Salmi (Diodati 1821)/capitolo 59

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SALMO 59.

Davide prega Dio che lo liberi, e protesta della sua innocenza.

Mictam di Davide, intorno a ciò che Saulle mandò a guardar la sua casa, per ucciderlo1; dato al Capo de’ Musici, sopra Al-tashet.

1 DIO mio, riscuotimi da’ miei nemici; levami ad alto d’infra quelli che si levano contro a me.

2 Riscuotimi dagli operatori d’iniquità, e salvami dagli uomini di sangue.

3 Perciocchè, ecco, han posti agguati all’anima mia; uomini possenti si son raunati contro a me; senza che vi sia in me, nè misfatto, nè peccato, o Signore.

4 Benchè, non vi sia iniquità in me2, pur corrono, e si apparecchiano; destati per venire ad incontrarmi, e vedi.

5 Tu, dico, Signore Iddio degli eserciti, Dio d’Israele, risvegliati per visitar tutte le genti; non far grazia a tutti quelli che perfidamente operano iniquità. (Sela.)

6 La sera vanno e vengono; romoreggiano come cani, e circuiscono la città.

7 Ecco, sgorgano parole colla lor bocca; hanno de’ coltelli nelle lor labbra; perciocchè dicono: Chi ci ode3?

8 Ma tu, Signore, ti riderai di loro; tu ti befferai di tutte le genti4.

9 Io mi guarderò dalla lor forza, riducendomi a te; perciocchè tu, o Dio, sei il mio alto ricetto.

10 L’Iddio mio benigno mi verrà ad incontrare5; Iddio mi farà veder ne’ miei nemici quello che io desidero.

11 Non ucciderli già; che talora il mio popolo non lo dimentichi; falli, per la tua [p. 485 modifica]potenza, andar vagando; ed abbattili, o Signore, scudo nostro;

12 Per lo peccato della lor bocca, per le parole delle lor labbra6; e sieno colti per l’orgoglio loro, e perciocchè tengono ragionamenti di esecrazioni e di menzogne.

13 Distruggili nel tuo furore; distruggili sì che non sieno più; e sappiano, che Iddio signoreggia in Giacobbe, anzi fino alle estremità della terra. (Sela.)

14 Vadano pure, e vengano la sera; romoreggino come cani, e circuiscano la città.

15 Andranno tapinando per trovar da mangiare; avvegnachè non sieno sazii, pur passeranno così la notte.

16 Ma io canterò la tua potenza, e la mattina loderò ad alta voce la tua benignità; perciocchè tu mi sei stato alto ricetto E rifugio, nel giorno che sono stato distretto.

17 O mia forza, io ti salmeggerò; perciocchè Iddio è il mio alto ricetto, l’Iddio mio benigno.