Rivista italiana di numismatica 1892/Notizie varie
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NOTIZIE VARIE
Società Numismatica Italiana. — Quod era in votis è finalmente un fatto compiuto. Abbiamo una Società di Numismatica Italiana. — Preconizzata, desiderata e auspicata da tanto tempo, la Società Numismatica Italiana ebbe finalmente il suo inizio. Il Consiglio di Redazione della Rivista, nell’ultima sua seduta del giorno 11 scorso febbraio, giudicando che i tempi fossero ormai maturi per tale istituzione, decise di attuarla, facendosene promotore. Mandò ai principali cultori della numismatica in Italia una circolare firmata da tutti i suoi membri — gli assenti si affrettarono ad annuire calorosamente alla deliberazione — e in pochi giorni raccolse un numero sufficiente di firme per poter dichiarare costituita la Società.
Si verificò per tal modo un caso forse nuovo e certo non comune negli annali delle Società e delle Riviste scientifiche. In linea generale sino quelle che creano queste. Qui invece fu dal seno della Rivista che uscì la Società; ma se le due istituzioni dovranno per qualche tempo procedere parallelamente, ognuna per la propria via, e se la nuova Società, sorta con principii molto modesti, dovrà, in proporzione dei mezzi, limitare assai la sua sfera d’azione, noi non dubitiamo che in un non lontano avvenire il desiderato connubio potrà aver luogo, e le due istituzioni si fonderanno in una sola. Gli attuali proprietari della Rivista, come ebbero già a dichiarare quando l’assunsero, saranno lieti, appena il momento sia venuto, di confidarla alla Società, allo scopo non solo di darle una base più larga, ma ben anco di garantirle un assetto definitivo e una vita meglio assicurata all’infuori d’ogni contingenza privata.
L’invito alla nuova Società essendo partito da un gruppo di persone che rappresentano tutte le diverse Regioni d’Italia, è lecito sperare che tutti i cultori della numismatica sparsi nella penisola, e qualcheduno anche al di fuori, vorranno in breve aderire generosamente alla nuova Società, e questo lo diciamo per quelli a cui non fosse pervenuta la prima circolare, come pei pochi che non vi hanno ancora risposto.
La Sede provvisoria della Società è per ora stabilita presso la Direzione della Rivista Italiana di Numismatica, (Milano, Via Filodrammatici, 10), dove tutti potranno far ricapito, sia per le adesioni, sia per doni di qualunque genere che volessero offrire alla Società, e di cui si darà un regolare elenco, come pure per qualunque informazione.
E con questo terminiamo la cronaca, cedendo d’ora innanzi la parola agli Atti della Società, che verranno regolarmente pubblicati nella Rivista.
- Milano, 1 Marzo 1892.
La Direzione.
Il Ripostiglio di Gratasoglio. — Sulla fine dello scorso anno 1891, a Gratasoglio, piccolo paese nelle vicinanze di Milano sull’antica strada che da questa città conduce a Pavia, si rinvenne un tesoretto di trentatre monete, dieci in oro, e ventitre d’argento.
Ebbi la rara fortuna di poter acquistare intatto tutto il piccolo ripostiglio prima che andasse, come al solito, disperso; ed eccone la descrizione in ordine cronologico:
1241-1312 | Pisa Rep. — Federico I Imp. — Zecchino | Esemp. | N. | 1 |
1180-1315 | Firenze Rep. — Fiorino d’oro | » | » | 1 |
1466-1476 | Milano — Galeazzo Maria Sforza — Ducato d’oro | » | » | 1 |
» » » Testone | » | » | 2 | |
1458-1490 | Ungheria — Mattia Corvino — Zecchino | » | » | 1 |
1483-1498 | Francia — Carlo VIII — Scudo d’oro | » | » | 1 |
1494-1500 | Milano — Lodovico Maria Sforza — Testone | » | » | 1 |
1503 | Roma — Pio III — Zecchino | » | » | 1 |
1507 | Norimberga — Scudo d’oro | » | » | 1 |
» Testone | » | » | 1
| |
1515-1522 | Francia — Francesco I — Scudo d’oro | » | » | 1 |
1515 | Modena — Massimiliano Imp. — Zecchino | » | » | 1 |
1522-1535 | Milano — Francesco II Sforza — Testone | » | » | 1 |
1528-1532 | Messerano — Lodovico e Pier Luca Fieschi – | |||
Scudo d’oro | » | » | 1 | |
Testoni (Contromarcati) | » | » | 8 | |
1520-1523 | Borgataro — Sinibaldo Fieschi — Testone (Contr.) | » | » | 1 |
1529-1533 | Desana — Gio. Bart. Tizzone — Testone (Contr.) | » | » | 3 |
Una falsificazione dell’epoca | » | » | 1 | |
........ | Bellinzona (In libertate sumus) — Testone (Contr.) | » | » | 5 |
Totale: 10 d’oro, 23 d’argento. |
Come si vede, queste monete ci portano agli ultimi anni dell’ultimo e sfortunato Duca Francesco II Sforza, quando il Ducato di Milano, devastato e impoverito da guerre continue fra i Francesi e gli Spagnuoli, che si contendevano il primato, era invaso da bande armate d’ogni paese e nazione.
La varietà di monete estere e nazionali del ripostiglio sono uno specchio di quei tempi d’invasione.
Fra le monete, nulla di veramente nuovo per la Numismatica.
Oltre però ad averci dato esemplari di grande rarità, come lo Zecchino di Pio III per Roma, lo Zecchino di Massimiliano per Modena e il Testone di Sinibaldo Fieschi per Borgotaro, quel tesoretto ci fornisce forse una prova maggiore che il Testone (in libertate sumus) abbia ad essere attribuito a Bellinzona.
In un esemplare conservatissimo, che ho venduto all’egregio Signor Enrico Osnago, si vede evidentemente che il genio a cavallo porta nella mano sinistra un pomo e nella diritta due freccie. Lo stesso Signore mi fece poi osservare che la piccola croce, che divide la leggenda del rovescio, è fatta in modo da formare la lettera B.
Un altro fatto che dà pregio al ripostiglio e che forse merita di essere studiato, è quello che quasi tutti i Testoni di Messerano, di Borgotaro, di Desana e anche i cinque di Bellinzona portano una contromarca colla testa di un santo, probabilmente S. Ambrogio, mentre l’unico Testone per Milano della stessa epoca, cioè quello di Francesco II Sforza, è senza contromarca. Non avrebbe forse servito questo segno a dare corso legale o forzoso nel nostro Ducato alle monete di altri Principi di peso e titolo inferiore?
Ing. Carlo Clerici.
Falsificazioni moderne. — Un raccoglitore milanese ci mostrò, qualche tempo fa, uno zecchino di Ferdinando II Gonzaga, Principe di Castiglione (1680-1723). Quella moneta sarebbe affatto inedita e sconosciuta. Eccone la descrizione:
D/ — * FERD * II * S * R * I * E * CASTILIONIS * P •
Nel campo, in un cerchio di perline, le iniziali FG (sic), sormontate da corona.
R/ — B • ALOYSIVS • GON • PATR • CAST •
S. Luigi in piedi di prospetto. Ha un giglio nella sinistra, e colla destra accenna ad una corona posta a’ suoi piedi.
Al primo vederla, abbiamo subito riconosciuto in quella moneta una falsificazione moderna, opera dei soliti fabbricatori, di cui abbiamo varie volte raccontate le gesta. La falsità della moneta si palesa facilmente dal suo disegno rozzo, ingenuo, stentato, mentre le monete di Ferdinando II, coniate a Castiglione, sono tutte pregievoli per l’arte, e ci dimostrano che colà lavoravano abilissimi incisori. Non è quindi neppure supponibile che le monete d’oro, ossia quelle di maggior importanza, fossero affidate ad artisti di minor vaglia.
E poi, più che l’assenza dell’arte, notiamo in questa moneta, la sua, per dir così, perfetta modernità, specialmente nei caratteri della leggenda. Essa certamente fu fatta da un incisore solito a fare medagliette sacre, timbri e sigilli, il quale, non avendo alcuna pratica della numismatica antica, non potè cambiare la mano, e produsse una moneta, che ha tutta l’aria di un gettone, di una marca da giuoco. Se ciò non bastasse, per provare la falsità della moneta, accenneremo come, quasi contemporaneamente alla comparsa di questa moneta d’oro, ne venne fuori un’altra simile in argento. Confrontate le due monete, le trovammo perfettamente identiche, tanto che indubitabilmente esse provengono dal medesimo conio.
Questo caso aumenta a più doppi il sospetto, dato che un intelligente possa ancora dubitare della falsità di quelle due monete. Sarebbe infatti un caso molto strano trovare un tipo di zecchino di quell’epoca riprodotto esattamente in argento, e più strano ancora il trovare due monete di conio affatto identico. Il fatto si spiega subito. I bricconi, dopo aver dato al nostro amatore la moneta in oro, non potendo più dargliene una seconda, per non suscitare i suoi sospetti, pensarono di creare un’altra moneta, e gliene diedero una in argento. Se l’amatore avesse mostrato il desiderio di avere lo stesso tipo in rame, in pochi giorni sarebbe stato servito.
Pur troppo dunque i nostri falsari non accennano a volerla finire con questo loro vergognoso mestiere. Fortunatamente la loro abilità è molto limitata, e i prodotti della loro industria non possono ingannare che gli amatori novizii e inesperti. Noi ci rivolgiamo quindi a questi ultimi, permettendoci di dar loro un consiglio. Quando viene loro recata qualche moneta di grande rarità, non si fidino del loro occhio; ma prima di sborsare una somma di qualche importanza, facciano vedere la moneta a qualche vecchio amatore, o a qualche intelligente numismatico. In tal modo si risparmieranno spesso una inutile delusione.
La Direzione.
Ai raccoglitori di monete romane. — Il sottoscritto interessa la compiacenza dei raccoglitori di Monete Romane a volergli trasmettere la descrizione e i pesi dei bronzi imperiali eccedenti il poso normale, ossia la descrizione (o il semplice riferimento al Numero del Cohen) e il peso dei Gran Bronzi battuti su disco da medaglione, e dei Medii Bronzi battuti su disco di Gran Bronzo. — Accetterà volentieri anche lo proposto di tali pezzi da chi desiderasse venderli.
Francesco Gnecchi Via Filodrammatici, 10. Milano. |
Insegnamento di Numismatica. — Con decreto ministeriale del 7 dicembre u. s., il nostro collaboratore Dott. Solone Ambrosoli, Conservatore del Medagliere Nazionale di Brera, fu abilitato per titoli alla Libera docenza in Numismatica presso la E. Accademia Scientifico-Letteraria di Milano.
Ripostiglio di monete siciliane. — Un tesoro monetale di pezzi di argento fu scoperto in Avola (Noto). Vi erano tetradrammi di Agrigento, Gela, Leontini e Siracusa.
Ritrovamento di Monete Romane. — Nella proprietà Baldi sita in Comune di Gambolò, frazione Garbana (Lomellina), facendosi uno scavo per la piantagione di un gelso, venne trovato un vaso di terra contenente qualche migliaio di monete romane di bassa lega appartenenti a Gallieno Salonina, Claudio Gotico, Quintillo e Aureliano. La conservazione è appena discreta. Non abbiamo potuto esaminarne che qualche centinaio in cui non trovammo nulla di numismaticamente interessante. Il solo interesse sta nella identificazione del luogo del ritrovamento e nell’epoca del ripostiglio, che pare esser stata quella del regno d’Aureliano.
NOTIZIE VARIE
Premio per medaglie. – La R. Accademia di Belle Arti in Milano ha bandito il seguente concorso, sul quale rivolgiamo l’attenzione dei nostri incisori:
premio speciale
per medaglie ottenute da conii d'acciaio incisi a mano.
Una persona benemerita, che desidera mantenere per ora l’incognito, ha destinato la somma di L. 1000 (mille) per un premio da conferirsi da quest’Accademia per un concorso, fra gli artisti italiani viventi, di medaglie ottenute da conii d’acciaio incisi a mano.
DISCIPLINE.
I concorrenti dovranno consegnare le loro medaglie all’Ispettore-Economo di quest’Accademia non più tardi delle ore 4 pom. del giorno 30 settembre 1892. Non si ammettono giustificazioni sul ritardo a questo termine; e l’Accademia non si incarica di ritirare le opere, quantunque ad essa dirette, nè dagli uffici delle ferrovie, nè dalle dogane. I concorrenti che desiderassero conservare l’anonimo dovranno anche consegnare un cartellino con epigrafe e ripeterla sopra una busta suggellata, contenente nell’interno il loro nome, cognome e domicilio.
Sono ammesse al Concorso le medaglie di qualsiasi soggetto di commissione pubblica o privata, oppure eseguite per iniziativa dell’artista, purchè in esse campeggi almeno una figura od un ritratto artisticamente eseguito e siano tali medaglie ottenute da conii d’acciaio incisi a mano ed eseguite nel triennio 1890-92.
Non si ammetterà al Concorso alcun lavoro ottenuto con mezzi meccanici, chimici, o con altri sistemi e, che quindi non sia lavoro d’incisione a mano.
Nessun artista potrà concorrere al premio con più di un’opera.
La medaglia presentata al Concorso dovrà essere un’opera originale eseguita dal concorrente e non copia di altre medaglie.
Della medaglia per il Concorso si dovranno presentare due esemplari, che verranno restituiti dopo il giudizio. Della medaglia premiata, l’autore, oltre ai predetti due esemplari da trattenersi dall’Accademia, dovrà consegnarne un terzo per il R. Gabinetto Numismatico.
Il premio verrà aggiudicato da una Commissione esaminatrice composta da uno scultore e da un pittore, dal Segretario della R. Accademia di Belle Arti, da uno studioso di storia dell’Arte, dal Direttore del R. Gabinetto Numismatico e da un incisore di conii di medaglie.
NB. Le medaglie presentate al concorso saranno esposte in una vetrina eseguita espressamente e donata alla R. Accademia dal signor Francesco Grazioli.
Milano, 10 Marzo 1892.
Il Presidente
E. Visconti Venosta.
Il Segretario Giulio Carotti. |
Monete rinvenute nelle vicinanze di Fano. — Nell’eseguire alcuni lavori campestri in un fondo rustico, denominato Forcole, posto sulla sinistra della via Flaminia a tre chilometri da Fano, di proprietà del nobil uomo Duca Astorre di Montevecchio Benedetti, vennero alla luce avanzi di fabbricati e sepolcri romani, insieme a una ingente quantità di ruderi, materiali e stoviglie frammentate e oggetti in bronzo. La confusione, in cui giacevano questi avanzi nel terreno in discorso, fanno supporre escavazioni precedenti; e, specialmente i sepolcri, presentavano traccie non dubbie di manomissione. Il proprietario si diè la massima cura di sorvegliare e far sorvegliare i lavori, perchè gli oggetti trovati non andassero dispersi, e mise quindi a mia disposizione le monete rinvenute per classificarle.
Ho creduto darne una breve descrizione, non perchè vi siano pezzi di molta importanza, ma perchè il serbarne memoria potrà essere utile a chi voglia studiare la topografia storica delle nostre località.
Monete Consolari incerte.
Asse di gr. 43
Asse con astro al rovescio. Babelon T. 1. p. 50 n. 26.
Semisse con mezzaluna al rovescio, ivi
Denaro foderato illeggibile
Vittoriato tipo solito
Vittoriato (?) Dr. Pegaso. — Rv. Vittoria che corona un trofeo.
71 Pezzi di assi e frazioni di assi di conservazioni diverse.
Monete di Famiglie.
Calpurnia. Denaro |
Babelon | N. | 11 |
Cassia. Asse |
» | » | 5 |
Cloulia. Quinario |
» | » | 2 |
Furia. Asse |
» | » | 1 |
Herennia. Denaro |
» | » | 1 |
Mamilia. Denaro foderato |
» | » | 1 |
Rubria. Quinario |
» | » | 4 |
Salvia. Medio Bronzo |
» | » | 4 |
Valeria. Medio Bronzo |
» | » | 24 |
Monete Imperiali.
Augusto. Medio Bronzo. Cohen 1° ediz. n. 272.
Augusto. Medio Bronzo coloniale di Bilbilis.
Id. e Agrippa. M. B. coniato a Nimes, diviso verticalmente.
Agrippa. M. B. Cohen N. 3; tre esemplari.
Druso Cesare. M. B. Cohen N. 2.
Claudio I. M. B. Cohen N. 73.
Vespasiano. G. B. Cohen N. 367.
Vespasiano M. B. Cohen N. 422.
Id. M. B. Cohen N. 450 (Variante nella leggenda al diritto).
Traiano. M. B. Cohen N. 300.
Adriano. 2 M. B. sconservati.
Antonino. M. B. Cohen N. 605.
M. Aurelio. G. B. Cohen N. 427.
Claudio II Gotico. P. B. Cohen N. 268.
Costantino I. P. B.
Costantino II. P. B.
10 M. B. sconservati.
13 P. B. e Quinari sconservati.
A queste monete vanno aggiunti 15 pezzi di cattiva conservazione, divisi per metà, come il medio bronzo di Augusto e Agrippa. Evidentemente questi nummi furono tagliati a scopo votivo.
Evvi pure una piccola moneta in bronzo di Teano (Campania): D/ — Testa di Pallade; R/ — Gallo e astro: TIAN.
Infine due medagliette di divozione, una moneta medioevale di mistura, un sesino di Francesco Maria II Duca di Urbino, una moneta veneta di rame pel Levante, e un quattrino di Benedetto XIV.
La prevalenza delle monete rinvenute è del periodo Repubblicano e dell’alto Impero.
Le poche monete del basso Impero, le pochissime moderne e la mancanza di quelle del periodo che va dagli Antonini a Claudio II, dimostrano che la località (forse un sobborgo o vico dell’antica città) venne devastata in una delle prime invasioni barbariche, e tracce evidenti d’incendio lo confermano. Ma non è questo il luogo di pronunciare giudizii in proposito: altri potrà farlo studiando meglio gli oggetti rinvenuti, tenendo conto delle altre scoperte fatte nei dintorni, e cercando di farne delle altre.
Mi è bensì di compiacimento annunziare che l’egregio proprietario ha liberalmente disposto che queste monete insieme a tutti gli altri oggetti trovati vengano depositate nell’Archivio Municipale di Fano, ove esistono altri avanzi di antichità.
G. C.
Ripostiglio d’Aurei romani in Calabria. — Nello scorso Aprile vennero trovati nelle vicinanze di Monteleone Calabria 73 aurei romani. Trovandomi colà di passaggio potei vederli, ma non acquistarli, nè più mi fu possibile saperne qualche cosa.
Ho potuto prendere qualche annotazione, che mi basta a darne una descrizione, se non rigorosamente esatta, almeno molto approssimativa. — Vi si trovano adunque 7 Aurei d’Antonia (i due tipi), 6 colle due teste d’Augusto e Caligola, e d’Agrippina e Caligola, 4 di Nerone Druso (i due tipi) uno di Galba, uno di Vitellio, uno di Nerone e Agrippina, uno d’Augusto e Tiberio, uno di Tito, uno di Vespasiano, due di Domiziano, due Quinarii di Tiberio, e infine le rimanenti 24 rappresentano tipi comuni d’Augusto e Tiberio.
Il bel tesoretto era nascosto in un rozzo vaso di terra. Le monete sono in generale di bella conservazione.
F. G.
Ripostiglio di Monete Consolari in Sicilia. — Un importantissimo ripostiglio di monete consolari venne ritrovato verso la fine dello scorso anno o al principio dell’anno corrente, credo nell’interno della Sicilia. — Difficile è sempre conoscere quale sia il luogo dove un ripostiglio viene trovato, come pure la sua importanza. Da quanto però mi fu dato raccogliere e dalla parte che mi fu dato vedere, (circa 2000 pezzi) credo poter affermare che si tratta di un ricco ripostiglio di 8 o 10 mila pezzi, buona parte del quale è ancora nelle mani del misterioso e fortunato ritrovatore. Il ripostiglio fa nascosto in epoca recente, ossia quattro o cinque lustri avanti l’era volgare, contenendovisi in grande abbondanza i denari di Sesto Pompeo Magno, poi quelli coi nomi di Sempronio Gracco, M. Barbazio, Cocceio Nerva, L. Cornelio Balbo, Q. Nasidio, M. Servilio, Stazio Murco, L. Sestio, L. Plaetorio Cestiano, ecc., ecc.
La conservazione è in generale molto buona, e sono spiacente di non poterne dare che un cenno fuggevole a memoria dopo una semplice visita, mentre il ripostiglio meriterebbe un esame ben più accurato. Ma davanti alle eccessive esigenze dei proprietarii, convenne in questo caso, come nel precedente degli aurei romani, rinunciare all’interesse della scienza, tanto più che il ripostiglio sarebbe ormai impossibile ricostituirlo nella sua totalità. F. G.
Vendite pubbliche di Monete a Milano. — Durante il primo semestre dell’anno corrente ebbero luogo a Milano due vendite pubbliche di Monete. La prima fu quella del Conte M.*** di monete greche, romane ed italiane, tenuta dall’impresa Sambon il 4 Aprile e giorni seguenti. La collezione che si presentava non era molto importante e il concorso fu specialmente di piccoli amatori, cosicchè le monete di poca entità e le conservazioni mediocri raggiunsero comparativamente prezzi superiori a quelli delle poche vere belle conservazioni che vi si contenevano.
La seconda fu quella della Collezione del fu Amilcare Ancona, tenuta dall’impresa Pertusi il 3 maggio e giorni consecutivi nei nuovi locali di via Dante. Fatta e disfatta più volte dal proprietario, questa collezione numismatica non aveva più molte attrattive per grandi raccoglitori, e furono anche qui i piccoli che poterono a prezzi molto ragionevoli aumentare le proprie raccolte.
Crediamo quindi inutile citare i prezzi sia dell’una che dell’altra, chè, meno pochissimi, non potrebbero servire di base.
La Direzione.
Ai raccoglitori di Monete Romane. — Il sottoscritto, mentre ringrazia cordialmente i Signori direttori di Musei e i privati raccoglitori, che risposero premurosamente al suo ultimo appello circa i bronzi eccedenti il peso normale, i quali formeranno il tema di un prossimo studio, si rivolge nuovamente alla cortesia loro e degli altri raccoglitori di monete romane, interessandoli a fornirgli le descrizioni dei bronzi privi delle lettere S C da Augusto ad Adriano, non descritti nell’opera di Cohen. Questi bronzi non sono certo comuni; ma è probabile che parecchi esistano inavvertiti nelle collezioni.
Francesco Gnecchi. Via Filodrammatici, 10, Milano. |
Premio Duchalais. — L’accademia delle Iscrizioni e belle lettere ha decretato il premio Duchalais (num. del M. Evo) a Ad. Blanchet per la sua “Numismatique du moyen Age.”
In memoriam. — Il giorno 12 corr. giugno, nella Biblioteca Nazionale (Braidense) di Milano, s’inaugurò un busto al compianto Comm. Ghiron, già prefetto della Biblioteca stessa.
Isaia Ghiron, com’è noto, coltivò pure gli studi numismatici, e la nostra Rivista lo annoverò tra i suoi fondatori, come lo ebbe consigliere sino alla immatura di lui morte.
NOTIZIE VARIE
Doni pervenuti alla Società Italiana di Numismatica dal mese di aprile a tutto settembre:
Dott. Prospero Rizzini:
Le sue Illustrazioni del Civico Museo di Brescia: Parte I, Placchette e bassorilievi: — Parte II, Medaglie.
Cav. Ercole Gnecchi:
Bosio Giacomo, Dell’istoria della Sacra Religione et illustrissima Militia di San Giovanni Gierosolomitano. Roma, 1590-1602. Vol. 3 in f.
Lambros G., Αναγραφη τῶν νομιςμάτον τῆς κυριως Ελλαδος-Πελοποννήσος. – Αθηνῆσιν, 1891.
Cav. Col. Giuseppe Ruggero:
Tavole descrittive delle monete della Zecca di Genova, dal MCXXXIX al MDCCXII. Genova, 1881, in-4.
N. 11 estratti delle sue opere numismatiche, pubblicate in varii periodici.
Cav. Umberto Rossi:
Monaldini G. A., Introduzione allo studio delle Medaglie. Roma, 1772, in-8.
Moreni Domenico, Illustrazione di una rarissima medaglia rappresentante Bindo Altoviti. Firenze, 1824, in-8.
Fontenay (J. De), Manuel de l’amateur de Jetons. Paris, 1854, in-8.
N. 3 Medaglie del Secolo XVIII.
Dott. Arturo G. Sambon:
Fusco G. V.. Sulle monete dette cinquine.
Fusco G. M.. Intorno ad alcune monete aragonesi.
Laugier L., Monnaies inédites de papes et legats d’Avignon.
— — Monographie des monnaies de René d’Anjou.
Salinas A., Sul tipo de’ tetradrammi di Segesta.
Capasso B., De sigillis et nummis ad Neapolitanum ducatum pertinentibus.
Sambon L., Recherchies sur les monnaies de la presqu’ile Italique.
Sambon A. G., Monnayage de Charles I d’Anjou dans l’Italie méridionale.
— — Les “Cavalli” de Ferdinand I d’Aragon, roi de Naples.
Lambros G., Νομίςματ τῆς νῆσου Άμοργοῦ – Αθηνῆσιν, 1870.
Enrico Osnago:
Monete italiane antiche, N. 1 in oro, 30 in arg., 1 in rame.
Monete italiane moderne, N. 35 in argento, 3 in rame.
Monete estere moderne, N. 28 in argento.
Medaglie moderne, N. 1 in argento, 6 in bronzo.
- Totale N. 105 pezzi.
Soppressione definitiva della Zecca di Milano. — L’Istituto più antico e il più storicamente importante di Milano sta per scomparire. La Zecca Milanese, che da undici secoli ben compiuti seguì la storia di Milano, ne scrisse a caratteri indelebili tutte le vicissitudini, e ne registrò le glorie e i dolori, seguendo gli alti e bassi della politica, della religione, dell’economia e dell’arte, ha visto segnata la sua ultima ora. Un decreto ministeriale del 28 scorso giugno ordinava la definitiva soppressione della Zecca di Milano. Le ragioni, che militavano a favore della conservazione, ragioni che abbiamo esposte già sommariamente in questa Rivista (Anno IV, Fasc. III) e che abbiamo anche discusse più diffusamente in un giornale politico, non ebbero la forza di convincere il Ministero e di farlo rinvenire su una decisione già presa. E così sia.
In una delle sedute dello scorso luglio al Consiglio Comunale di Milano l’On. Mussi volle nuovamente spezzare una lancia a favore della nostra zecca; ma crediamo troppo tardi, essendo ormai la cosa già definitivamente decretata.
Del resto, come abbiamo fino dapprima osservato, le ragioni che noi mettevamo innanzi per la conservazione, assai più che storiche o numismatiche, erano d’opportunità e d’economia. Non erano argomenti poetici quelli che facevamo valere, ma semplicemente positivi, che l’importanza storica della nostra zecca si può dire cessata col finire del ducato di Milano, o, se si vuole protrarla più oltre, col sorgere del Regno d’Italia.
Ci auguriamo ben volentieri d’esserci sbagliati; ma per ora persistiamo a credere che eravamo noi dalla parte della ragione, tanto è vero che, vista l’insufficenza dell’attuale zecca di Roma, già si pensa alla costruzione di una nuova!
La Direzione.
Monete milanesi inedite. — I Sigg. Francesco ed Ercole Gnecchi si propongono di pubblicare nel venturo anno 1893, a mezzo della Rivista Italiana di Numismatica, tutte quelle Monete milanesi inedite, che sono venute a loro cognizione dopo la pubblicazione del loro libro Le Monete di Milano. Essi si rivolgono pertanto a tutti i collettori e direttori di Musei, pregandoli vivamente a voler dar loro comunicazione di tutte le monete milanesi da loro possedute, le quali fossero inedite o anche semplicemente varianti da quelle pubblicate in quel lavoro.
La Società italiana di numismatica avvisa i propri Soci che col 29 Settembre p. p. ha fissato la propria sede in Piazza del Duomo, 20, presso il Segretario di detta Società, Cav. Prof. Costantino Luppi.
NOTIZIE VARIE
Note numismatiche di un viaggio ad Atene e Costantinopoli.
Da una relazione che il nostro collega Dott. Solone Ambrosoli ha diretta al Ministero della Pubblica Istruzione intorno ad un viaggio ad Atene e Costantinopoli, da lui intrapreso nella decorsa primavera, togliamo i seguenti brani, d’interesse numismatico.
⁂
“L’isola di Corfù, se tiene forse lo scettro fra le terre greche per la bellezza del paesaggio e per la lussureggiante vegetazione, d’altra parte è povera di monumenti, e la sua capitale non vanta musei o collezioni pubbliche di oggetti che interessino la storia o l’arte. Mi limitai quindi a visitare, nella città di Corfù stessa, la raccolta privata di monete corciresi autonome del Sig. Aristide Spiridione Varuccas. Questa ristretta raccolta, alla quale il Sig. Varuccas attende da oltre vent’anni, contiene alcune varietà pregevoli, e più d’un esemplare che si distingue per la squisita conservazione......
⁂
“S’intende che, durante il mio soggiorno in Atene, nulla trascurai di attinente agli studi numismatici; e che, quantunque non incaricato di veruna missione ufficiale, stimai mio stretto dovere di visitare, come del resto era mio vivo desiderio, le relative collezioni pubbliche e private; in primo luogo, e ripetutamente, quella del Gabinetto Nazionale, dove fui ricevuto con ogni cortesia dal nuovo Direttore Sig. Giovanni N. Svoronos, ben conosciuto per le sue pregiate pubblicazioni.
“La suppellettile scientifica del Gabinetto Nazionale (magnificamente installato nel più splendido edificio della nuova Atene, l’Accademia delle Scienze) consta di diverse grandi serie. La prima è la cospicua collezione nazionale propriamente detta, accresciuta ora di oltre ventimila pezzi dalla Società Archeologica di Atene. La seconda è la collezione numismatica che appartiene all’Università, e che si suddivide nella raccolta Murusi (di cui si ha il catalogo a stampa) e in un’altra raccolta di monete scelte. La terza è la celebre collezione Giovanni di Demetrio (monete dell’Egitto antico), che sinora era custodita nel Museo della Società Archeologica e che avrebbe dovuto rimanere unita alle altre antichità donate dal Sig. Demetrio, ma che per intromissione del Sig. Svoronos fu recentemente stralciata per aggregarla al Gabinetto, in seguito ad apposita disposizione del donatore, legalizzata da un decreto reale. È da notare che, al dono originario, il Sig. Demetrio aggiunse generosamente nuovi doni preziosissimi, talchè il supplemento sorpassa quasi, per alcuni riguardi, il nucleo primitivo, e la 2a edizione del catalogo (ora in preparazione) riuscirà di supremo interesse per la scienza.
“II Gabinetto possiede pure una superba serie di medaglie russe in argento ed in oro, provenienti da un dono che i fratelli Zosimas, greci stabiliti in Russia, fecero alla patria nei primi tempi dell’indipendenza ellenica.
“I doni, del resto, com’è bel vanto della Grecia, continuano ad affluire anche a quell’istituto; così, p. es.. l’attuale Presidente del Consiglio de’ Ministri, Carilao Tricupis, ha donato non ha guari la propria collezione di monete, specialmente ateniesi e dell’Acarnania.
“Oltre al Gabinetto Nazionale, visitai in Atene la raccolta numismatica dei Sigg. fratelli Dionigi e Giovanni Lambros, formata dal defunto loro padre Paolo Lambros, e ben nota anche in Italia per la sua straordinaria importanza relativamente ad alcune nostre zecche medioevali; — quella vastissima del Prof. Atanasio Russopulo (monete greche e romane), che è doviziosa in particolar modo nella serie ateniese, nonchè nelle serie dell’Asia Minore: — quella ora appartenente alla distintissima Sig.a Sofia Schliemann, vedova del celebre esploratore (monete greche e romane); — quella del Sig. Giovanni Solon (specialmente monete dell’Asia Minore), ecc.
“Ebbi occasione, infine, di far conoscenza con altri numismatici o studiosi, quali il dotto e venerando Professor Achille Postolacca, già Direttore del Gabinetto; il Sig. Alessandro Meletopulo, del Pireo, possessore di una notevolissima raccolta di monete greche, ecc....
⁂
“Al Museo d’antichità di Tchinili-Kiosk (in Costantinopoli) è unito anche un Gabinetto Numismatico, non ancora completamente ordinato, intorno al quale ebbi le seguenti notizie dalla compiacenza dello stesso Direttore (S. E. Hamdy-Bey), cui ero stato raccomandato dall’Ambasciata d’Italia.
“Quando Hamdy-Bey fu chiamato a dirigere i Musei Imperiali, trovò giacente una gran quantità di monete d’oro, argento e bronzo (circa 28,000 pezzi), accumulate alla rinfusa. Egli pensò di costituire con esse un Gabinetto, ed incaricò due numismatici, Macridi-Pascià e Achmed-Bey (attuale Conservatore) di intraprendere la classificazione sistematica, intorno alla quale lavorarono per tre anni, riuscendo a catalogare le monete greche, romane e dei Parti. Vi sono anche molte monete bizantine ed islamitiche già separate ma non ancora classificate, essendo stati interrotti provvisoriamente i lavori, per circostanze imprevedute. Ad ogni modo, Hamdy-Bey spera che alla fine del venturo anno 1893 si possa aprire al pubblico la collezione greca e romana. Il Gabinetto si accresce continuamente per ritrovi di ripostigli; un recente ordine imperiale dispone che siano aggregate ad esso anche le diverse centinaia di monete d’oro che si conservano presso il Ministero degl’Interni. De’ numerosi duplicati esistenti a Tchinili-Kiosk verrà redatto un elenco per procedere a cambî o vendite.
“Durante il mio soggiorno a Costantinopoli, per cortese intromissione di S. E. il Comm. Ressman, allora Ambasciatore d’Italia colà, mi fu dato di esaminare minutamente la pregevolissima collezione di monete greche radunata da una gentildonna egregia, la Principessa di Mavrocordato, consorte all’Ambasciatore di S. M. Ellenica . . .
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“Nel ritorno, mi soffermai a Belgrado, dove visitai il nascente Museo nel palazzo dell’Università. Esso è diretto dal chiaro archeologo Prof. Michele Valtrovic, che con somma affabilità mi diede conto dell’origine e dello sviluppo della collezione affidata alle intelligenti sue cure. Questa si è costituita per via di doni e di ritrovamenti, e comprende alcuni oggetti interessantissimi, come, a cagion d’esempio, delle collane d’oro massiccio, di lavoro barbarico, composte di perline che si suppone potessero servire ad uso monetale; delle barre d’argento contromarcate, oppure con leggende punteggiate (pubblicate da Mommsen); ecc.
“La numismatica occupa un posto abbastanza ragguardevole nel Museo di Belgrado, talchè si vagheggia l’idea di organizzare un vero Gabinetto; e allora si procederà anche a proposte di cambi, essendovi gran numero di duplicati disponibili.
“Oltre ad una collezione di monete imperiali romane (specialmente di Traiano, frequentissime ne’ ritrovi monetali in Serbia) e bizantine, il Museo possiede, fra l’altro, una bella serie di monete serbe (esposta quasi intieramente in vetrine), ed una raccolta di impronte di medaglie che si riferiscono alla storia guerresca di Belgrado. Le zecche di Cattaro e Ragusa, che interessano si davvicino la nostra numismatica, sono assai ben rappresentate nel Museo.
“Aggiungerò, infine, che il direttore del Museo stesso, Prof. Valtrovic, è anche il redattore del periodico Starinar “(L’Antiquario)”, organo della Società Archeologica Serba, nel quale la numismatica ha talora una parte notevole.
⁂
“Fra la modesta capitale della Serbia e la superba metropoli dell’Ungheria, che in poco più di un ventennio si è trasformata da città di provincia in città mondiale, il contrasto non potrebb’essere più caratteristico. A Budapest infatti, gl’istituti scientifici sono organizzati su basi grandiose, ed il ricco Gabinetto Numismatico non forma che un reparto della Sezione delle Antichità del Museo Nazionale diretto dall’illustre scienziato e patriota Francesco Pulszky. Questi ebbe la bontà di presentarmi e raccomandarmi al ch. Prof. Giuseppe Hampel, che insegna archeologia in quella R. Università ed è Conservatore-Capo del Gabinetto Numismatico, di cui il Dott. Kuzsinszky ed il Dott. Réthy sono Conservatori-Aggiunti, il primo per la parte antica, il secondo per la parte medioevale e moderna e per la serie speciale ungherese.
“La cortesissima accoglienza avuta mi rese possibile di darmi conto sommariamente della vasta suppellettile scientifica contenuta nel Gabinetto, quantunque per circostanze sfavorevoli (sopratutto per la inopportunità della mia visita, procedendosi in quei giorni ai preparativi per le grandi feste pel 25.° anniversario dell’incoronazione del Re d’Ungheria) mi dovessi limitare ad un esame affrettato.
“Il Gabinetto raccoglie particolarmente i monumenti numismatici trovati in paese, e suo vanto principale è la serie preziosissima delle monete barbare trovate appunto in Ungheria; sono circa tre migliaia di pezzi importantissimi, in parte imitazioni di tipi greci e delle consolari romane. La serie delle monete ungheresi medioevali e moderne, poi, è strabocchevolmente doviziosa, e dopo l’acquisto della sezione relativa della Collezione Montenuovo è divenuta la prima nel suo genere. Notevole è anche la raccolta delle medaglie ungheresi; le più belle fra esse sono esposte in vetrina, assieme ad una collezione sfragistica e ad un saggio della monetazione ungherese e transilvana, ecc., ecc.”
Premio per medaglie. — Nel fasc. II del corr. anno (pag. 259-260), abbiamo pubblicato il concorso bandito dalla R. Accademia di Belle Arti in Milano, per Medaglie ottenute da conii d’acciaio incisi a mano. Il premio era di L. 1000 (mille), generosamente destinate da una persona benemerita, che desidera mantenere per ora l’incognito. Termine della consegna, il 30 settembre u. sc. I concorrenti furono tre; le medaglie vennero esposte al pubblico nelle sale dell’Accademia, entro artistica vetrina eseguita espressamente e donata dal noto incisore milanese Signor Francesco Grazioli.
Il 26 ottobre si radunò la Commissione giudicatrice del concorso, composta dei Sigg.: Bertini Prof. Comm. Giuseppe, Biganzoli Filippo, Carotti Dott. Cav. Giulio, De Castro Prof. Cav. Giovanni, Grazioli Francesco predetto, e Ambrosoli Dott. Solone, che fungeva da Segretario.
Per la molta cortesia della on. Presidenza dell’Accademia, possiamo pubblicare il seguente estratto dal verbale della Commissione:
“Riconosciuto, dalla ispezione dei relativi documenti, che le medaglie presentate al concorso furono eseguite nelle condizioni richieste dal programma, la Commissione procede all’esame delle medaglie inviate dai tre concorrenti, ed è d’accordo nel raccogliere i suoi suffragi sulla medaglia ad Ubaldino Peruzzi (presentata dal concorrente N. 2), trovando questa commendevole per sentimento artistico, per larghezza di stile, per vigoria ed efficacia di caratteristica, mentre, sotto l’apparenza di una geniale sprezzatura, la esecuzione è corretta ed accurata sino ne’ particolari, con abili accorgimenti per la ricerca dell’effetto, e ciò sempre rispettando le esigenze tecniche speciali della coniazione.
“La Commissione decide quindi ad unanimità di proporre per il premio l’autore di detta medaglia Sig. Italo Vagnetti, di Firenze, domiciliato in Roma.”
Il Consiglio Accademico, accogliendo la proposta della Commissione, conferì al Sig. Italo Vagnetti il premio di lire mille.
Falsificazioni di gran bronzi romani1. — Nella Numismatic Chronicle di Londra, il Sig. Grueber dà l’allarme per la comparsa di una serie di falsificazioni, ch’egli asserisce si vadano fabbricando in Italia. Trattasi, per quanto se ne sa finora, unicamente di gran bronzi romani. Nella scorsa primavera, il Sig. Evans, presidente della Società Numismatica Londinese, ricevette dall’Italia un gran bronzo di Tranquillina, per il quale si domandava un prezzo rilevante, essendo rarissimo le monete di bronzo di quell’imperatrice. A prima vista, la moneta sembrava perfettamente genuina. La forma delle lettere era soddisfacente, la patina, verde-scura, pareva antica, ed il tipo del rovescio era ben eseguito; ma ciò che rendeva sospetta la moneta era la fattura del busto nel diritto. Era poco rilevato, specialmente verso il basso, e la capigliatura aveva tutto il fare d’una medaglia fusa del Cinquecento, che fosse stata accuratamente ritoccata al bulino. S’intende da sè che il signor Evans riconobbe tosto che si trattava d’una falsificazione, e la rimandò alla persona che gliene proponeva l’acquisto. Il secondo pezzo che fece la sua comparsa fu un gran bronzo di Britannico, una delle monete più rare della serie romana. Esso era esattamente eguale per lo stile e la fattura alla moneta di Tranquillina, e quantunque alcuni che lo videro fossero proclivi dapprima a crederlo autentico, generalmente fu ritenuto per una falsificazione.
Il mistero è stato chiarito non ha guari, in modo abbastanza curioso. Al Sig. Wallis, del Museo di South Kensington, durante un suo recente soggiorno in Napoli, fu mostrato da un amico un gran bronzo dell’imperatrice Didia Clara, che questi diceva di aver acquistato per un prezzo piuttosto basso, ma della cui autenticità non era ben sicuro, quantunque la patina sembrasse buona. E aggiunse: “Su questo punto, potrò venir in chiaro fra poco, perchè il venditore me ne porterà alcuni altri”. Di li a qualche giorno, infatti, il venditore si ripresenta, e questa volta portando con sè una ventina di pezzi, fra i quali vi erano varii duplicati precisi della moneta di Didia Clara comperata prima. Allora cessò ogni dubbio sulla falsità di tutte quelle monete; e, in séguito a diligenti indagini, l’amico del Sig. Wallis riuscì a sapere ch’erano state fabbricate in Napoli stessa o nei dintorni. I conii adoperati per battere queste monete sono di fattura moderna, e probabilmente eseguiti con qualche nuovo procedimento meccanico, che permette di ottenere copie esatte dell’oggetto originale. Nel caso poi che l’originale presenti qualche imperfezione, si ritoccano i conii, come s’è visto per la capigliatura di Tranquillina. Quanto al metallo, si dice che i falsificatori si servano di gran bronzi autentici, ma di nessun valore, e così, riconiandoli, ottengano l’apparenza della patina antica.
Corso di Numismatica. — Nel p. v. gennaio, il Dottor Solone Ambrosoli, libero docente presso la R. Accademia Scientifico-Letteraria di Milano, darà principio al suo corso di Numismatica. Le lezioni saranno pubbliche, e si terranno il venerdì dalle 10 alle 11 ant., nella sala del Gabinetto di Brera.
Aforismi numismatici. — Un giornaletto settimanale eclettico di Milano, che s’intitola Il Bene, pubblicò nel 1891-92, sotto il titolo di Conversazioni numismatiche, alcuni articoli elementari, inviati da Roma e firmati col pseudonimo di Pertinax, i quali possono formare una specie di manualetto popolare di numismatica generale. Col N. 33 dello scorso Agosto si dava l’ultimo capitolo, ossia la conclusione delle dette conversazioni, la quale riassume quasi a guisa di Catechismo numismatico, una serie di precetti e di aforismi, in cui è riassunto il risultato di una lunga esperienza. Accordiamo a questo breve capitolo un posticino fra le Notizie Varie, parendoci che, quantunque il vecchio Pertinax lo abbia scritto come chiusa del suo trattato molto elementare, dedicato ai raccoglitori novelli, qualche interesse può offrirlo anche ai lettori della nostra Rivista.
I.
I piaceri umani sono tutti più o meno presto esauribili; quello del raccoglitore fa una splendida eccezione a questa regola generale.
II.
I piaceri sono sempre più intensi quanto più costano fatica a raggiungerli, e quanto più lunga è la strada che vi conduce.
III.
Chi inizia una collezione, si guardi bene dall’acquistarne una bella e fatta. Ne perderebbe ben presto il gusto.
IV.
I desiderî devono essere proporzionati alle forze di ciascuno. Chi troppo desidera, non gode neppure il poco che gli è dato raggiungere.
V.
La pazienza deve essere una delle doti indispensabili del raccoglitore. Chi non è paziente rinunci addirittura alle collezioni.
VI.
Chi vuole assolutamente un dato oggetto, riesce ad averlo, ma è certo di pagarlo caro. Chi vuol comperarlo bene, non abbia mai premura e aspetti che gli venga offerto. — Sia però nello stesso tempo disposto a vederselo portato via da un compratore più generoso.
VII.
Una certa diffidenza è dote indispensabile pel raccoglitore, e sarà bene non dimenticare mai il vecchio adagio: Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
VIII.
Fra le varie collezioni, quella delle monete è la più solida, quella che meno deperisce, e quella che maggiormente acquista pregio col tempo.
IX.
Quasi tutte le monete rare furono falsificate e lo furono molte anche fra le comuni. Quindi la prudenza e la circospezione negli acquisti non saranno mai troppe, e converrà tener sempre bene aperti gli occhi, dovendosi sovente lottare con chi mette in opera tutta la propria abilità per ingannare.
X.
Svariatissimi sono i generi di falsificazioni. Alcune monete sono completamente false, ossia furono coniate o fuse in tempi posteriori. Altre sono semplicemente falsificate. Talora a una moneta genuina venne cambiato il nome, talora due monete pure genuine furono segate a metà e colle due metà riunite si formarono monete non mai viste e che non esistettero mai.
XI.
Una norma precisa per giudicare le monete false è impossibile darla. Non v’ha che la lunga pratica, corroborata da qualche sbaglio pagato di borsa, che valga a procurare a poco a poco quell’occhio esperto che, senza ragionamenti, decide dell’autenticità delle monete.
XII.
Una regola costante è quella che le monete rare non devono nel loro aspetto per nulla differire dalle comuni. Quelle false o falsificate hanno sempre, nei tipi, nei caratteri, nella patina, nel metallo, un certo aspetto che si scosta da quello comune delle monete genuine.
XIII.
Al primo presentarsi di una moneta rara è buona regola di immaginarsela addirittura falsa, e non recedere da questo primo giudizio, se non quando tutti gli argomenti vi persuadano a cambiare opinione.
XIV.
Finchè non avete pratica sufficiente per giudicare sicuramente coi vostri occhi, non fate affari con gente di dubbia fede.... e se ve ne asterrete anche in seguito, non avrete mai a pentirvene.
XV.
Non pretendete d’essere infallibili. La scuola tutti l’hanno a pagare, e se alle volte vi capitasse d’acquistare un pezzo falso, in luogo di scoraggiarvi, mettetelo in conto dell’esperienza per l’avvenire.
XVI.
Non abbiate mai premura pei pezzi comuni. Li troverete sempre. Ma invece abbiate a tempo opportuno il coraggio necessario quando l’occasione vi presenta quei pezzi, che capitano una sola volta nella vita.
XVII.
Come il negoziante, per essere buon negoziante, non deve essere raccoglitore, così il raccoglitore, per essere vero raccoglitore, non deve essere negoziante.
XVIII.
Il raccoglitore deve per necessità cedere in cambio o vendere, che vale lo stesso, i suoi duplicati — e non è effetto che di un vano pregiudizio il non volerli cedere a denaro; — ma deve avere la fermezza di non cedere nessuna moneta della collezione a nessun prezzo, né per nessun cambio, anche trattandosi di riceverne altra di maggior valore. La vendita o il cambio potrebbero essere una volta convenienti, ma è assai pericoloso il derogare al principio.
XIX.
Quando avrete a realizzare una collezione, tenete bene a mente che avrete sempre a perdere sui pezzi comuni e di cattiva conservazione; mentre invece vi sarà tutta la probabilità di guadagnare su quelli di esimia rarità e di conservazione eccezionale.
XX.
Una collezione universale non potrà mai avere un gran valore. Lo potrà invece avere, assolutamente o relativamente, una speciale, la quale naturalmente costa di più. Un raccoglitore interrogato perchè facesse la collezione universale, rispose: perchè non sono abbastanza ricco per farne una speciale.
XXI.
Economizzate su una moneta di lusso, ma acquistate tutti i libri che si riferiscono al ramo da voi prescelto.
XXII.
Non calcolate che i vostri figli abbiano a continuare la vostra collezione. È troppo difficile che il figlio abbia le inclinazioni del padre, e non giova farsi tali illusioni. Non avviene un caso in cento di un poeta figlio di poeta e di un raccoglitore figlio di un raccoglitore.
XXIII.
Le collezioni private sono irrevocabilmente destinate ad essere disperse, e le monete, dopo aver errato per secoli in questa e in quella collezione, non trovano posa se non nelle collezioni pubbliche.
XXIV.
Non vi ha al mondo collezione completa né fra le private né fra le pubbliche. E non v’ha piccola collezione che non contenga qualche pezzo desiderato dalle più insigni.
XXV.
Non essendovi al mondo collezione completa, qualche lacuna da riempiere vi rimarrà sempre, e questo è appunto ciò che forma la durata e la continuità del piacere pel raccoglitore.
Note
- ↑ Di queste falsificazioni ha già dato un cenno la Rivista, in una Corrispondenza da Roma pubblicata nel IV fascicolo dello scorso anno 1891 (Vedi pag. 538).