Saggio di rime devote e morali/Se il generoso, e nobile
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SE il generoso, e nobile
Tuo cor, pietosa Vergine,
A favorir me volgasi,
4Che non posso sperar?
So che il tuo Figlio amabile,
Ove di grazia preghilo,
Per quel molto che onorati,
8Grazia non sa negar.
Moribondo sul Golgota,
E tal pensier rallegrami,
Nel suo caro discepolo
12Me volle anco additar.
Tal ti provar ne’ secoli
Che fino a quì passarono,
E nel presente provanti
16Quei che ti sanno amar.
Ti rese ancor terribile
A quell’orrendo baratro,
Ove non mai di gemere
20L’alme potran cessar.
Rugge il crudel Lucifero,
E in van le labbia mordesi,
Per non potere, il perfido,
24Qual Eva te ingannar.
Ch’ira, e scorno indicibile
Non ebbe allor che premere
Sentì dal piè tuo eburneo,
28Anzi il capo schiacciar?
Sappiam che su l’Empireo
Di te più vaga, e splendida
Alma fra tutti gli Angeli
32Non gode Iddio associar.
Che Figlia ti considera,
Che dolce Madre chiamati,
E Sposa dilettissima:
36Che più si può bramar?
Oh! doni, oh! nomi celebri,
Deh! a me sien felicissimi,
Che lor ben di cor supplico,
40Il miglior mio a impetrar.
Me con Giovanni esprimere,
Il dissi, e l’uman genere
Volle morendo, e piacquegli
44Lui Figlio a te lasciar.
Similmente sovvengati
D’Ester la bella, ed inclita,
Che pel fedele popolo
48Seppe sì ben pregar.
Quella di te fu immagine;
Ma della immagin valida
Più non sarà il prototipo,
52Me degli affanni a trar?
Delle colpe l’incarico,
Che l’alma tanto opprimono
Umilmente scongiuroti
56Di sopra a me levar.
Appresso che sollecita
Pervenga quell’ora ultima
Che a te vicin conducami,
60A te vicin mirar;
E col Consorte placido
Per accordate cetere
Come periti musici
64Le laudi tue cantar.
Se il generoso e facile
A me tuo cor mai piegasi,
Vergin Santa, non rèstami
68Più nulla a desiar.