Sí dilettosa gioia

Pannuccio dal Bagno Pisano

Guido Zaccagnini/Amos Parducci XIII secolo Indice:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu Duecento Sí dilettosa gioia Intestazione 16 luglio 2020 25% Da definire

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III

Si lagna d’aver perduto la gioia che prima aveva avuto, amando madonna.

Sí dilettosa gioia
non cred’om’nato sia giammai portasse,
di che si contentasse;
ch’altro maggior disio li dà rancura,
5u’ port’alcuna noia,
non potendo complir sua disianza:
che ciascun giorno innanza
e monta in più voler d’omo natura;
und’el non mai si paga né contenta,
IO che suo voler non lenta,
ma cresce disiando maggior cosa,
unde non prende posa,
né perfetta di gioi’ port’allegranza,
che quant’ha più voler, d’aver più ’nnanza.
15Si perfett’allegranza
e compimento portai d’ogni bene:
se considero bene,
sovrano ’n gioia fui...
...e ’n benenanza,
20ch’avea da quella di cui son servente;
che li fosse piagente
parca per sua mostranza il meo servire
né cos’altra di lei più disiando
che leal solo stando
25in lei fermo servire, e ’n ciò che m’era,
che mi donava intera
di gioia benenanza e compimento,
né più d’aver mi montava talento.
E poi com’alcun tempo
30portai si intera e dilettosa gioia,
via maggiormente in noia

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son Stato doloroso e ’n grave pena,
che partire no men pò
isperanza di tal gioia passata;
35che chi ha gioí’ portata,
partendo d’ella, pena a morte mena.
Però che ’l male avante benenanza
non grev’è a simiglianza,
quasi nente ver’bene aver sentito:
40che poi il ben è fallito,
appresso pena dà confusione
e maggiormente grav’è per ragione.
La dolorosa pena,
ove sono distretto interamente.
45la qual mi dà sovente
morte passionai, tuttor vivendo,
e ch’un’or’non m’allena,
da quella ch’i’ amo in me ognor discende,
che ciascun ’ora accende
50gravoso in me languir, la.sso, dolendo;
che crudeltà mi mostra in sua sembianza
e con fer’orgoglianza,
servendo lei, disdegna il meo servire,
unde ’n fero languire
55più ch’alcun altro sono e doloroso,
sostenendo tormento ogni gravoso.
Fera ragion m’apporta
di si grave tormento tal cagione,
poi senza offensione
60tal’ho comis’alcuna ’n lei doglienza,
ma sempr’è stat’accorta
e presa di voler l’anima mia
servir, poi ’n signoria
di lei fui servo intero a sua potenza;
65und’è che la mia vita quaSi è morte:
in tanta pena forte
mi dà tormento e ’l meo servire isdegna

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e la morte m’assegna.
Mi fôra vita, in cor perché finita
70sería mia doglia e l’angosciosa vita.
     Mia canzon, or ti parte
e mostra ’l gran tormento, il qual eo sento,
avegna il compimento
non ho potuto dir quanto m’abonda;
75ché, sí com’è in mar l’onda,
no n’aggio posa, né d’alcun ben parte
a quella per cui son in sí rea parte.