte
220 Scorrer mi sento di tutta dolcezza... —
Ma, che pretendi or tu? Saúl far vile
Infra i domestich’ozj? Il pro’ Saulle
Di guerra or forse arnese inutil giace?

DAVID

»Il re posa, ma i sogni del forte
225 »Con tremende sembianze gli vanno
»Presentando i fantasmi di morte.
»Ecco il vinto nemico tiranno,
»Di sua man già trafitto in battaglia;
»Ombra orribil, che omai non fa danno.
230 »Ecco un lampo, che tutti abbarbaglia....
»Quel suo brando, che ad uom non perdona,
»E ogni prode al codardo ragguaglia. —
»Tal, non sempre la selva risuona
»Del Leone al terribil ruggito,
235 »Ch’egli in calma anco i sensi abbandona;
»Nè il tacersi dell’antro romito
»All’armento già rende il coraggio;
»Nè il pastor si sta men sbigottito,
»Ch’ei sa, ch’esce a più sangue ed oltraggio.
240 »Ma il re già già si desta:
»Armi, armi, ei grida.
»Guerriero omai qual resta?
»Chi, chi lo sfida?

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»Veggio una striscia di terribil fuoco,
245 »Cui forza è loco ═ dien le ostili squadre.
»Tutte veggio adre ═ di sangue infedele
»L’armi a Israéle. ═ Il fero fulmin piomba,
»Sasso di fromba ═ assai men ratto fugge,
»Di quel che strugge ═ il feritor sovrano,
250 »Col ferro in mano. ═ A inarrivabil volo,
»Fin presso al polo ═ aquila altera ei stende
»Le reverende ═ risonanti penne,
»Cui da Dio tenne, ═ ad annullar quegli empj,
»Che in falsi tempj ═ han simulacri rei
255 »Fatti lor Dei. ═ Già da lontano io ’l seguo;
»E il Filisteo perseguo,
»E incalzo, e atterro, e sperdo; e assai ben mostro,
»Che due spade ha nel campo il popol nostro.

SAUL

Chi, chi si vanta? Havvi altra spada in campo,
260 Che questa mia, ch’io snudo? Empio è, si uccida,
Pera, chi la sprezzò.

MICOL

T’arresta: oh cielo!...

GIONATA

Padre! che fai?

DAVID

Misero re!

MICOL

Deh! fuggi....

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A gran pena il teniam; deh! fuggi, o sposo.

Note

  1. Tutti i seguenti versi lirici si potranno cantare senza gorgheggi da David, s’egli si trova essere ad un tempo cantore ed attore. Altrimenti basterà, per ottenere un certo effetto, che ad ogni stanza preceda una breve musica istromentale adattata al soggetto; e che David poi reciti la stanza con maestria e gravità.