Rivista italiana di numismatica 1891/Necrologie
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NECROLOGIE
Il 22 dicembre u. s. moriva in Milano all’età di 50 anni Amilcare Ancona, uno dei più appassionati raccoglitori. Il suo gusto era eclettico e le sue raccolte abbracciavano molti rami diversi, dagli oggetti preistorici fino ai documenti del risorgimento nazionale. Nella sua casa di Milano aveva radunato un importante Museo, in cui figuravano oggetti di scavo egizii, greci e romani, marmi antichi, monete e medaglie, autografi e documenti.
Nella sua villetta di Precotto poi aveva formato un supplemento al museo di Milano, collocandovi una quantità di marmi e d’iscrizioni antiche, parecchie delle quali furono pubblicate dal Mommsen, il quale gli era amico e l’andava a visitare ogni volta che veniva in Italia.
Delle serie numismatiche s’era successivamente occupato della greca, della romana e delle zecche medioevali italiane. Nel 1884 vendette al pubblico incanto a Milano tutta la sua collezione numismatica, ma poi la ricostituì negli ultimi anni della sua vita.
Fu anche collaboratore della nostra Rivista e vi scrisse nel 1888 il Ripostiglio di S. Zeno Città.
F. G.
ANTONIO VITALIANO SOSSI.
Antonio Vitaliano Sossi, nato nel 1820 in Valfenera, moriva in Asti il 7 aprile scorso in seguito a lenta congestione cerebrale. — Fatti con molta lode gli studî nel Collegio e nel Seminario d’Asti e laureato in teologia, fu prescelto a far parte di quel corpo di dotti ecclesiastici che la munificenza di Casa Savoia chiamava a completare gli studî teologici a Superga. E mentre vi attendeva trovò tempo di addottorarsi in legge all’Università di Torino, nella quale per concorso venne poi aggregato al Collegio dei dottori in Teologia. — Gli venne in seguito conferito un canonicato in Asti nella cattedrale, fu Vicario Capitolare della Diocesi, poi Vicario generale, e infine ottenne e portò con grande onore la prima dignità del Capitolo Cattedrale, la prevostura. Uomo di molti studî e di profonda dottrina, ebbe a cattivarsi la stima universale durante tutta la sua lunga carriera. Appassionato cultore della numismatica, se ne occupò con vivo interesse fino agli ultimi mesi di sua vita, e formò una preziosa collezione di monete romane, alla quale non sappiamo ancora quale sorte sia riservata. — Nella nostra Rivista lasciò come ricordo un articoletto su di un ripostiglio, pubblicato nel 1890.
F. G.
CARLO LUIGI VAN PETEGHEM.
Carlo Luigi van Peteghem, uno dei più noti negozianti di monete, nato a Bruges, il 28 aprile 1827, moriva a Parigi il giorno 11 febbraio scorso.
Affabilissimo e cortese nel trattare privatamente, aveva dirette molte vendite pubbliche, e i Cataloghi da lui redatti rimangono come modelli di chiarezza e di giustezza d’attribuzione. Scrisse parecchi lavori di numismatica, fra cui citeremo i due seguenti: Gui de Flandre comte de Zélande, et sa Monnaie de Middelbourg — Monnaies et jetons de Courtrai et de sa châtellenie.
Già da varii anni egli stava componendo una collezione di monete fiamminghe, ch’egli si proponeva di illustrare con un studio speciale sopra di questa serie. Pare anzi che il lavoro del paziente e intelligente numismatico fosse già molto avanzato, e speriamo ch’esso non andrà perduto, e che i suoi amici penseranno ad ultimarlo, e a provvedere alla sua pubblicazione.
E. G.
Giulio Jatta nacque in Ruvo di Puglia nella provincia di Bari ai 2 di Giugno dell’anno 1861.
Fece gli studi di lettere e filosofia presso l’Università di Napoli e, iniziato a quelli di archeologia da suo padre, li continuò con amore, dedicandosi specialmente alla numismatica. Udì dapprima le lezioni del ch. Prof. De Petra nella stessa Napoli, ma poi si trasmutò in Roma, ove visse qualche anno studiando i musei e i monumenti della città eterna e profittando della biblioteca e delle conferenze scientifiche dell’Imp. istituto archeologico di Germania, per raccomandazione dello stesso suo padre al Prof. Henzen di chiarissima memoria. Amò l’arte del disegno, ma cercò perfezionarsi e divenne veramente provetto in quella di riprodurre i monumenti dell’antichità figurata. espertissimo nell’eseguite i lucidi delle pitture vasarie, rese possibile al padre suo la pubblicazione dei Vasi italo-greci della famiglia Caputi di Ruvo, le cui tavole si deggiono a lui, e quella di parecchie altre pubblicazioni apparse negli Annali dell’Istituto germanico archeologico.
Tornato in famiglia intraprese il suo lavoro sulle Monete di argento della Magna Grecia, di cui pubblicò il I e II fascicolo nell’anno 1882, contenenti la Introduzione e la città di Sibari. — È sperabile che nei manoscritti da lui lasciati possa trovarsene la continuazione, o tanto quanto basti a dare alla luce una seconda edizione riveduta e corretta dallo stesso autore di ciò che egli aveva pubblicato con l’aggiunta di qualche altra città: di che spera occuparsi il padre dell’estinto, non appena il dolore ancor troppo vivo gli consentirà di farlo con la necessaria calma.
Di pubblicazioni, oltre l’accennata, non si ha altro di lui, fuorchè due articoli sopra una stessa moneta di Rubi, uno inserito nel Bull. dell’Ist. germanico, 1878, pag. 173 e e seg., l’altro nella Riv. Italiana di Numismatica, an. III, fasc. III, 1890. Avrebbe certamente raccolto qualche onorato frutto dalle sue cognizioni e dalle sue fatiche, se una morte prematura, cagionata da virulenta febbre infettiva, non lo avesse rapito ai prediletti suoi studî in men di 12 giorni, ai 9 Febbraio 1891, non compiuti ancora 40 anni di vita!
A Monaco di Baviera, è morto lo storico ed archeologo insigne Ferdinando Gregorovius. Quanti hanno consuetudine cogli studj storici sanno chi fosse il Gregorovius e conoscono la sua magistrale Storia della città di Roma nel Medio Evo.
Un suo contributo numismatico fu quello consacrato alle monete di Alberico, principe e senatore romano, compreso nelle sue Kleine Schriften zur Geschichte und Cultur, vol. I (Lipsia, Brookhaus)1.
Il Portioli iniziava i suoi studii numismatici pubblicando sul Bullettino di Numismatica Italiana di Firenze, diretto dal Caucich, varî interessanti Appunti specialmente sulla zecca Mantovana. Questi appunti furono poi riassunti in seguito dall’autore ed ampliati nella sua interessante opera: La Zecca di Mantova. Di quest’opera, che doveva essere una monografia completa di quella zecca, e constare di sette parti, quanti sono i principali periodi storici di quella città, l’autore non ne pubblicò che quattro, ossia la prima: La zecca imperiale, la zecca podestarile, e il proemio alla zecca dei Gonzaga; la seconda: La zecca dei Capitani; la sesta: La zecca Austriaca; la settima: La zecca ossidionale. Sfortunatamente mancano al compimento dell’opera le parti III, IV e V, che dovevano comprendere i periodi forse più importanti della zecca Mantovana, ossia quello dei Marchesi, e quello dei Duchi della linea primogenita, e di quella di Nevers. L’autore ne aveva già in gran parte radunati i materiali, e noi facciamo voti ch’essi vengano diligentemente raccolti e riordinati da qualche intelligente numismatico, per poi pubblicarli a compimento di quell’importante lavoro, finora unico, sulla zecca Mantovana.
CARLO LODOVICO MÜLLER.
Il giorno 6 settembre scorso moriva il distinto archeologo e numismatico Dott. Carlo Lodovico Müller, Consigliere di Stato e dal 1865, Direttore del Regio Gabinetto numismatico e del Museo d’Antichità di Copenaghen. C. L. Müller arricchì la letteratura numismatica di molte opere importanti, e basterà citare quelle ormai divenute classiche, ossia: Numismatique d’Alexandre le Grand (1855). Die Münzen des Tracischen Königs Lysimachus (1858), e la Numismatique de l’ancienne Afrique (1860-74).
Note
- ↑ Die Münzen Alberichs, des Fürsten und Senatore der Römer.