Sappiam che su l’Empireo
Di te più vaga, e splendida
Alma fra tutti gli Angeli 32Non gode Iddio associar.
Che Figlia ti considera,
Che dolce Madre chiamati,
E Sposa dilettissima: 36Che più si può bramar?
Oh! doni, oh! nomi celebri,
Deh! a me sien felicissimi,
Che lor ben di cor supplico, 40Il miglior mio a impetrar.
Me con Giovanni esprimere,
Il dissi, e l’uman genere
Volle morendo, e piacquegli 44Lui Figlio a te lasciar.
Similmente sovvengati
D’Ester la bella, ed inclita,
Che pel fedele popolo 48Seppe sì ben pregar.
Quella di te fu immagine;
Ma della immagin valida
Più non sarà il prototipo, 52Me degli affanni a trar?
Delle colpe l’incarico,
Che l’alma tanto opprimono
Umilmente scongiuroti 56Di sopra a me levar.
Appresso che sollecita
Pervenga quell’ora ultima
Che a te vicin conducami, 60A te vicin mirar;