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pensa il fioraio, alla cena, Van Bol: agli addobbi, i tappezzieri: basta mettersi in buone mani, avere un po’ d’occhio a tutto, avere una servitù bene organizzata, un portinaio maestoso, inondare di luce la strada, il cortile, la scala, e i saloni, va bene: ma saper invitare, saper comporre la propria festa, in modo che gli invitati formino una folla armonica, dove ogni elezione di classe sia rappresentata, questa è una sapienza profonda, tutta femminile. Vi sono donne che non l’acquistano mai; vi sono donne che l’hanno per tradizione e la insegnano alle altre... che non la sanno imparare!

III. Festa da ballo: gli obblighi

I padroni di casa, che danno una festa da ballo, debbono essere pronti a ricevere, cioè in grande toilette, almeno tre quarti d’ora prima del loro invito: non si sa mai, vi sono sempre degli invitati che vengono prestissimo! Poi, è sempre necessario dare un ultimo sguardo alle sale, ai lumi, ai fiori, alla table à thè, al buffet. Se non vi sono, fra gli invitati, o sovrani o principi del sangue, basta che i padroni di casa stiano nella seconda anticamera, quella che viene subito dopo il guardaroba: colà essi aspettano i loro invitati per salutarli, per iscambiar con loro qualche frase, per accompagnarli sino alla porta del primo salone, non più oltre, ritornando a mettersi al proprio posto, nella seconda anticamera, subito. Se vi sono sovrani o principi del sangue, il padrone di casa, il solo padrone di casa, con la sua ambasciata, se è un ambasciatore, con la sua famiglia maschile, se è un semplice privato, prin-

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