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522 | notizie varie |
scorsa primavera, il Sig. Evans, presidente della Società Numismatica Londinese, ricevette dall’Italia un gran bronzo di Tranquillina, per il quale si domandava un prezzo rilevante, essendo rarissimo le monete di bronzo di quell’imperatrice. A prima vista, la moneta sembrava perfettamente genuina. La forma delle lettere era soddisfacente, la patina, verde-scura, pareva antica, ed il tipo del rovescio era ben eseguito; ma ciò che rendeva sospetta la moneta era la fattura del busto nel diritto. Era poco rilevato, specialmente verso il basso, e la capigliatura aveva tutto il fare d’una medaglia fusa del Cinquecento, che fosse stata accuratamente ritoccata al bulino. S’intende da sè che il signor Evans riconobbe tosto che si trattava d’una falsificazione, e la rimandò alla persona che gliene proponeva l’acquisto. Il secondo pezzo che fece la sua comparsa fu un gran bronzo di Britannico, una delle monete più rare della serie romana. Esso era esattamente eguale per lo stile e la fattura alla moneta di Tranquillina, e quantunque alcuni che lo videro fossero proclivi dapprima a crederlo autentico, generalmente fu ritenuto per una falsificazione.
Il mistero è stato chiarito non ha guari, in modo abbastanza curioso. Al Sig. Wallis, del Museo di South Kensington, durante un suo recente soggiorno in Napoli, fu mostrato da un amico un gran bronzo dell’imperatrice Didia Clara, che questi diceva di aver acquistato per un prezzo piuttosto basso, ma della cui autenticità non era ben sicuro, quantunque la patina sembrasse buona. E aggiunse: “Su questo punto, potrò venir in chiaro fra poco, perchè il venditore me ne porterà alcuni altri”. Di li a qualche giorno, infatti, il venditore si ripresenta, e questa volta portando con sè una ventina di pezzi, fra i quali vi erano varii duplicati precisi della moneta di Didia Clara comperata prima. Allora cessò ogni dubbio sulla falsità di tutte quelle monete; e, in séguito a diligenti indagini, l’amico del Sig. Wallis riuscì a sapere ch’erano state fabbricate in Napoli stessa o nei dintorni. I conii adoperati per battere queste monete sono di fattura moderna, e probabilmente eseguiti con qualche nuovo procedimento meccanico, che permette di ottenere copie esatte dell’oggetto originale. Nel