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ATTO III. | 47 |
Gionata egli è; per te, periglio al mondo
Non conosco, nè curo: e la mia sposa,
Dica, se il può, ch’io nol potrei, di quanto,
30Di quale amore io l’amo....
- SAUL
Eppur, te stesso
Stimi tu molto....
- DAVID
Io, me stimare?... In campo
Non vil soldato, e tuo genero in corte
Mi tengo; e innanzi a Dio, nulla mi estimo.
- SAUL
Ma, sempre a me d’Iddio tu parli; eppure,
35Ben tu il sai, da gran tempo, hammi partito
Da Dio l’astuta ira crudel tremenda
De’ sacerdoti. Ad oltraggiarmi, il nomi?
- DAVID
A dargli gloria, io ’l nomo. Ah! perché credi,
Ch’ei più non sia con te? Con chi nol vuole,
40Non sta: ma, a chi l’invoca, a chi riposto
Tutto ha se stesso in lui, manca egli mai?
Ei sul soglio chiamotti; ei vi ti tiene:
Sei suo, se in lui, ma se in lui sol, ti affidi.
- SAUL
Chi dal ciel parla?... Avviluppato in bianca
45Stola è costui, che il sacro labro or schiude?
Vediamlo.... Eh no: tu sei guerriero, e il brando