Saper vivere/Festa da ballo/II. Festa da ballo; gli inviti
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II. Festa da ballo: gli inviti
Gli inviti per una grande festa da ballo, si mandano almeno un mese prima: tanto più, se si è nella grande stagione dei ricevimenti e delle feste. Le signore debbono pensare al loro vestito! Le signore sono il clou di ogni festa, bisogna invitarle un mese prima, se volete che arrivino sfolgoranti di beltà e di eleganza, se volete che formino un quadro indimenticabile. È inutile dire quale prudenza e quanta finezza è necessaria, nella distribuzione degli inviti: non bisogna dimenticar nessuno, e quando volete dimenticar qualcuno, bisogna esser pronti a subirne l’odio mortale. Non dimenticar nessuno, ma non ammettere, facilmente, nuovi arrivati, gente più o meno nota, gente purtroppo nota e che cerca d’imporsi, penetrando negli ambienti aristocratici, eletti, eleganti. Un signore e una signora sono padroni in casa loro, e debbono sempre tenere lontani i seccatori, i maleducati, gli inframmettenti, gli intriganti. Nelle feste di Corte, purtroppo, ciò non è possibile ed è questo uno dei difetti della Corte, che non può fare, essendo un ente impersonale, certe esclusioni: ma, in questi balli, è tale la folla, che questi inconvenienti non diventano gravi. Viceversa, in una grande casa privata, i padroni si possono dare il lusso di eliminare gente, che è insopportabile persino nei caffè e nelle birrarie; lusso, che rende la loro unione veramente fine e veramente signorile. Chiudiamo la parentesi. Nella scelta, dopo aver invitato tutte le notabilità, più o meno cariche di onori e di anni, si deve invitare molto l’elemento giovane, giovani signore, giovani vedove, signorine, giovani signori, giovanotti: ciò forma il brio della festa. I goffi, gli inceppati, i poseurs, che non sanno o non vogliono ballare, vi saranno sempre: avere un fondo sicuro di ballerini e di ballerine, ecco la scienza! Scienza grande, questa, dell’invito a una festa da ballo: ai fiori ci pensa il fioraio, alla cena, Van Bol: agli addobbi, i tappezzieri: basta mettersi in buone mani, avere un po’ d’occhio a tutto, avere una servitù bene organizzata, un portinaio maestoso, inondare di luce la strada, il cortile, la scala, e i saloni, va bene: ma saper invitare, saper comporre la propria festa, in modo che gli invitati formino una folla armonica, dove ogni elezione di classe sia rappresentata, questa è una sapienza profonda, tutta femminile. Vi sono donne che non l’acquistano mai; vi sono donne che l’hanno per tradizione e la insegnano alle altre... che non la sanno imparare!