Rivista di Scienza - Vol. I/Annalen der Naturphilosophie

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Annalen der Naturphilosophie.


Wilhelm Ostwald discorre su Persönlichkeit und Unsterblichkeit. La questione dell’immortalità appare all’A. sotto un nuovo punto di vista secondo i criteri della filosofia energetica. Come l’immortalità della materia si riduce alla constatazione di un invariante «la massa», che permane attraverso alle trasformazioni fisico-chimiche, così l’immortalità dell’uomo è da ricercare in un senso analogo come la persistenza di qualchecosa attraverso e al di là della vita personale; questo qualchecosa è l’azione della vita suddetta che tende ad estendersi nello spazio e nel tempo. Anche al di là della morte permane per i nostri figli e nipoti ogni progresso etico e sociale da noi conseguito. L’A. conclude che non ci è dato rappresentarci l’immortalità in una forma più grandiosa di questa.

F. Wald in un articolo dal titolo Das nächste Problem der Chemie difende la sua concezione dei fatti chimici dalle critiche mossegli da vari autori e specialmente dall’Arrhenius e dal Nasini. Le idee dell’A. su cui attirò recentemente l’attenzione del mondo scientifico l’Ostwald nella sua Faraday Lecture, non potrebbero essere riassunte nel breve spazio concesso a questa rubrica; di esse verrà trattato in seguito più ampiamente ed il Wald stesso ha promesso di riassumerle in un articolo scritto appositamente per la Rivista.

[p. 378 modifica] In un articolo che porta per titolo Die allgemeinsten Gesetze des physikalischen Geschehens und ihre Verkältnise zum zweiten Hauptsatze der Wärmelehre A. E. Hass si propone una questione assai interessante; egli indaga cioè se non sia possibile di stabilire per le forme di energia all’infuori della termica un principio analogo al secondo principio della termodinamica. L'A., dopo aver ricordato che ogni energia è esprimibile mediante il prodotto di due fattori (una capacità o quantità ed una intensità, secondo la nomenclatura introdotta da Ostwald): masse in movimento, masse elettriche ed entropie da un lato, quadrati delle velocità, potenziali e temperature dall’altro, indica la causa della singolare posizione dell’energia termica nel fatto che essa sola possiede un fattore di intensità per cui si ha uno zero assoluto. Senza questo concetto non si potrebbe concepire il secondo principio della termodinamica. Per togliere questa differenza egli introduce due nuovi concetti: quello della tensione (Spannung) esistente in un sistema chiamando così la differenza fra l’intensità iniziale di un’energia e l’intensità finale del processo (Ausgleichsintensität) e quello della scorta di trasformazioni (Ereignisvorrat) col qual nome egli denota il prodotto della tensione per la corrispondente capacità. L’A. nota che questo concetto non coincide che parzialmente con quello di energia libera o disponibile e che l’esistenza di una tensione è la condizione prima necessaria di ogni avvenire. Egli studia poi come si possa conciliare il principio dell’accrescimento della entropia con quello generale della conservazione delle quantità. Il problema postosi dall’A. è, come si disse, assai importante; le sue considerazioni hanno però un valore puramente formale ed anche in questo senso esse non sembrano in tutto accettabili.